Capitolo 30

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Mi calmo all' istante, dato che è ciò che succede tutte le sere. Spengono le luci ed in quel momento capisco che è sera, ho contato i giorni passati grazie a questo momento fin quando non si riaccendevano, la mattina seguente.
Il mio cuore torna allora a battere in modo regolare.
Cerco di ricollegarmi ai pensieri di qualche secondo prima, tornando a chiedermi cose su me e la mia stirpe.
La domande che quindi mi sorge spontanea, è chiedermi come possano le altre persone, che non fanno parte della discendenza di Cassandra, come Achille e tutta la sua stirpe, a credere alle visioni che racconto o che hanno sentito raccontare da altre come me...
Forse con il tempo ha fatto effetto solo sulle persone normali? Oppure ha capito che doveva credere quando il suo cervello gli diceva di non farlo? Solo da una persona posso ricevere le risposte che mi servono a questa domanda, ma non ho idea di come entrarvi in contatto, per non parlare del fatto che il mio orgoglio non me lo permetterebbe mai.
Passo molto tempo a guardare il soffitto, le stanze davanti alla mia, e tutto ciò che mi circonda, prendendo in mano il mio ciondolo che si illumina al buio, e che tiro fuori dalla maglietta solo dopo essermi assicurata che anche tutte le persone poste alla sicurezza per il controllo di tutti noi non ci siano più qui intorno.
Inizio a fissarlo in ogni minimo dettaglio, per cercare di capire come possa illuminarsi in questo modo quando ne ho più bisogno, considerando anche il fatto che sono completamente terrorizzata dal buio, ma gran parte delle volte devo affrontare questa mia paura, visto che molti non credono che una ragazza della mia età possa ancora avere paura del buio.
Altri invece iniziano a ridere, e capisco che in tal caso faccio prima io a farmi coraggio ed affrontare la mia paura, invece che dover aspettare tale persona che mi aiuti. In entrambi i casi devo fare da sola, ma con questo mio ciondolo, ora mi sento quasi più serena. Tutte le notti che non sono riuscita a dormire da quando sono in questa cella, ho preso il ciondolo, ed ho iniziato a guardare la luce che emana, e la sua firma, facendo entrare in me un senso di pace e tranquillità, seppur dopo diverso tempo, considerando quanto sia alto il mio livello di stress ed ansia in quest' ultimo periodo in particolare.
Spesso mi sono anche ritrovata a pensare a come possa portarmi tanta calma un così semplice ciondolo. Forse perché lo ricollego ai miei ricordi, di quando me ne ha fatto dono mia madre. Oppure perché semplicemente, ricordandomi del sole, esso mi trasmette tranquillità.
Tutte le volte che mi rilasso completamente però, finisco per addormentarmi, senza che me ne ricordi al mio risveglio o che possa tornare ad avere il controllo del mio corpo e della mia volontà.
Proprio come sta succedendo in questo momento.
Con lo sguardo fisso sul mio ciondolo, chiudo sempre di più i miei occhi, fin quando non vengo completamente accolta tra le braccia Morfeo.

Ecco che le mie solite visioni iniziano appena i miei occhi si chiudono completamente.
Guglielmo e Giada sono nella mia camera, mentre cercano non so cosa ovunque io abbia messo le mie cose, tra cui i miei vestiti, i miei libri e tutto ciò che io abbia mai toccato nella mia stanza. Aprono i vari cassetti della mia scrivania, spostando i quaderni ed i fogli che ho lasciato in ordine al loro interno. Loro però non sono altrettanto ordinati, e tutto ciò che spostano resta in quel disordine totale della stanza. Se mai riuscirò a tornare alla mia vita al di fuori di questa casa, 'li porterò entrambi nella mia stanza per far loro rimettere in ordine tutto ciò che ora stanno lasciando in disordine.
«Nulla. Non c' è nulla in questa stanza. Cosa dovremmo andare a cercare ora?! I suoi genitori non hanno nessuna idea, il padre non ha nemmeno chiamato la polizia se non fosse stato per me, e con l' aiuto della polizia non è cambiato assolutamente nulla, anzi. Noi non abbiamo alcuna idea su dove poter iniziare ad andare a cercare la nostra amica sparita nuovamente dopo che è riuscita a tornare da noi. Avrei dovuto lasciare ogni suo discorso da parte ed essere semplicemente la sua amica, ma sono stata la migliore amica peggiore di sempre, andandomene arrabbiata da lei, solo perché volevo che andasse subito dai suoi genitori.» inizia a dire Giada parlando velocemente, ma sottovoce, come se non volesse essere sentita da altri che non sia Guglielmo, che sta al suo fianco.
Questo si avvicina a lei, mettendo le mani sulle sue guance, ed avvicinando il suo viso a quello della ragazza, guardandola negli occhi, senza mai staccare quel loro contatto fisso.
«Devi tranquillizzarti Giada. Se continui a stare così stressata, non riusciremo mai ad aiutare la nostra migliore amica. Soprattutto però, non devi farti una colpa se sei stata dura con lei appena è tornata da noi. Volevi solo che l' agonia di sua madre finisse, come era appena terminata la nostra. Questo perchè conoscevi il gran dolore della sua famiglia, o almeno speravi stessero così. Non potevi sapere cosa sarebbe successo poco dopo. Nemmeno io lo sapevo. Nessuno di noi poteva prevedere il futuro, o le cose sarebbero andate sicuramente in modo diverso. Non devi fartene una colpa Giada. Troveremo Thaurel, te lo prometto. Con o senza l' aiuto di tutti gli altri. Io e te ci riusciremo. In un modo o in un altro.» dice quel ragazzo, che è tanto sciocco, quanto saggio e responsabile, se la situazione lo richiede veramente.
Giada resta in silenzio durante tutto il discorso che le viene fatto da Guglielmo, per poi sorridere in un modo quasi impercettibile, ed avvicinarsi a lui quel tanto che basta per posare le labbra sulle sue dolcemente.
«Grazie, davvero. Non ti sto dicendo grazie solo per la situazione, ma è un vero e sincero grazie. Per tutto quanto. Per il fatto che senza di te probabilmente starei a piangermi addosso ininterrottamente, che senza di te non avrei mai pensato di iniziare a cercare la nostra migliore amica, io avrei semplicemente che la polizia risolvesse questa faccenda, o che lei tornasse da noi con il  suo solito modo di fare. Mi sarei aspettata che questa fuga facesse solo parte di una suα stramba idea perché si voleva allontanare da tutto e tutti. Senza di te non ho idea di cosa sarei riuscita a fare e non so nemmeno se sarei riuscita a afre qualcosa, anche qualcosa di semplice come alzarsi per andare a scuola.» dice la mia migliore amica, ancora vicina al viso di Guglielmo. Prendono poi qualcosa dalla mia scrivania ed escono dalla mia stanza, salutando nel solito modo educato mio padre, e con un forte abbraccio mia madre e mio fratello minore. Di mia sorella maggiore e di mio fratello maggiore non vi è nemmeno l' ombra in casa.

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