ENDLESS - Anime Nere || Ian Somerhalder

Capitolo 18: DUE RAGAZZE, UN'AMICIZIA RITROVATA

Siamo nel bel mezzo della spiegazione di anatomia, quando dalla porta entra la regina delle IN. Lei, la sola e unica, Phoebe Tonkin. Immancabilmente mi viene da alzare gli occhi al cielo. Il professore Wilder le dice di accomodarsi in silenzio, facendogli notare che la lezione è iniziata da più di un'ora. Lei sculetta fino ai primi banchi e si appropria della sua solita postazione. Una volta accomodata si volta appena, individuando Ashley un paio di file dietro. Con l'indice la richiama, facendole segno di andarle vicino. Ashley si irrigidisce, cercando aiuto nel mio sguardo.

"Lasciala perdere" le dico con voce fioca, mordicchiando il cappuccio della penna. 

Phoebe le fa ancora un altro cenno, questa volta con la testa, ma per fortuna Ashley non si muove; resta nella sua posizione, tra il mio banco e quello di Penn.
Phoebe sbuffa sonoramente e si gira di scatto, rivolgendo il suo sguardo perfido alla lavagna. Poso una mano su quella della mia compagna. Sono fiera di lei. Ha saputo dire di no. Ha avuto il coraggio di farlo. Ed è decisamente un enorme passo avanti.

Al termine della lezione, non faccio in tempo ad alzarmi che Phoebe mi viene incontro come una furia. E' arrabbiata nera. "Cosa credi di fare, brutta pezzente di una OUT?" sibila a denti stretti.

Fingo di non sentirla e anche di non vederla, continuo a racimolare le mie cose pronta ad uscire il prima possibile da questa stanza.

"Sto parlando con te, Roden!" Phoebe fa presa sulla mia divisa, afferrandomi per un lembo della camicetta.

"Toglimi subito le mani di dosso!" sputo fuori tutto il veleno che ho nei suoi confronti.

Penn si avvicina, pronto a mettersi sulle mie difese. Lancio uno sguardo ad Ashley, è immobile e ci guarda come se avesse davanti due estranee.

Phoebe pare fumare di rabbia, mentre mi libera dalle sue grinfie con forza. "Tu non hai nessun diritto su Ashley, lei deve sedersi al mio fianco, non al tuo! Non riprovare un'altra volta a costringerla a farlo!"

Penn sta per dire qualcosa al posto mio ma, con mia grande sorpresa, Ashley lo ferma.

"Holland non mi ha costretta a fare niente" si rivolge alla bruna. "Io non sono una tua proprietà, posso sedermi dove voglio"

Phoebe sbatte le ciglia appesantite dal troppo rimmel. "Non credo di aver sentito bene" squittisce.

"Invece hai sentito benissimo! Fatti da parte e  lasciaci in pace" interviene Penn, mettendosi in mezzo.

Phoebe passa in rassegna ad uno ad uno i nostri volti. Prima quello sfrontato del coraggioso e impavido Badgley, poi i miei lineamenti contratti.

"Davvero stai con loro?" si rivolge ad Ashley. "Sono dei miserabili falliti e anche tu lo sarai se continuerai a dargli corda"

Penn stringe un pugno lungo i fianchi ed io mi mordo la lingua per non sputare fuori accuse troppo pesanti. Lo sguardo di Ashley trema, mentre i suoi piedi indietreggiano. Il suo ritorno al campus è stato alquanto burrascoso; prima Daren e adesso Phoebe. Se si lascerà aiutare da me, dovrà dire addio al suo mondo roseo e fatato, ma anche dannatamente pieno di insidie. E' in grado di farlo? Lo è davvero?

"Loro non sono falliti" La sua voce è timida, quasi impercettibile, ma sincera, così sincera da riempirmi il cuore di gioia. Mi ha perdonato e ha preso la sua decisione. Stare dalla mia parte. Rimediare al passato, metterci una pietra sopra. Ed ha parlato pure al plurale, non difendendo  soltanto me, ma anche Penn.
Non posso crederci! E non può crederci neanche Phoebe, la quale è più indignata di prima.

La bruna punta le mani contro i fianchi e scuote energicamente la testa. "Sai cosa ti dico, cara Ashley Benson?" sputa fuori con disprezzo, "tu non sei degna di stare nel mondo degli IN, non lo sei mai stata, in realtà, sei una debole e come tale ti meriti di essere circondata da altrettanti tuoi simili. Resta pure a marcire con loro, io faccio senza di te!"

Penn ed io ci scambiamo uno sguardo profondo, di complicità assoluta, mentre gli occhi di Ashley emettono un luccichio.
Phoebe fa per andarsene ma, prima di uscire dall'aula aggiunge: "Ah, dimenticavo! Sei fuori dalla squadra. Tanto le tue prestazioni ultimamente facevano schifo, non sarà difficile trovare una tua sostituta; ci sono un sacco di matricole che sognano di fare la cheerleader!"

Ashley resta con la bocca semiaperta e lo sguardo nel vuoto. Le sue labbra tremano, mentre quelle di Phoebe si increspano in un sorriso di soddisfazione.
La regina delle IN, con andatura decisa e sprezzante, esce dalla stanza, mescolandosi agli altri studenti, mentre Ashley si piega su se stessa, inginocchiandosi di fronte all'immenso dolore che le sta scavando dentro. Passano solo pochi istanti, poi scoppia in lacrime. Mi inginocchio al suo fianco, avvolgendola in un abbraccio.

"Shh, non piangere, shhh" le sussurro tra i capelli. "Phoebe non ha nessun diritto di trattarti così, tu sei migliore di lei e del suo mondo. Tu sei diversa..."

Ashley singhiozza, senza mai riprendere fiato. "Lei, lei, lei mi ha portato via tutto..."

Faccio aderire la mia fronte alla sua tempia. Il buon profumo di shampoo si mescola al sapore amaro delle lacrime.

"Il ballo è la mia vita. Essere una cheerleader è la mia vita. E adesso non lo sono più. Sono fuori dalla squadra, Holly, sono fuori da tutto. La mia esistenza è distrutta!" tira su con il naso.

Penn si avvicina porgendole un fazzoletto di carta. Ashley tentenna alcuni istanti, ma alla fine si decide a prenderlo. Sulla bocca di Penn spunta un debole sorriso non appena le loro dita si sfiorano.

"Phoebe è una ragazza sola, si sta facendo il vuoto intorno. Ha perso Zac e Hunter, si è coperta di ridicolo l'altra sera alla festa, e adesso ha perso anche te..." cerco di farla ragionare, mentre si soffia forte il naso.

"Ma è una cheerleader, quello che io non sono più"

"Tu sei la migliore cheerleader che abbia mai visto ballare. Sei migliore di Phoebe e di chiunque altra. Troveremo una soluzione, te lo prometto"

Penn resta a guardarci in piedi a pochi passi di distanza. Siamo due ragazze e un'amicizia ritrovata. Due giovani donne e un'amicizia che è l'unica cosa che le tiene a galla.