Capitolo 32

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Ancora non riesco a credere che la mia vita finirà in questo modo...
Non ero riuscita a collegare le cose la prima volta che ho avuto questa visione, ma ora, tutto trova il suo posto nel puzzle che prima era completamente confuso.
Abbasso lo sguardo, spostando lentamente la mano, che se temessi di trovarvi del sangue che esce dalla ferita al ventre causata da un coltello, ma per fortuna, è solo la mia sensazione dopo quella visione. Lascio andare un sospiro di sollievo, lasciando cadere la testa sul cuscino e chiudendo gli occhi.
Devo riuscire a trovare un piano per uscire di qui. Se morirò, almeno morirò per aver aiutato tutte le altre persone che vivono in questa casa da molto prima di me. Riuscirò a portare tutti fuori di qui, ma Daniele non può assolutamente venire a sapere di questa visione. Non ho intenzione di scoprire la sua reazione ad una mia ipotetica morte.
Cerco di ricostruire al meglio la visione, per capire qualcosa in più. Vedendo i miei migliori amici esattamente come sono adesso, questo significa che non è passato molto tempo, al massimo un anno o due. Solo il pensiero di dover passare qui dentro un anno o più mi provoca un brivido di paura lungo tutta la schiena, ma cerco di lasciare in un punto lontano della mia mente questo sentimento, per tornare con la mente al mio reale obbiettivo.
Non riesco a capire come ci siano arrivati qui i miei amici, questo luogo non credo sia semplice da trovare se non sai dove dirigerti. Devono essere stati assolutamente aiutati da qualcuno che conosce questo luogo, ma non trovo nessuno in grado di fare una cosa simile. Penso più volte alle persone che conosco in questa casa, e più continuo a pensarci, più mi sembra impossibile come cosa. Ci deve essere dunque un altro modo per cui sono riusciti a trovarmi, ma non è questo il momento per cercare di ipotizzare teorie sul futuro.
Il sole stava tramontando ed in lontananza ho visto dei fulmini. Sono perfino riuscita a percepire il profumo di pioggia. Almeno se morirò, avrò i capelli lisci, e non avrò questa specie di cespuglio sulla mia testa. Con la pioggia i capelli diventano molto più belli e potrò finalmente realizzare uno dei desideri della mia lista delle cose da fare prima di morire. Una di queste è stare sotto la pioggia, senza ombrello, senza alcun modo per ripararmi, solo io con i miei vestiti e magari con una persona che io reputo importante per me in quel momento.
Non riuscirò mai a capire in modo chiaro una delle mie visioni. Mai.
Eppure mi chiedo perché non vi riesca... forse perché non ho avuto il giusto 'addestramento' con le mie visioni. Forse perché nemmeno quelle che aveva Cassandra erano chiare come visioni. Non potrò mai saperlo, a meno che non possa andare anche nel passato con le mie visioni e vedere in questo modo l' origine della mia discendenza.
Improvvisamente, una grande tristezza mi invade.
Ho realizzato solo ora che, morendo subito dopo essere uscita da questa casa, non avrò alcun modo per rivedere mia madre e poterle finalmente porre tutte le domande che ho da quando ho scoperto la storia della mia famiglia, ma che non posso fare a nessuno qui, dato che nessuno conosce veramente le mie capacità. Non come le dovrebbe conoscere mia madre.
Mio fratello minore si sarà già rassegnato all' idea di non avermi più nella sua vita.
Immediatamente la mia immaginazione si attiva, facendomi pensare al momento in cui i miei due migliori amici, andranno dalla mia famiglia per dire loro della mia morte. Magari avranno anche il mio corpo nella loro macchina, aiutati da Daniele.
Passo con la mente ad immaginare persino un mio ipotetico funerale. Con la mia bara rosa piena di brillantini ovviamente, Giada dovrebbe esserne già a conoscenza.
Scuoto la testa, come se con questo gesto tutti i momentanei pensieri sciocchi potessero andare finalmente andare via dalla mia mente.
