Capitolo 16

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Sobbalzo quando il battere incessante di due mani vicino al mio orecchio mi risveglia dal sonno in cui sono entrata.
Non avendo ancora la piena facoltà di me stessa e  della mia mente, guardo il viso di Daniele sopra il mio confusa.
L' ultima cosa che ricordo è che sono riuscita ad avere una visione,però era sulla mia famiglia e poi...
Guardo il cuscino, vedendolo bagnato dalle mie lacrime.
Ho pianto talmente tanto che mi sono addormentata a quanto pare.
« Finalmente ti sei svegliata. Saranno minimo dieci minuti che cerco di svegliarti. Che ti è successo? » Daniele blocca il filo dei miei pensieri. Non appena punto i miei occhi su di lui, questo mi guarda confuso.
Come tutte le volte che piango, anche questa volta, forse più del solito, ho gli occhi rossi e gonfi. Quando però piango, in particolar modo così tanto, i miei occhi prendono il colore di un verde molto chiaro e particolare. Mi piace molto come tonalità di verde dei miei occhi. L' unico problema è che mi succede solo quando sono triste o piango. Brutta cosa per me. Una persona che cerca di essere sempre solare e gentile con tutti. Mi tengo tutto dentro però, e quando scoppio finisce male per chiunque mi sia intorno. So che non si deve fare, ma non è nella mia natura andarmi a lamentare con chiunque mi chieda qualcosa.
« Niente. Sto bene. Non  far finta di preoccuparti per me ora. Fai più bella figura. » svegliarmi in questo modo ed a causa di ciò che è successo prima che mi addormentassi, hanno fatto in modo che mi svegliassi scontrosa.
Non è colpa sua,ma fino a quando non mangerò un dolce, non riuscirò a tornare simpatica.
«Qualcuno si è svegliato male a quanto pare. Senti,non serve che ti arrabbi con me. Io non ho fatto nulla. » mi dice per difendersi, continuando a guardarmi mentre mi metto seduta sul letto.
«So che tu non hai fatto nulla, ma sei quello che ho trovato non appena mi sono svegliata. Eri il primo su cui mi potessi arrabbiare. Ora,se permetti,vado in bagno.» dico alzandomi dal letto e trascinando il mio corpo fino al bagno. Un mal di testa però arriva a farmi pulsare le tempie. Ho versato troppe lacrime.
Ecco alcuni motivi per cui non voglio piangere.
«Hai intenzione di dirmi con le maniere buona cosa è successo per farti piangere così oppure devo usare le maniere cattive?» mi chiede poggiandosi con una spalla allo stipite della porta del bagno, mentre mi continua a fissare mentre mi lavo il viso, per cercare di rinfrescarmi un po' il viso.
«Perché mai dovrei raccontare a te i motivi per cui ero ridotta così? Saranno anche fatti miei!» ormai da quando sono qui la mia vita privata è tutto fuorché privata. Tutti sanno tutto di me. Tutto tranne le cose che riesco a mantenere segrete. Vorrei che una di queste fosse anche la mia ultima visione.
Forse ,una volta tanto, Daniele è riuscito a capire che non è il caso di continuare ad insistere su una cosa simile, dato che smette di farmi domande o altre minacce.
«Perché sei venuto a svegliarmi? Non potevi lasciarmi dormire relativamente tranquilla?!» gli chiedo,poiché non capisco il motivo per cui sia venuto a svegliarmi. Non mi sembra di dover fare niente.
Il potenziamento l'ho fatto,mangiare, questa è una cosa importante che devo assolutamente fare. Magari ci sta anche William, in modo da poter parlare un po' con lui e non mangiare lì, da sola, senza nessuno che mi faccia compagnia.
«Semplicemente perché non ti vedevo in giro e mi stavo preoccupando. Credevo potessi fare qualche casino. Quando ti ho vista qui, ho deciso di svegliarti.» mi dice con un' alzata di spalle.
