Epilogo

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Non so cosa stia succedendo, ma ringrazio mentalmente me stessa e mia madre per questa collana, la quale illumina fino a poco più avanti di me, accendendosi come una lampadina non appena la stanza cade nel buio. Per fortuna non la tolgo mai, o l' avrei già persa diverse volte, in molti posti diversi. Non importa se Achille la noterà e mi chiederà di toglierla, o se me la vorrà togliere, io ora ne ho bisgno.
«Rimanete tutti fermi qui dentro, vado a controllare cosa sta succedendo. Se quando torno non trovo tutti qui dentro, vi cercherò per uccidervi. Daniele, Afrodite, mi raccomando.» minaccia Achille, guardando una per una le poche persone dentro questa stanza. Viene preceduto però da un ragazzo che entra in sala, avvicinandosi subito ad Achille. Noto il suo sguardo preoccupato. In quel momento sento una strana sensazione crescermi dentro. Sta succedendo qualcosa qui fuori, ne sono certa. Non andrà a finire bene questa serata...
Tutti restano in totale silenzio, cercando di capire cosa i due si stiano dicendo in questo momento. Tutti, compresa me. Improvvisamento sento un respiro sul mio collo. Mi irrigidisco all' istante, la schiena dritta, le orecchie pronte a captare il minimo rumore, i muscoli contratti per la tensione. La sua mano si posa sulla mia schiena.
«Non ti preoccupare, si tratta di Giada e Guglielmo. William sta facendo uscire tutti dalle cucine e dalle stanze dei servitori. Resta tranquilla.» mi sussurra. Riconosco  l' inconfondibile voce di Daniele, vicino al mio orecchio. Il suo sussurro così vicino mi provoca dei piccoli brividi lungo la schiena, che non posso controllare.
Annuisco rimanendo in silenzio, per non rischiare di destare dei sospetti in Achille. Intanto mentalmente sto prendendo a parolacce il ragazzo dietro di me. Per punizione decido di tirargli un pugno sulla spalla. Questo perchè pur sapendo la mia volontà di non coinvolgere i miei due migliori amici in tutta questa assurda situazione, lui lo abbia fatto in ogni caso, come se avessi parlato contro un muro di cemento.
«Chiama le altre guardie, riportate tutti quanti dentro le loro celle. Daniele, aiutali anche tu. Afrodite, tu vieni con me invece.» Achille inizia a dettare ordini a tutti. Non ho intenzione di tornare in quella stanza, sapendo che i miei migliori amici sono qui fuori, ad aiutarmi, e che potrebbero morire per questo.
Quando Achille ed Afrodite escono dalla sala, mi volto verso Daniele, con uno sguardo più che minatorio, meglio di mille parole.
«Vai a chiamare gli altri, io resto qui dentro a controllarli.» dice Daniele alla guardia che era entrata precedentemente, per dare le informazioni su ciò che stava accadendo al di fuori di queste mura ad Achille.
Questa fa cenno con la testa, per poi correre fuori seguito fino alla porta, dal ragazzo che ci sta aiutando a scappare, il quale la chiude dall' interno.
«Dovete seguirmi. Sbrigatevi, prima che tornino qui e cerchino di entrare. Sono sciocchi, ma sanno come entrare forzando una porta del genere.» dice Daniele, voltandosi verso di noi. Mentre parla punta il suo sguardo su di me, inchiodando i suoi occhi nei miei, come se questo contatto visivo lo aiutasse ad avere più sicurezza in ciò che sta facendo per noi.
«Io non mi fido di te. Sei il figlio di Achille, perchè dovresti iutarci a scappare, andando contro il volere di tuo padre?» gli chiede diffidente la ragazza con il vestito nero, guardando Daniele con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate davanti al petto.
Credo che questo sia il momento adatto per intervenire, visto che, conoscendo Daniele, so che non reaggirà affatto bene e finirà per non farsi seguire da nessuno alla fine, tutto questo sarà stato totalmente inutile quindi.
