Capitolo 2

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Perché mai dovrebbe essere ancora qui?
Quando incrocia il mio sguardo, lo abbasso immediatamente. Spero non mi abbia vista, o almeno, non mi abbia riconosciuta.
"Dai ragazzi sbrighiamoci." dico ai miei due migliori amici, tornando a trascinarli verso casa di Giada.
Mentre camminiamo mi giro di tanto in tanto,per controllare che non ci abbia visti, o che non ci stia seguendo.
"Thaurel,calmati,siamo arrivati." mi dice la mia migliore amica quando arriviamo davanti al cancello del suo palazzo. Subito sua mamma ci apre e noi entriamo, aspettando poi l' ascensore.
"Cosa sta preparando tua mamma Giada?" chiede Guglielmo mentre saliamo fino al piano di casa di Giada.
"Non ne sono sicura. Siamo quasi arrivati, non riesci proprio ad aspettare?" gli risponde Giada, guardandolo in modo confuso, mentre le porte dell' ascensore si aprono, facendoci arrivare davanti la porta di casa.
Giada e Guglielmo iniziano a suonare al campanello, facendomi alzare gli occhi verso il cielo. Fanno così da quando avevamo dieci anni, e tutte le volte la mamma di Giada si arrabbiava con loro, mandandoli immediatamente in camera a lasciare le loro cose.
"Scommetto che a suonare sono Guglielmo e Giada." dice Sara, la mamma di Giada, mentre apre la porta, per poi guardare male i miei due migliori amici.
"Ovviamente. Buongiorno Sara." la saluto, dandole del lei, come ho sempre fatto.
"Thaurel, quante volte ti devo ripetere che non devi salutarmi come fossi un' estranea che non consci. Saranno almeno dieci anni che ti conosco. Insomma ti ho vista crescere, basta darmi del lei. Altrimenti non ti faccio più entrare in casa." mi minaccia, puntandomi un dito contro. Annuisco immediatamente, dato che una volta lo ha fatto veramente, fino a quando non le ho detto 'ciao', invece di 'salve'.
"Scusa Sara." dico sorridendo, per poi entrare in casa ed andare subito in camera di Giada,che usiamo sempre tutti e tre, dato che non ha fratelli,seguita dai miei due migliori amici.
Metto le mie cose sul letto di mezzo,tutto rosa. Ognuno di noi ha un colore specifico per ogni cosa, oltre che sui letti. Io ho il rosa,Giada ha il blu ed infine Guglielmo ha il verde. Questi infatti sono anche i nostri colori preferiti, forse il mio è un po' banale, ma amo ogni tonalità di rosa.
"Finalmente sul letto!" urla Giada, buttandosi sul suo letto, dopo aver lanciato lo zaino sulla scrivania e per poco non finiva giù, dato che la finestra davanti la sua scrivania è aperta.
"Prima chiamo mia madre o inizierà a chiamarmi in continuazione perché non l' ho avvertita di essere arrivato, poi mi butto sul letto" dice invece Guglielmo, lasciando lo zaino sul suo letto, per poi prendere il suo cellulare e portarlo all' orecchio, iniziando a parlare con sua madre.
Prendo a mia volta il cellulare dalla tasca dei miei jeans, mandando un messaggio a mia zia ed uno ad i miei genitori, decido di non chiamare nessuno, per non rischiare di disturbarli.
Metto il cellulare sul letto, mettendo la suoneria al massimo, in modo che se qualcuno mi chiama riesco a sentire la suoneria.
Mi affaccio alla finestra della camera da pranzo,tutta blu, per controllare che il ragazzo non ci stia ancora seguendo o non sia sotto casa ad aspettarmi.
Per fortuna non c' è,o per lo meno,non lo vedo, anche se spero comunque che si sia rassegnato ed abbia smesso di seguirmi.