«Stavo finalmente dormendo tranquilla!» dico innervosita.
Lo lincio con il solo sguardo, puntandolo su di lui. Come se bastasse guardarlo male per poter far scendere in fulmine dal cielo e colpirlo.
A sua volta punta il suo sguardo nel mio, senza mai abbassare gli occhi, non facendo trasparire nessuna emozione.
Ammetto che quando mi guarda così, oltre a ricordarmi Achille, mi mette anche un po' di paura. Lo ammetto a me stessa, perché lui questo non lo verrà mai a sapere.
Almeno, non lo saprà da me.
«In ogni caso io devo mangiare qualcosa. Quindi, potresti gentilmente portarmi davanti la cucina, in modo da poter mangiare qualcosa? Te ne sarei infinitamente grata.» dico per cambiare discorso, uscendo dal bagno.
Con la coda dell' occhio vedo che fa un sorriso soddisfatto, e solo per questo mi potrei girati e tirargli qualcosa in faccia.
«Certo che sei strana. Oggi in particolar modo. Non è che sei in quel periodo del mese e non mi hai detto niente?» mi chiede sospettoso, avvicinando il suo viso al mio, come se bastasse sentire il mio odore per capire una cosa simile.
Istintivamente gli do una leggera spinta per allontanarlo da me e dal mio collo.
«Se anche fosse, tu saresti in assoluto, l' ultima persona che lo verrebbe a sapere sulla Terra.» dico allontanandomi a mia volta da lui, facendo un passo indietro, prima di superarlo ed uscire dalla stanza.
«Ti vorrei ricordare che solo qualche giorno fa hai detto che avresti usato la mia maglietta come assorbente, in una situazione simile. Quindi, credo proprio che me ne renderei conto ben presto se tu avessi il ciclo.» dice ovvio, seguendomi fuori e facendomi strada verso la cucina, dato che non so ancora dove si trova.
In effetti, il suo ragionamento non ha difetti. Ho detto veramente così...
Sono questi precisi istanti, in cui vorrei far parte di un qualunque cosa inventata, dato che le ragazze che stanno nei film,nelle serie tv, o nei libri, non hanno mai questo genere di problemi. Sarebbe perfetto in queste occasioni.
«In ogni caso, mi stai portando in cucina,vero?» gli chiedo conferma, dato che non mi fido ciecamente di lui.
«Dove vuoi che ti stia portando? È una casa grande, è vero, ma non ci sono molte stanze in cui io possa farti entrare.» mi risponde come se fosse la cosa più ovvia di sempre.
«Come faccio a saperlo io? Magari mi stavo portando, non so, in camera tua,oppure da Achille,o magari in camera di tua sorella! Tutto è possibile a questo mondo.» dico in mia difesa,mentre ci fermiamo davanti alla cucina, come è successo con Afrodite.
«Bene, tu entra e mangia. Se esci e non mi trovi qui davanti, non ti muovere. Io devo andare da mio padre per delle cose. Quindi, tu non ti devi muovere da qui se non ci sono io. Mi hai capito bene?»  durante l' ultima parte, parla come se fossi una bambina di cinque anni, marcando ogni singola parola.
Istintivamente porto lo sguardo verso il cielo, con un piccolo sospiro.
«Vai pure. Come hai detto tu, è una casa,ma non ci sono molte stanza in cui io possa entrare. A dire il vero,mi stupisco che la cucina sia una di quelle per me accessibili. In ogni caso,non sono una bambina di cinque anni.» e senza aspettare una sua risposta, gli rivolgo le spalle ed entro in cucina.
Guardo tutto leggermente confusa, dato che sono solo pochi i presenti, ma soprattutto, questi pochi presenti, stanno seduti, a bere qualcosa, mentre chiacchierano amabilmente l' uno con l' altro.
Mi blocco non appena varco la soglia, poiché tutti puntano il loro sguardo su di me.