«Lo so che lui è il figlio della persona che ci ha portati tutti qui dentro. Nemmeno io mi fidavo di lui all' inizio, è normale, capisco cosa state pensando in questo momento, perchè è ciò che pensavo anch' io appena arrivata qui. Non è una persona di cui ci si possa fidare facilmente, ma se lo faccio io, che sono nella vostra setssa situazione, potete farlo anche voi. Qui fuori ci sono dei miei amici, dobbiamo seguirlo. Lui ci aiuterà ad uscire da questa casa che, anche se sono qui dentro da meno tempo rispetto a voi, odio allo stesso modo. Quindi, muoviamoci tutti dove ci dice di andare, prima che quelle guardie tornino qui e scoprano che siamo appena scappati con il suo aiuto.» dico senza guardare Daniele, pur sentendo il suo sguardo su di me.
«Bene, se non riusciamo ad uscire da qui, ti riterrò personalmente responsabile per quello che accadrà in caso ci prendano.» mi risponde la stessa ragazza.
«Se vogliamo scappare, dobbiamo muoverci all' istante però, le guardie non ci metteranno ancora molto per arrivare qui.» dice Leonardo, il figlio di Odisseo, dopo aver controllato il suo orologio.
Danile si dirige sul lato nord della sala, iniziando a dare dei pugni sul muro, come in cerca di un buco su di esso. Pochi secondi dopo lo trova, e sposta subito la carta da parati rossa che ricopriva il passaggio nascosto.
«Entrate tutti qui dentro. Sbrigatevi.» dice Daniele, facendo segno di entrare con il braccio. Nei suoi occhi posso notare una nota di preoccupazione, ma non è il momento di pensare al suo stato d' animo. Se riuscirò a non far avverare la mia visione, più tardi gli chiederò della sua ansia.
Dopo che sono entrati gli altri, entro anche io, seguita a ruota da Daniele, il quale chiude la piccola porta dalla quale siamo entrati.
Al buio del passaggio sotterraneo, la mia cllana non può fare a meno di illuminarsi come sempre. Riesce a mostrarmi il luogo siamo entrati, inizio quindi a guardarmi intorno, stessa cosa che fanno anche tutti gli latri.
Prendendomi per mano, Daniele, dice agli altri di fare lo stesso con la persona che hanno accanto, destando tutti dall' osservazione del luogo che ci circonda. Si mette alla testa della fila, tenendomi dietro di se, in questo modo riesco ad illuminre parte del suo cammino. Camminiamo dentro queste gallerie, che si alternano con la pietra ed il legno.
Finalmente usciamo nuovamente alla luce naturale, di lato alla casa. All' interno si sente solo un gran rumore, davanti a noi, ci sono solo tante persone che corrono in diverse direzioni, creando solo una gran confusione. Camminare con questi tacchi e con un vestito simile è già complicato, correre sarà ancora peggio. Motivo per cui mi tolgo subito le scarpe con il tacco, lasciandole di lato alla casa. Stessa cosa la fanno anche Eris ed Aria, seguendo il mio esempio. Utilizzando i raggi della mia collana a forma di sole, riesco a taglieare la gonna del mio vestito, permettendomi di fare movimenti più veloci ed agili.
Tutti iniziano a correre, pensando solo che sono riusciti a riconquistarsi la propria libertà correndo via da questo luogo. Sembra che tutto ciò che mi circonda si sia improvvisamente fermato, capendo ciò che sta per succedermi. Il mio respiro rallenta, e la visione che ho avuto nella mia mente per tanto tempo, ho preso coscienza del fatto che tra pochi minuti, questa diventerà realtà.
La voce lontana di Daniele sento che urla il mio nome, mi scuote, posando le mani sulle mie spalle, in un suo vano tentativo di farmi tornare in me, ma davanti ai miei occhi è come se vedessi solamente la scena della mia morte. Subito dopo tutto torna normale. Sbatto diverse volte gli occhi, spostando il mio viso da davanti a quello di Daniele, togliendo le sue mani da dosso a me.
«Sono qui, andiamo.» dico annuendo, guardandomi intorno, per cercare i miei migliori amici.
«Dove sono Giada e Guglielmo?!» gli urlo non riuscendo a trovarli da nessuna parte, a causa del mare di persone che corrono su quei prati davanti a noi.