"Tutti a tavola!" urla Sara, la mamma di Giada, dalla cucina, facendo accorrere tutti e tre verso la tavola. I suoi hamburger sono i miei preferiti, tutte le volte che rimaniamo a dormire da Giada, la mamma ci fa hamburger e patatine per pranzo, facendoci mettere tutte le salse che vogliamo.
Ci mettiamo tutti a tavola, mentre Sara prepara i piatti.
"Mamma, dobbiamo aspettare papà per pranzare, o viene più tardi?" chiede Giada alla madre, mentre guarda il suo panino con uno sguardo famelico.
"Non vi preoccupate, Stefano arriverà tra un po', voi intanto potete iniziare a mangiare." ci dice sorridendo Sara, mentre lei si prepara un piatto con dell' insalata, con pomodori e mozzarella, per poi legarsi i capelli rossi in una coda alta, con molta facilità, dato che ha i capelli lisci, cosa che ho sempre voluto, ma non ho mai avuto, dato che i miei sono ricci...
"Buon appetito!" dico, per poi iniziare a mangiare.
Mentre i miei migliori amici chiacchierano con la mamma di Giada, io ancora mangio il panino. Purtroppo sono molto lenta nel mangiare, dopo che ho avuto una brutta esperienza con un calamaro quando avevo dieci anni, in vacanza con la famiglia.
Per questo motivo, spesso mio padre ed i mie fratelli si lamentano di ciò, ma ho imparato a non ascoltarli e continuare a mangiare, lasciandoli parlare.
"Sono a casa!" dice una voce maschile, appena entrata in casa, nello stesso istate in cui io finisco di mangiare.
Il padre di Giada fa la sua entrata in cucina, vestito con la mimetica e gli anfibi.
Ha sempre creato molto scalpore il fatto che il padre di Giada fosse un militare quando eravamo piccole, per questo ho iniziato a parlarle, nonostante non fossi molto convinta sul fatto che potesse essere una bambina simpatica.
"Finito!" dico infatti allo stesso tempo quando arriva Stefano, che mi guarda in modo leggermente confuso, per poi alzare le spalle, lasciando la sua borsa nera su una sedia ed andare a salutare sua moglie.
"Atti osceni in luogo pubblico!" inizia a dire Giada, facendo smorfie di disappunto verso i genitori, che si stanno scambiando un bacio.
Io e Guglielmo ci mettiamo a ridere guardando Giada, che poi si alza e ci trascina nella camera, dopo aver rivolto un saluto ai suoi genitori.
"Dai, mettiamoci a studiare, domani è sabato, e noi abbiamo ugualmente scuola e dobbiamo fare gli esercizi per domani." dice, prendendo subito il suo zaino ed aprendolo per prendere il necessario, mentre io e Guglielmo continuiamo a ridere.
"Strano ma vero, Giada ha ragione." dico io, mentre riprendo il controllo di me stessa, prendendo a mia volta lo zaino.
Dopo che riusciamo a convincere anche Guglielmo a prendere i libri ed i quaderni, ci mettiamo a turno, uno alla volta sulla scrivania di Giada, mentre gli altri due studiano sul letto.
Io e giada per fortuna ci possiamo aiutare dato che siamo nella stessa classe, aiutando anche Guglielmo, con quello che possiamo dirgli.
Passiamo tutto il pomeriggio sui libri, tra una pausa e l' altra, finiamo di studiare quando siamo oramai alle sei di sera.
"Che bello, finalmente abbiamo finito. Non ho intenzione di vedere un libro di scuola fino a domani mattina." dice Guglielmo, allontanando la sedia verde dalla scrivania.
"Io voglio la stessa cosa." dico, annuendo all' affermazione del mio migliore amico.
"Parole sante amici cari." dice a sua volta Giada.
Usciamo dalla camera mentre ci stiracchiamo come se fossimo dei gatti, andando verso la cucina, per prendere del cibo prima di cena.