«Scusate, sono Thaurel. Sono qui solo per mangiare qualcosa.» riesco a finire di parlare, prima che un ragazzo si alzi di scatto e venga verso di me. Per fortuna lo riconosco subito, d tirò un sospiro di sollievo, nel vedere che è William che mi sorride.
«Thaurel! Allora sei tornata!» dice, come fosse felice di rivedermi dopo tanto tempo.
Mi abbraccia,ma si stacca subito dopo, in un leggero imbarazzo.
«William quante volte di devo ripetere ancora che non devi comportarti così?! Come ti viene in mente?!» dice improvvisamente una donna, che si alza e si dirige verso di noi come una furia, guardando severa il ragazzo davanti che a me, che abbassa lo sguardo, pronto a ricevere una punizione.
«Aspetti,non so se lei è la madre,mi scusi se mi intrometto,ma non ha fatto niente di male William. Mi ha solo abbracciata...» dico per aiutare il ragazzo,che a sua volta mi aveva aiutata prima con un po' di cibo.
Alle mie parole,la mano della donna che stava per colpire il ragazzo, si ferma. Gira lo sguardo su di me, guardandomi stupita e confusa, per l' intervento fatto in difesa di Will.
«Chi sei tu?» mi domanda a quel punto la donna, assottigliando lo sguardo, come sospettosa che io possa essere qualcuno di estraneo.
«Sono Thaurel. Le assicuro che preferirei di gran lunga essere nella mia scuola, piuttosto che in questa casa.» cerco di rimanere rigida sotto il suo sguardo severo ed indagatore.
«Eccoti finalmente allora. Ragazzi,è quella che hanno potato qui. Un' altra di quelli strani.» dice voltandosi verso gli altri, che non avevano smesso di guardarci.
Come fosse finito un incantesimo, tutti tornano a parlare e non mi considerano nemmeno più.
Non posso fare a meno di constatare che la gente sia alquanto strana.
La donna torna a sedersi, ignorandoci completamente.
«Grazie.» mi sussurra Will, con un leggero sorriso, grato per averlo aiutato.
«Non serve che mi ringrazi. Davvero. Piuttosto,mi servirebbe una mano perché devo mettere qualcosa sotto i denti. Sto morendo di fame. Non farti domande. Quindi ti sarei grata se potessi dirmi ciò che posso prendere da mangiare.» dico guardandomi intorno, alla ricerca di qualcosa. Non capisco perché io abbia tutta questa fame.
Se ci fosse stata mia sorella avrebbe iniziato a dire cose sull' essere incinta. Credo proprio sia l' ultima delle opzioni,essere incinta,dato che non ho mai fatto nulla. A meno che non sia per opera dello spirito santo. In tal caso non potrei farci nulla.
Scuoto la testa,come se bastasse fare questo gesto, per scacciare via questi pensieri sciocchi dalla mia testa.
«Certo! Nessun problema. Vieni con me.» mi dice,facendo poi un cenno della testa, per farmi capire che devo seguirlo.
Senza farmelo ripetere due volte,cammino al suo fianco, lasciandomi portare in una stanza, che probabilmente usano come magazzino.
Pieno di cibi,che probabilmente hanno preparato precedentemente, stanno su degli scaffali dentro dei vassoi coperti con della carta trasparente.
«Qui puoi prendere tutto quello che vuoi. Abbiamo preparato tutto questa mattina.» dice fiero di se, guardandosi intorno sorridente. Mi porge anche un piattino di plastica.
«Allora assaggio e ti dico come sono.» gli rispondo, prendendo in mano il piattino che mi porge. Sembra così tranquillo e felice in questa stanza. Forse, se si guarda da una certa angolazione, questa situazione lo ha aiutato a scoprire e maturare una cosa che lo rende felice,ma che in un' altra situazione non sarebbe mai riuscito a scoprire. Resto sempre dell' idea però che sarebbe meglio non trovarsi qui. Nessuno dovrebbe stare qui.
