Capitolo 31

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Resto per qualche secondo in silenzio a guardare il ragazzo davanti a me, mentre lascio la forchetta accanto al piatto, che sposto poco più in là da me.
Resto in assoluto silenzio con uno sguardo freddo e distaccato, mentre lui si avvicina, sentendo dietro di me le persone che, dalle altre celle, si affrettano ad avvicinarsi a vedere cosa stia succedendo nella mia. Dopotutto li posso anche capire, non mi arrabbio di certo perché cercano una distrazione dalla loro vita ordinaria che fanno da chissà quanto tempo, credo che anche io avrei fatto lo stesso se fossi stata al posto di qualunque altra persona in queste celle come me.
«Senti so che...» cerca di iniziare un discorso, ma lo interrompo subito dopo le sue prime parole, alzandomi in piedi, pronta a fare una di quelle lavate di testa che si dimenticheranno difficilmente, puntando un dito contro di lui.
«No, ora senti tu me, non ho nessuna intenzione di stare a sentire un' altra delle tue parole idiote e senza senso. Voglio dirti qualcosa io finalmente, e tu rimarrai in totale silenzio ad ascoltare attentamente ogni mia parola. Tutto è iniziato per colpa tua. Perché diamine fai queste cose?! Hai per caso paura di tuo padre?! Per questo motivo fai tutte queste cose odiose, come rapire una persona?! Io nemmeno sapevo delle mie vere origini fin quando non sei arrivato tu e mi hai rovinato la vita. Te ne rendi conto vero? Per non parlare di quando sono riuscita a scappare e non ho intenzione di parlare della situazione precedente. Mi hai fatto credere una cosa che non si avvicinava nemmeno lontanamente alla realtà dei fatti. Dovresti iniziare a pensare con la tua testa, invece che fare come un burattino tutto ciò che dice tuo padre. Capire che non sempre qualcuno fa solo cose giuste, anche se ti fidi a tal punto di non dubitare mai delle sue azioni. Credo che tu e tua sorelle dovreste solamente staccarvi da vostro padre, perché quello che fa a me, ed a tutte le altre persone qui dentro, potrebbe decidere magari un giorno, di farlo anche con voi due. Potrebbe volervi tenere sotto chiave in modo da creare un suo personale esercito di tutti i discendenti degli eroi presenti nelle storie di Omero. Non lo capisci che fa del male a tutti in questo modo?! E tu lo aiuti solamente- »non so esattamente cosa sia a farmi parlare in questo modo, e dove io trovi tutto il coraggio che mi fa dire certe cose, forse è proprio il ciclo, ma so con certezza che quando termino di parlare non è per mia volontà, ma solamente perché vengo fermata dalle labbra di Daniele che si posano sulle mie, lasciandomi con il fiato sospeso, mentre tutto il mio discorso, si disperde in mille pezzi, svanendo totalmente dalla mia mente, non appena avviene il contatto, e non riesco a pensare a nient' altro che a ciò che sta succedendo in questo momento.
Dovrei essere arrabbiata, anzi, furiosa direi, con Daniele, dovrei solo dargli un calcio dove gli fa più male...
Porto invece le mani sul suo viso e poi tra i suoi capelli, senza avere un vero controllo del mio corpo e della mia vera volontà, come se fosse l' istinto a controllare la mia mente. Le sue morbide labbra sulle mie, mentre il suo profumo di deodorante e sciampo al cocco mi invade le narici, anche se prima di questo momento, non avevo mai pensato al suo profumo, a quanto sia buono e piacevole... Non ho mai pensato a lui ad altro, se non come l' odioso ragazzo che ha scelto di rovinarmi completamente la vita. Ora però, è difficile spiegare ciò che provo in questo momento. Non è il mio primo bacio, no. Sono stata già fidanzata, ma sembra di essere tornata piccola, quando mi immaginavo come sarebbe stato essere un' adolescente al liceo, non mi sarei mai immaginata di finire rapita per la mia discendenza, e mai avrei pensato che sarei finita per baciare il mio stesso rapitore.
Dopo poco, la mia mente torna relativamente ad essere lucida e riesco a staccarmi, seppur con molta fatica, dal bacio.
«Questo cosa vorrebbe significare?! Hai ascoltato almeno anche solo una parola di tutto quello che ti ho detto?!» gli dico arrabbiata, non pensando momentaneamente al fatto che altre persone oltre a noi ci stanno osservando in questo momento.
«Senti, tu hai parlato ed io ti ho ascoltata, ora però tocca a me parlare ed a te ascoltarmi. In questo breve periodo di due settimane, ho pensato molto, sono stato via. Insomma, dovevo riflettere senza nessuna influenza e me ne sono andato per un po'. Sono riuscito a chiarirmi le idee, ed è esattamente come mi hai appena detto tu. Non posso continuare ad aiutare mio padre con questo genere di cose, un giorno potrebbe scegliere di fare la stessa cosa con me o con mia sorella. Non voglio continuare con questi rapimenti, sono le stesse persone che in origine magari, avevano rapporti di alleanza e pace con il primo Achille conosciuto. Per questo motivo, voglio aiutare te e tutte le altre persone qui presenti e che in questo momento ci stanno osservando, a scappare da qui, lasciando per sempre mio padre. Da solo, come è giusto che sia. Mi chiedo come mia madre abbia potuto amare un uomo simile...» parla con un tono di voce basso durante quasi tutto il suo discorso, per paura che qualcuno che non dovrebbe possa ascoltare ciò che mi sta dicendo. In quel preciso istante però, dopo aver terminato di parlare, sento dentro di me che è veramente una persona pentita, presa dal dolore della perdita della propria madre. Solo ora capisco il vero motivo di queste pazzie. Dopo la perdita della madre, aveva paura di perdere anche il padre...
«E come credi di poterci aiutare sentiamo.» gli dico, facendo finta di essere rimasta quasi del tutto impassibile alle sue parole, ma mostrando in ogni il minimo interesse per questa sua idea.
Sorride soddisfatto, capendo di aver preso la mia totale attenzione nominando una fuga da questo posto orrendo.

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