«Seguimi, ti porto da loro.» mi risponde Daniele, con un cenno della testa, prima di iniziare a camminare tra le persone.
In lontananza vedo William, che continua a far uscire le persone, tenendo aperta la porta, nonostante ci siano altre guardie di Achille che tentano di riprendere tutte le persone che stanno correndo.
Improvvisamente sento uno sparo dietro di me. Mi abbasso d' istinto, tirata anche giù da Daniele, che si guarda indietro, con una mano sulla sua testa.
«Stanno impazzendo tutti quanti. Dobbiamo sbrigarci ad arrivare fino alla macchina dei tuoi amici.» mi urla Daniele. A fatica capisco ciò che mi ha appena detto, o per meglio dire, che mi ha urlato, questo a causa di tutte le urla delle persone che ci circondano. Più volte, prima che mi rialzi, rischio di essere calpestata da qualcuno che corre urlando, tentando di fuggire dalla persona che lavora per Achille che la sta seguendo.
Ci rialziamo insieme, e Daniele si volta verso di me, prendendo la mia mano. Inizia subito a correre, ed a fatica riesco a tenere il suo passo. Improvvisamente inciampo, cadendo nuovamente per terra con le mani davanti per evitare di cadere con la faccia sulla terra, ed il corpo che avevo già visto in una delle mie visioni, mi appare davanti al viso. Mi sposto velocemente da sopra il suo corpo, guardando le mie mani sporche di sangue. Deve essere stata colpita da uno dei colpi di pistola che sono stati lanciati.
«Perchè ti sei fermata?! Alzati! Sbrigati!» mi urla Daniele, tirandomi su, ma si blocca per qualche secondo, quando vede il corpo di sua sorella, steso a terra, privo di ogni traccia di vita. Pulisco le mie mani sull' abito ormai rovinato da tutto questo. Presa la sua mano, cerco di tirarlo via, tornando a correre nella stessa direzione di prima.
Non faccio molti passi però, prima che un coltello si infili nel fianco del mio ventre, facendomi perdere improvvisamente il fiato. Lascio la mano di Daniele, che si volta subito a guardarmi confuso ed allo stesso tempo preoccupato. Non ci mette molto ad abbassare lo sguardo sul mio stomaco e notare la chiazza rossa.
Porto le mani nel punto in cui la lama mi ha ferita. Ecco però che un secondo coltello si scontra con il mio corpo, colpendomi poco più in su della precedente.
Abbasso lo sguardo sul mio ventre, dove una macchia sempre più ampia del mio sangue sporca il mio abito rosso. Guardo indietro, ed il mio sguardo va a finire subito su Achille, che mi guarda quasi con un sorriso maniacale. Inizia a camminare per raggiungerci.
«No, non cadere, tieniti a me, non farlo Thaurel.» sento dire da Daniele, che prende il mio corpo tra le sue braccia, prima che io possa cadere a terra.
Non so cosa accadrà ora, visto che la mia visione si ferma con la mia morte, ma ora ancora non sono morta. 
L' aria nei miei polmoni sento che diminuisce, ed inizio ad annaspare, tirando a terra verso di me Daniele, dato che le mie gambe non riescono a tenermi più in piedi.
«Devi...portare via i miei amici...ricorda anche William...» gli dico con tutta la forza che ho in corpo per riuscire a patrlare con il tono più alto che mi riesce.
«Tu verrai via con noi...» sento queste sue ultime parole, prima che persino tenere le palpebre aperte sia uno sforzo troppo grande e che riechiede troppa energia per me.
Ormai rassegnata, chiudo le palpebre e tutto intorno a me svanisce, ogni suono, il terreno sotto di me, rimanendo sola con le tenebre, prima che tutto cessi definitivamente di esistere.

E questa storia è finita. Per l'ultima volta ci metto il mio nome utente di Instagram dove potrete continuare ad avere mie notizie. @ maryiz_
Nel prossimo capitolo scriverò il resto. Lasciate un commento ed una stellina per farmi sapere cosa ne pensate.
~Xoxo
Isabella💖

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