«Mi raccomando, dimmi solo la verità.» dice puntando un dito verso di me sorridendomi.
Annuisco e decido di prendere uno dei tramezzini con il prosciutto e la mozzare,dopo essermi guardata un po' tra gli scaffali.
Dopo averne mangiati un paio, mi volto verso di lui e gli faccio segno che sono ottimi, mettendo l' indice sulla mia guancia.
«Questi che sto assaggiando sono ottimi Will!» gli dico sincera, quando ingoio ciò che stavo masticando.
«grazie mille» mi risponde, per poi abbassare lo sguardo per un leggero imbarazzo.
Lascio il piatto su uno dei pochi posti sugli scaffali rimasto vuoto e gli vado vicino.
«Guarda che non te ne devi vergognare. Anzi! È una cosa stupenda saper cucinare! Io ho mia madre che cucina in maniera divina!» diceva essere un discorso di incoraggiamento, ma mi basta solo ripensare a mia madre, affinché la malinconia e la tristezza mi assalgano.
«Scusa non sono molto brava con queste cose. Ti stavo dicendo, anche mia madre è una cuoca eccezionale. Riesce a trasmettere la sua essenza in ogni cosa che cucina. Non capisco ancora come faccia. Però è veramente stupendo! È quel tocco che non tutti hanno,ma che rende i piatti che prepari ancora più buoni. Quindi, non imbarazzarti per una tua passione. Ma devi esserne sempre fiero.» per fortuna riesco a riprendere subito il controllo di me stessa e dei miei sentimenti.
«Questo per te significa non essere brava con questo genere di discorsi?! Quindi grazie.» mi guarda riconoscente per le mie parole,ma veniamo interrotti da un improvviso brusio che si alza dalla stanza accanto,all' improvviso.
Distogliamo i nostri sguardi, tornando in cucina dopo aver chiuso la porta del magazzino.
Tra tutte le voci,ne riconosco una all'istante. Ancor prima di vederlo.
Daniele è entrato qui,e mi sta cercando.
«Sono qui. Calmati.» dico quando sento che sta perdendo la pazienza,poiché non riusciva a trovarmi da nessuna parte.
«Potevi rispondermi! Pensavo fossi andata a farti un giro. E non dire che non lo faresti mai,perché sai che ho pienamente ragione.» mi dice bloccando sul nascere le mie proteste su ciò che ha affermato.
«Ma smettila.» gli dico guardandolo male, ancora accanto a William.
Tutti i presenti ci guardano in un silenzio,che mette quasi i brividi. Sembrano statue...
«Vieni. Dobbiamo tornare.» mi parla come fossimo solo, senza curarsi di tutte le altre persone.
Si volta ed inizia a camminare,e faccio anch' io un passo in avanti, ma vengo bloccato da Will che mi mette in mano un foglietto di carta.
Mi volto solo per pochissimi secondi a guardarlo,per poi nascondere il biglietto e seguire Daniele fuori dalla cucina.

Eccoci di nuovo qui con un nuovo capitolo finalmente!
So che sono stata molto assente,ma a scuola mia, hanno anticipato il termine del primo quadrimestre, quindi potete immaginare la settimana del rientro, che è anche stata l'ultima del quadrimestre, cosa sia stata. Inoltre non si sono fermati lì, ma continuano a riempire di compiti. Ma per fortuna con un po' di tempo sono riuscita a mettere un nuovo capitolo. Che ve ne pare? Scusatemi tanto per eventuali errori come sempre!
Che ne pensate? Cosa credete possa accadere? Scrivetemi nei commenti e lasciate magari anche una stellina💜.
Comunque, volevo ringraziarvi tantissimo perché siamo arrivati a 585 letture e per me,anche se nel mio piccolo, sembra un traguardo enorme! Quindi grazie a tutti di cuore ❤️.
Baci stellari,dalla vostra Izzy💖

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~Izzy 💖

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