Improvvisamente a destarmi dai miei pensieri, è il rumore della porta che si apre. Cerco di fare quanto riesco per fare in modo di non destare alcun sospetto su chiunque stia entrando, quando però vedo un vassoio, con sopra un piatto ed un bicchiere, entrare prima di vedere William, mi rilasso completamente, anche i muscoli che erano diventati momentaneamente tesi per la paura.
«Ecco a te il pranzo, ho cercato di mettere tutte cose che ti ho vista mangiare. Hai bisogno di qualcosa? Altra acqua, altro cibo, aiuto in qualcosa, dimmi tutto quello che vuoi, ed io cercherò di fare in modo che ti arrivi.» mi dice con tono premuroso.
«Tranquillo, per ora non mi serve niente. Anzi, forse una cosa ora che ci penso potresti farla...» dico mentre mi alzo a prendere il piatto, che poggio sul letto, insieme al resto delle cose presenti sul vassoio.
«Dimmi tutto quello che vuoi.» mi dice, dopo aver controllato che la porta della stanza sia chiusa, in modo che non possano sentirci le guardie al di là del muro.
«Potresti portarmi della cioccolata insieme ad ogni pasto? Se è una cosa fattibile ovviamente, altrimenti fa come se non ti avessi mai detto niente di tutto ciò.» aggiungo in fretta l' ultima parte, in modo che non si senta in obbligo a portarmi della cioccolata solo perché se dovessi scegliere, vivrei solamente di dolci.
«No tranquilla, è molto più semplice di quello che credevo avresti chiesto di fare. Preprati ad avere una bella tavola di cioccolata al latte per questa sera allora.» mi dice facendo un occhiolino accompagnato da un sorriso, prima di uscire dalla stanza.
Nuovamente sola, lascio andare un sospiro mentre guardo il piatto davanti a me, per poi iniziare a mangiare ci che quest' oggi mi è stato portato. Solo dopo aver finito tutto, noto sotto al piatto, attaccato con dello scotch, un quadernino. La copertina è marrone legno, come il piatto che ho davanti, in questo modo è riuscito a portarmelo senza essere visto da nessuno o senza destare alcun sospetto in nessuno.
Un piccolo sorriso si fa largo sul mio volto, continuando a guardare quel piccolo taccuino marrone, cercando di capire come sia riuscito a capire che avere qualcosa su cui scrivere mi avrebbe resa molto più felice e rilassata. Non che rilassarsi sia un lusso che io possa permettermi di avere in questo momento.
Per fortuna ha messo la matita tra le posate avvolte nel fazzoletto.
Prendo il piatto e lo Poggio per terra, un po' lontano da dove si trova il letto, in modo da non rischiare di romperlo, o cadere in caso me ne dimenticassi.
Cerco di mettermi in modo da dare le spalle alla vetrata, poggiando la schiena sul letto, iniziando a scrivere tutto ciò che mi passa per la mente, come se però fosse uno dei miei libri, uno di quelli che scrivevo prima di tutta questa storia.
Parto dall' inizio, il giorno in cui ho incontrato per l prima volta Daniele, che mi ha mandata a chiamare dopo poco essere svenuta ed averlo visto nella mia ultima visione. Mi perdo nei ricordi, cercando di rendere tutto quello che scrivo il più vicino alla realtà che ho vissuto in questi giorni, in modo da fare capire a chi mai troverà questo taccuino, quello che ho visto, sentito e provato.
Quando sento bussare alla porta, sussulto, tanto mi sono immersa nella scrittura, che sono riuscita ad isolarmi completamente da tutta la realtà che mi circonda. Nascondo tutto sotto la mia maglietta, in modo da essere sicura che nessuno possa trovarlo. Riesco a tirare giù la maglietta appena un secondo prima che la porta venga aperta.
Lascio andare un sospiro di sollievo quando vedo entrare nuovamente William, insieme ad un altro piatto, mettendo fuori sul carrello quello del pranzo.
«Aspetta, è già ora di cena?!» gli chiedo stupita. Non immaginavo fosse già passato tanto tempo senza che me ne potessi accorgere. Concentrarmi sulla scrittura mi ha guatato a non pensare ai dolori e per fortuna sono diminuiti.
