Capitolo 23

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Mi risveglio di scatto, trovandomi davanti il viso di Daniele. La cosa mi riporta subito alla realtà, e cerco in tutti i modi di staccarmi da lui, o fare in modo che mi liberi dalla sua stretta per correre dalla parte opposta.
Tutto succede fin troppo velocemente, e quando gli urlo tutto in faccia, sento gli occhi in fiamme e la vena sul collo, quasi scoppiare per tanta è la rabbia repressa che ho dentro.
Gli tiro prima un destro, ringraziando me stessa per aver scelto di fare taekwondo per sei anni consecutivi. Appena torno alla mia vita, la prima cosa che farò, sarà tornare nella mia palestra e ringraziare il mio maestro per aver insistito con me tanto sui combattimenti.
Poi gli tiro subito dopo due calci, prendendolo volontariamente nel punto più doloroso che può esserci per un ragazzo, sapendo che in questo modo avrei avuto un minimo di vantaggio da lui.
Senza guardarlo oltre, mi giro dall' altra parte, iniziando a correre con tutte le forze che ho nel mio corpo, senza voltarmi a guardare dietro, e rischiare di rallentare.
Dopo qualche minuto, riesco ad arrivare finalmente alla strada, e sono costretta a fermarmi, quando una macchina quasi mi mette sotto.
Vado verso il finestrino dal lato del passeggero, iniziando a chiedere di abbassarlo, per poter parlare, ma quando mi sposto da davanti, l' uomo nella macchina mi guarda male e torna a guidare.
Impreco sotto voce, mentre guardo tutte quelle macchine che continuano a sfrecciare davanti al mio sguardo, senza preoccuparsi minimamente di una persona sul ciglio della strada, arrivata qui di corsa.
Quando finalmente una macchina rossa si ferma davanti a me, mettendo le quattro frecce, facendosi leggermente da parte, in modo da permettere alle macchine al suo seguito di continuare la loro corsa indisturbate.
«Ti serve aiuto? Un passaggio per tornare a casa forse?» mi chiede, e riesco a vedere la faccia di una giovane donna che mi sorride, seppur con uno sguardo alquanto preoccupato.
«Si la prego.» dico, e dopo aver aperto la portiera, salgo subito in auto, guardando attraverso il finestrino, il punto dal quale sono arrivata io.
Dico velocemente il mio indirizzo di casa, e continuo a fissare lo sguardo su quel punto, fin quando non si fa troppo lontano, e sparisce completamente dalla mia visuale, lasciandomi uscire un sospira sollevato, come se tutto il peso che avevo sul petto, fosse improvvisamente svanito.
«La ringrazio. Mi ha praticamente salvato la vita. Il mio nome è Thaurel comunque.» dico voltandomi e presentandomi alla donna che continua a tenere lo sguardo fisso sulla strada.
«Nessun problema. Io sono Elisa comunque. Sicura di stare bene?» probabilmente mi ha preso per una pazza.
«Si,la ringrazio. In ogni caso, le chiedo scusa, ma potrebbe dirmi che giorno della settimana è questo? Ho fatto un po' di confusione con le date ed ora non ne sono più sicura» cerco di dirlo in modo da non sembrare come una che ha perso la memoria. Il pensiero di mio padre mi è balenato nella mente, e subito mi preoccupo di assicurarmi che non sia a casa oggi.
«È sabato. Sicura di non voler andare a fare qualche controllo in ospedale?» mi chiede preoccupata, mentre continua a guidare, guardando davanti a se, la strada.
«Si, sto bene. Mi scusi, ma mi sono appena accorta di aver sbagliato indirizzo.» dico, dato che non ho nessuna intenzione di tornare a casa con mio padre presente.
Quando lei annuisce, le dico il nuovo indirizzo. Quello di casa della mia migliore amica.
Mi sento in colpa a non andare immediatamente da mia madre, ma ancora non posso stare nella stessa stanza con mio padre.
Per fortuna il percorso fino a casa della mia migliore amica è breve, e guardando l' ora di quando arrivo lì davanti, spero con tutta me stessa che non siano già entrati in casa.
Non so come, ma sono più che sicura di trovare qui Giada e Guglielmo.
Scendo dalla macchina, ringraziando la donna, che fa appena in tempo ad allontanarsi, che mi congelo all' istante, dopo aver alzato lo sguardo.
Finalmente sono tornata a casa, e quel senso di calma mi avvolge completamente, quando i miei due migliori amici mi stritolano tra le loro braccia, in un forte abbraccio.