"Non toccate nulla o vi lascio a digiuno." dice la mamma di Giada, mentre guarda la pentola, senza nemmeno rivolgerci uno sguardo, capendo che stiamo entrando in cucina, per il rumore dei nostri passi sulla moquette marrone che ricopre tutto il pavimento della casa.
"Ma mamma, noi abbiamo fame, non possiamo aspettare che arrivi la cena." dice Giada con un tono lamentoso, avvicinandosi alla madre.
"Niente lamentele, altrimenti non mangiate a cena ed io preparo tutto ciò, per poi buttare tutto perché voi mangiate quando non dovete." dice, guardandoci con uno sguardo severo, come se fosse nostra madre, mentre continua a girare gli spaghetti dentro la pentola.
"Credo che Sara abbia ragione. Almeno, per me, perché poi se mangio adesso, non ho spazio nello stomaco per la cena." dico, con un' alzata di spalle, mettendo una mano sul mio stomaco.
Mangerò anche poco, ma il mio corpo non è propriamente in forma. Con ciò non dico che sono grassa, ma nemmeno poi tanto magra, così come non sono tanto alta.
"Sei troppo matura per avere sedici anni." dice Guglielmo, sbuffando.
"Non sono matura, sono solo una persona responsabile e ragionevole, anche se per la quelli della mia età è una cosa strana." rispondo allora io, dandogli una leggera spinta, facendolo sbilanciare verso il tavolo, dove poi poggia un braccio per tenersi in piedi e non cadere sul tavolo.
"Dai Guglielmo, non ho usato tanta forza per spingerti. Ti sei fatto male?" gli chiedo, ridendo inizialmente, per poi preoccuparmi, andando verso di lui.
"Sto bene!" urla poi invece nel mio orecchio, facendomi sussultare per la sorpresa.
"Forza, Giada vai a chiamare tuo padre, la cena è quasi pronta." dice Sara, mentre ride, cercando di non farsi notare, così come sta facendo giada, mentre annuisce e mette una mano davanti alla bocca, per coprire il suo sorriso.
Scuoto la testa alla vista di loro tre che ridono, alzando gli occhi al cielo, mente un sorriso compare anche sulle mie labbra, mentre porto i tovaglioli a tavola e li posiziono.
"Voglio il cibo! Dai Sara, ho fame." dice Stefano, entrando in cucina, seguito da Giada, che ride. Tale padre, tale figlia penso, mentre guardo i due.
"Arriva, tutti a tavola!" dice, portando la pentola fino alla tavola, poggiandola sul poggia pentola.
Prepara tutti i piatti. Mangiamo tranquillamente, parlando tra di noi, un po' della scuola, anzi, parliamo principalmente di scuola.
Quando finiamo tutti di mangiare, sparecchiamo, per poi correre nuovamente in camera, chiudendo subito la porta, trascinata dentro da Guglielmo, che a sua volta è trascinato da Giada.
"Allora, ho preparato questa serata dal' inizio della settimana." dice Giada, con uno0 strano sorriso sul volto, mentre si inginocchia davanti al suo letto. Ci guarda un' ultima volta, per poi prendere una scatola da sotto al letto, mettendola su di esso.
"Hai preso le caramelle vero?!" mi alzo di scatto dal mio letto rosa, andando verso il suo, guardando il contenuto dentro la scatola.
"Ferma e torna immediatamente sul tuo letto, o tu non avrai nessun dolcetto." dice Giada, guardandomi minacciosa, puntandomi un dito contro.
Alzo le mani in segno di resa, camminando all' indietro, fino a sedermi sul mio letto.
"No, Thaurel, vai e prendi un dolcetto, così ce ne saranno di più per me." dice Guglielmo tra una risata e l' altra, mentre si sdraia sul letto.
Mentre è distratto, prendo un cuscino e glielo lancio in faccia, facendolo smettere di ridere. Mi rivolge uno sguardo, prima di saltare sul mio letto ed iniziare a farmi il solletico, mentre Giada ride, tenendosi la pancia.
Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma si mette a cavalcioni su di me, bloccandomi il busto sotto il suo peso.
"Basta! Chiedo venia!" urlo, ormai con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
A quel punto finalmente si sposta, mettendosi su di un lato del letto, continuando a ridere, mentre mi guarda.
"Quante volte volete che io vi ripeta che io vi vedo bene insieme?" dice Giada finendo di ridere, mentre ci guarda con uno strano sorriso sul viso.
Alzo gli occhi al cielo, mentre metto la maglietta rosa a maniche corte bene, in modo che mi copra i reni che si erano scoperti. Mi sembro mia madre delle volte...
"Perché non torniamo a pensare alle merendine?" dice Guglielmo, grattandosi la nuca, mentre scende dal mio letto, andando a sedersi sul suo, tenendo uno sguardo basso, senza rivolgermi nemmeno uno sguardo.
Lo guardo confusa, non capendo il motivo del suo improvviso cambiamento.
"Giusto! Allora, mettiamoci il pigiama, poi ci mettiamo a letto, per guardare comodi la serie." ci dice Giada, prendendo il suo pigiama da sotto il cuscino.
Io e Guglielmo lo prendiamo dalle nostre borse, senza scambiarci una parola.
Io e Guada rimaniamo in camera, mentre Guglielmo si va a cambiare in bagno. Saremo anche cresciuti insieme, ma ora siamo cresciuti, non ci tengo a vedere Guglielmo in mutande.
"Posso entrare?" bussa Guglielmo alla porta,mentre noi ci mettiamo la maglietta.
"Entra!" gli urliamo all' unisono io e la mia migliore amica, mentre iniziamo a saltare sul letto, pronte a lanciare il cuscino a Guglielmo non appena avrebbe aperto la porta.
"Ragazze va tutto bene?" dice il padre di Guada entrando in camera. Non facciamo in tempo a fermarci, ed entrambi i cucini finiscono su Stefano, che resta fermo qualche secondo davanti alla porta della camera, senza dire una parola, per poi uscire, tornando dalla moglie.
Finalmente entra Guglielmo, che, non appena chiude la porta, scoppia a ridere, piegandosi in due, mettendo le mani sulle sue ginocchia.
Io e la mia migliore amica ci rivolgiamo solo uno sguardo,facendo un cenno con la testa.
Entrambe prendiamo il nostro cuscino e lo lanciamo contro Guglielmo, che per la sorpresa, cade a terra, mentre continua a ridere. Allora, come se non ci bastasse come vendetta, decidiamo anche di saltargli addosso. Cerco di stare attenta a non far alzare la canotta blu del pigiama.
"Mi state soffocando!" dice Guglielmo, sotto il nostro peso.
Ci alziamo da terra, mentre ora a ridere, siamo io e Giada. Metto i pantaloncini bianchi con le rose del mio pigiama, in modo che tornino a coprire ciò che devono.
"Pronti per la maratona di serie tv?!" dice Giada,mettendosi in piedi sul suo letto,tenendo il telecomando come fosse un microfono.
Io e Guglielmo imitiamo le voci di fan scatenati,in ginocchio, davanti al letto di Giada, facendo finta di essere disperati per la sua presenza.
"Bene miei cari. Ora sedetevi o vi perderete l' inizio dell' episodio."
dice,tornando poi seria,mentre si siede sul letto,poggiando la schiena sulla parete accanto al suo letto.
Corro a mia volta sul mio letto, prendendo tra le braccia un peluche e poggiando la schiena alla spalliera del mio letto.
Passiamo tutta la serata così, mangiando dolci, guardando la nostra serie tv e chiacchierando. La mattina dopo mi sveglio sul mio letto,con un braccio che penzola fuori dal letto e la testa sul bordo.

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