«Già. Ho fatto quello che mi hai chiesto Thaurel.» mi dice con un leggero sorriso, mostrando un' intera tavoletta di cioccolato al latte. Tutta per me. Non sono abituata ad avere un' intera cosa solo per me, considerando tutti i fratelli che ho a casa, c' è sempre qualcuno pronto a chiedermi un pezzo di qualcosa.
«Ti ringrazio davvero tanto William!» mi alzo senza nemmeno pensarci e lo abbraccio, stando attenta che non cada il piatto con la mia cena.
«È solo un po' di cioccolata, non è niente di che, ma se ti rende felice così poco, posso portartene quanta ne vuoi .» mi dice ridacchiando, mentre ricambia allo stesso tempo la stretta intorno alla mia vita.
«Non è solo per la cioccolata. So che sei stato tu ad attaccare il taccuino sotto il piatto di oggi a pranzo. Anche e soprattutto per quello ti volevo ringraziare. Per me è molto importante.» gli dico alzando la maglietta quanto basta a mostrare il taccuino.
«Io non avevo idea che ci fosse attaccato qualcosa sotto al piatto oggi pomeriggio a dire il vero.» il suo viso diventa confuso, aggrottando la fronte mentre continua a spostare il suo sguardo dal taccuino al mio viso.
«Dai so che sei stato tu. Non ci sono guardie qui ora, puoi dirmelo senza alcun problema, lo sai Will. Sono io.» gli dico con un sorriso nervoso, pensando mentalmente a come sia possibile che non sia stato lui a farmi avere il taccuino.
«Thaurel, non sto mentendo per paura delle guardie qui fuori. Sto dicendo la verità. Io non avevo idea dell' esistenza di quel taccuino fin quando tu non me l' hai mostrato poco fa. Ti giuro che è la verità, e non nemmeno idea di chi possa essere stato.» mi dice alzando le mani per mostrare di non star mentendo.
«Ti prego, non dire niente a nessuno allora... almeno non fin quando non avrò capito in qualche modo chi è stato.» gli chiedo quasi supplicandolo.
Annuisce, per poi uscire dalla stanza. Finalmente sola, inizio a chiedermi chi possa essere stato. Prendo il piatto, poggiandolo sulle mie gambe incrociate per terra, con la schiena contro il muro.  Sorrido leggermente vedendo la tavoletta di cioccolata, pensando che è quasi strano per me poter dire che potrò mangiarla completamente da sola. A casa mia sono  abituata ad avere sempre qualcuno pronto a chiedermi un pezzo di cibo. In fondo, è anche un vantaggio avere tanti fratelli, questo ti insegna sempre a condividere quello che si ha insieme agli altri. Credo che questa sia una delle poche cose per cui io li debba ringraziare.
Il pensiero di non sapere chi sia stato a farmi avere quel taccuino però, non vuole lasciare la mia mente nemmeno per un secondo, facendomi venire persino un mal di testa.
Riuscirò a capire chi è stato... anche se sono chiusa qui dentro.


Allora, so che ci ho messo parecchio tempo per pubblicare questo nuovo capitolo, ma giuro che vi posso spiegare. Prima di tutto però, voglio dirvi che spero vi sia piaciuto, ricordandovi che questo è stato semplicemente uno dei capitoli necessari per il proseguimento della storia.
In ogni caso, in questo periodo ho dovuto fare i conti con dei problemi di salute per cui ho preso delle pasticche ed insomma, una storia un po' lunga da spiegare e non penso interessi a qualcuno sapere tutto per filo e per segno quello che mi è successo, quindi non vado oltre.
Ho finalmente avuto del tempo da passare davanti al computer e potermi a scrivere questo nuovo capitolo.
Volevo riuscire a pubblicare nuovamente prima dell' inizio della scuola e per fortuna ci sono riuscita. Voi quando iniziate la scuola? La mia per i primi inizia il 15, mentre dal secondo in poi si inizia il 17. Quindi auguro a tutti voi che leggerete questo capitolo, un buon inizio e buona fortuna con il nuovo anno scolastico.
Lasciate qui sotto un commento e magari anche una stellina se vi piace la mia storia ed il capitolo in questione.
Alla prossima,
XoXo, Izzy💖
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