«Ragazzi, io vi voglio bene, ma vorrei andare a sedermi sul letto di Giada e raccontarvi tutto.» dico dopo un po' di tempo, trascorso ancora tra le loro braccia.
Mi stacco lentamente, con un piccolo sorriso.
«Tu ci racconti ora! Quando sei tornata?! Perché non ci hai detto niente?! Sei andata dai tuoi genitori?!» ecco che Giada mi assale con le sue domande. Ammetto che questo suo atteggiamento protettivo mi è mancato tantissimo, ma non lo dirò mai direttamente a lei.
«Giada, santo cielo, falla respirare!» per fortuna, Guglielmo non ha problemi nel dirle di calmare il suo istinto da mamma chioccia.
«In ogni caso, non vi ho potuto avvertire prima, per il semplice fatto che non ho più il mio cellulare. E comunque, no, non sono ancora andata dai miei genitori. Voi siete i primi che sono andata a trovare da quando sono scappata.» cerco di rispondere a tutte le domande che mi ha posto. Quando dico ai due che non sono andata prima dai miei genitori, mi guardano, sgranando gli occhi, come sorpresi da questa mia azione.
«Thaurel, sono molto felice che tu sia venuta qui da noi. Credo però che tu debba andare dai tuoi genitori.» mi dice Giada.
Scuoto la testa, sbuffando.
«Non ho intenzione di andare adesso. C' è mio padre, e non sono pronta mentalmente ad affrontarlo così presto.» dico loro la verità, seppur omettendo il motivo per cui ho una simile reazione.
«Senti, se vuoi puoi rimanere da me quanto vuoi. Lo sai che mia madre è sempre felice di averti a casa, e lo stesso vale per mio padre. Però prima o poi devi andare ad avvertire almeno tua madre. E poi bisogna dire a tutti che sei tornata! Non hai idea di quello che è successo in tua assenza!» mentre Giada cerca di farmi ragionare, Guglielmo resta in silenzio al suo fianco.
«Giada, so io cosa voglio o non voglio fare. Sono venuta da te perché credevo che mi avresti capita. Non ho intenzione di stare al centro dell' attenzione in questo momento, ma solo di rimanere per un po' in casa, con della calma. Quindi, se vuoi continuare a farmi la predica, fai pure, io me ne andrò da qualche altra parte.» le dico, facendole capire la situazione. Ho cercato subito lei per il semplice motivo che mi ha sempre supportata, è mia sorella, più di una migliore amica, ma se adesso non accetta la mia decisione, non so che farò.
«Thaurel, io non ho detto questo. Sto solo cercando id farti capire che tutti sono molto preoccupati per te, e che dovresti far sapere che stai bene. Alcuni sono arrivati a pensare perfino ad una tua morte, e si aspettano di leggere una notizia del ritrovamento del tuo copro da un momento all' altro. Devi far sapere almeno che stai bene, anche se non vuoi tornare a casa.» continua ad insistere Giada. Mi guarda negli occhi In queste situazioni le ho sempre dato ragione, ma non questa volta.
Una volta tanto voglio poter rimanere nel totale silenzio, senza che tutti mi chiedano cose, e poi, se si venisse a sapere del mio potere, sempre che esista qualcuno che non faccia parte a sua volta di qualche strana discendenza, che mi creda.
«Puoi venire da me se vuoi Thaurel.» improvvisamente Guglielmo sembra tornare con la testa sulle spalle, ed alzando lo sguardo finalmente su di me e la mia migliore amica.
«Cosa? Guglielmo, non darle un altro aiuto. Deve capire che deve fare come dico io. Non può continuare a far preoccupare tutti in questo modo.» Giada lo guarda male, facendo qualche passo di lato per allontanarsi di poco da lui, e guardarlo meglio in viso.
«Se non vuole dire a tutti che sta bene, è una sua scelta. Non credi? Queste scelte non le possiamo fare noi al posto suo. Al massimo possiamo darle dei consigli, ma credo sia anche normale che non voglia essere bombardata di domande e messaggi da tutti. Andiamo. Giada, dì a tua madre che non sono potuto venire per un contrattempo improvviso. Ci vediamo a scuola lunedì.» dice il mio migliore amico.
Questa sua improvvisa presa di posizione quasi mi lascia sorpresa.
«Fate come vi pare. Andate pure.» dice Giada, per poi voltarsi ed entrare nel portone di casa sua senza voltarsi indietro, o dire altro.
Sono tornata alla mia vita insomma...
«Andiamo dai.» dice Guglielmo, con un sospiro, mentre mi prende per mano, facendomi cenno di andare insieme verso la fermata dell' autobus.
Prendo un respiro profondo prima di ricambiare la sua stretta, ed andare insieme a lui. Spero non ci sia nessuno che conosco, o della mia scuola.
«Grazie. Davvero non capisco perché si sia comportata così con me. Insomma, dovrebbe capirmi, non inveirmi contro ed obbligarmi a fare qualcosa che non voglio.» dico, triste per ciò che è appena successo tra me e la mia migliore amica. Non riesco a capire proprio perché...
«Non ti preoccupare, è stato solo un momento particolare. Era preoccupata per te. Sono certo ceche farete pace molto presto.» ovviamente il mio migliore amico cerca di confortarmi. Con un suo piccolo sorriso di incoraggiamento, ed una mano sulla mia schiena, quasi mi sento meglio.
Mi butto senza preavviso tra le sue braccia, e quando mi stringe contro il suo petto, chiudo gli occhi, e tutti i muscoli, a poco a poco, si rilassano. Mi è mancato tantissimo, sia lui che tutto il bene che mi trasmette tutte le volte che mi parla o mi stringe. Il calore del suo corpo, al contrario del mio, perennemente freddo.
Involontariamente però, mi viene in mente la sensazione di protezione che ho provato al mio risveglio accanto a Daniele nella sua stanza. Non posso pensare a lui in questo modo, o in qualunque altro, ma solo per odiarlo per tutto ciò che mi ha fatto.
«Ecco l' autobus, andiamo.» mi sussurra all' orecchio il mio migliore amico, destandomi dai miei pensieri.
Mi stacco da lui ed insieme saliamo sul mezzo che per fortuna si ferma proprio davanti a noi, con la porta centrale.
Rimaniamo in totale silenzio fino a quando non scendiamo da lì, ed andiamo a casa sua. Dopo un po' di tempo, arriviamo finalmente a casa sua. Come immaginavo, la madre di Guglielmo subito corre da me ed inizia a fare domande su domande, senza lasciarmi nemmeno modo di capirne una tra le tante. Prima mi stringe, poi mi scuote. Certo che impazziscono tutti senza di me per un po' di tempo.
«Sto benissimo. Mentalmente un po' meno, ma le assicuro che fisicamente sono in gran forma.» dico alla donna davanti a me, mentre istintivamente vado a toccarmi il polso, sul quale vi è ancora quel simbolo, ormai impreso nella mia pelle per sempre.
«Andate, arrivo subito con qualcosa da mangiare per voi ragazzi. Sei dimagrita troppo secondo me.» inutile dire che lei è molto simile ad una delle nonne del sud Italia. Lei vede tutti più 'sciupati', di quanto in realtà non siano.
«Non si preoccupi.» cerco di dire, ma è già tornata in cucina mentre inizio a parlare. Tutta questa situazione suscita una risatina al mio migliore amico.
«La conosci, sai che quando decide che devi mangiare, tu mangerai. Andiamo, lascio la roba nella mia stanza.» mi dice, facendo un cenno con la testa verso la sua stanza.
Non sono venuta spesso a casa di Guglielmo, dato che siamo sempre stati di più a casa di Giada, in quanto l' unica a non avere altri fratelli.
«Thaurel! Chiedono di te al telefono!» sento urlare dalla madre di Guglielmo, mentre noi siamo in camera di Guglielmo.
Nessuno sa di me tranne i miei migliori amici. Forse è Giada che mi vuole parlare per chiarire subito.
«Vado, credo sia Giada.» avverto il mio migliore amico, che annuisce solamente per poi entrare nel suo bagno.
Quando arrivo in salone, nel quale mi aspetta Claudia, la mare di Guglielmo, con il telefono in mano, le faccio un sorriso di ringraziamento, prima di prendere il telefono di casa e portarlo al mio orecchio.
«Pronto?» chiedo, ed al suono di quella voce, il mio corpo si paralizza all' istante.
Come è riuscito a trovarmi?!


(Scusate per il ritardo ma ho scritto dal computer ed ho dovuto prima risolvere un problema che mi si è creato con il telefono, dove mi mostra solo una parte del capitolo.)
Ecco finalmente un nuovissimo capitolo per voi! Secondo voi chi sarà mai al telefono? Avanti, fatemi sapere tutto quanto nei commenti. So che questo capitolo è più corto del normale, ma ho voluto tagliare qui, per lasciare un minimo di suspence ed incuriosirvi di più per leggere il seguito della mia storia.
Spero veramente che vi sia piaciuto e fatemelo sapere. Ringrazio anche tutti voi per il gran traguardo raggiunto, 750 letture e passa! Grazie davvero.

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~Izzy 💖

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