Capitolo 27

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Rimaniamo entrambi nella stessa posizione a fissarci per qualche secondo, in totale silenzio. Sembra quasi che il tempo si sia fermato in quel preciso istante, nel quale i nostri sguardi si sono incrociati.
Provo a formulare una frase di senso compiuto nella mia testa, ma davanti a lui continuo ad aprire e chiudere la bocca senza emettere alcun suono, come un pesce.
«Vedo che sei finalmente riuscita a ritrovare la tua stanza.» dice con una nota ironica nella voce.
«Io...non...» nonostante questa sua affermazione, il mio cervello sta ancora elaborando il fatto che sia riuscito a prendere in giro, sia me che Daniele.
Quando si alza, la paura che già avevo, aumenta in tutto il corpo, riuscendo a malapena a rimanere ferma e non far tremare le gambe.
Questa sua apparente calma è ciò che mi fa preoccupare tanto.
«Achille, sono uscita dalla camera ieri. Volevo cercare la porta o un modo per uscire da questa casa solo che poi mi sono persa...» ma il mio discorso di finte spiegazioni viene interrotto quando sento un ago nella mia spalla.
Giro di scatto la testa e vedo l' uomo di diversi giorni fa, che mi sta mettendo uno strano liquido trasparente nel corpo.
Cerco di staccarmi di dosso quel' uomo, spostandolo e cercando di staccarmi dalla spalla quella siringa, che più provo a staccare, e più mi fa male.
Torno con lo sguardo su Achille, ma ora sembra quasi di vedere attraverso gli occhi pieni di lacrime, e le palpebre si fanno sempre più pesanti. Continuo a combattere con me stessa per rimanere sveglia con gli occhi aperti, con tutte le mie forze.
Non appena Achille fa un passo verso di me, il mio corpo è troppo pesante per rimanere in piedi e sento il mio corpo toccare il pavimento.
L' ultima cosa che vedo in modo relativamente definito, sono i piedi dell' uomo che credo di odiare di più in tutto questo mondo.

Quando mi risveglio, ci metto qualche secondo, se non un paio di minuti,  prima di capire dove mi trovo e cosa sia successo. Continuo ad aprire e chiudere gli occhi, percependo ancora le palpebre pesanti, come quando si è appena svegli, e si vorrebbe continuare a dormire.
Il letto su cui sono sdraiata non sembra lo stesso di questi giorni, ma non è nemmeno il mio caldo letto di casa mia.
Cerco di guardarmi intorno, ma lo sguardo è ancora confuso e leggermente offuscato dai miei occhi ancora stanchi.
«Finalmente ti sei svegliata.» sentendo quella voce, sussulto riconoscendola all' istante, scattando seduta su quel letto, e guardando l' uomo al mio fianco.
«Dove sono?» spero che Achille mi dia una risposta concreta, e non una delle sue risposte senza alcun senso.
«Sono certo che ti ambienterai in questa nuova camera. Qui non potrai uscire e non potrà entrare nessuno, senza il mio permesso, o che io lo venga prima a sapere. Quindi, non tentare la fuga, o qualunque altra cosa tu possa pensare.» parla con tono deciso ed autoritario, come se stesse leggendo nella mia mente tutti i miei pensieri e le mie domande.
Prima di avere il tempo di poter parlare o anche solo emettere un suono, Achille esce dalla stanza senza guardarsi indietro, e sparire dietro quella porta bianca.
Porto una mano alla testa, che inizia a girare leggermente. Cerco di calarmi, mettendo un paio di dita sulle tempie, iniziando a massaggiarle. Quando finalmente il mal di testa si calma un minimo, riapro gli occhi, e mi guardo intorno, decisa a capire dove mi abbia portata.
Mi basta uno sguardo rapido verso la parete al lato opposto della piccola stanza, per capire dove mi abbia messa.
Guardo gli altri ragazzi nelle 'celle' davanti alla mia, che ora mi guardano, come dispiaciuti per me e per il luogo in cui mi ha messa Achille. Lo stesso nel quale sono stati portati loro, anche prima di me e nel quale stanno da più tempo.
Prendo coraggio e mi alzo dal lettino, notando che sembra uno di quei lettini che trovi negli ospedali, grandi abbastanza per una persona solamente, completamente bianchi. Rabbrividisco alla vista di questo letto e di tutto ciò che ora mi circonda. Le persone, i dottori presenti nelle stanze degli altri ragazzi in quelle 'celle'.
Mi avvicino alla parete trasparente, poggiando una mano sul vetro, mentre osservo tutte quelle persone, quei dottori, che camminano tranquilli nel corridoio centrale, tra due file di stanze controllate, come se fossero senza paura di rischiare la vita, dato che uno di loro potrebbe sempre tentare di ucciderli, o comunque, fargli del male.
Scuoto la testa, ora più confusa che mai, e mi allontano dal vetro tornando a sedermi sul letto che mette i brividi. Una delle mie memorie più vividi di quando sono andata all' ospedale, si trattava di mio fratello minore. Era stato portato all' ospedale e quando io sono andata a trovarlo dopo un giorno di scuola, rimasta con il suo pensiero fisso, vedendolo lì, sdraiato su quel letto, senza potersi nemmeno muovere o poter ridere, con le ondine nel naso, ho cercato di evitare il minimo contatto anche solo con quel letto. Ricordo perfettamente che è rimasto all' ospedale anche dopo il mio compleanno, che ho 'festeggiato' nella sua camera d' ospedale.
Tornata in me dopo questo breve flashback, scuoto la testa per scacciare quel ricordo, e mi passa per la mente addirittura il pensiero di sedermi per terra e di dormirci, ma capisco che sarebbe solo una pessima idea, ed in tal modo rischierei di prendermi un raffreddore o la febbre, e direi che non mi sembra il momento adatto per ammalarmi in questo modo.
Mi passo una mano tra i capelli, mentre ancora non posso credere di essermi svegliata all' improvviso in questa stanza.
Il pensiero però che vorrei evitare più di tutti, riguarda una persona in particolare. Una persona che provoca dentro di me, strane cose contrastanti. I miei sentimenti si comportano in un certo modo, mentre la mia mente vorrebbe solo capire perché mi sento in questo modo, per lui.
Prendo respiri profondi e chiudo il gli occhi, per tentare invano di eliminare questa persona dal centro dei miei pensieri al momento.

SONO VIVA! Finalmente sono resuscitata e sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo anche qui.
Vi chiedo veramente perdono per la mia prolungata assenza da Wattpad e dai libri lasciati qui senza aggiornamenti. Potete immaginare il motivo che mi ha spinta ad una simile azione. La scuola. Ora è tutto finito, e durante l'estate cercherò di aggiornare entrambe le mie storie. (La ragazza Originale, è una storia su The Vampire Diaries, ma se vi piacciono semplicemente i vampiri va benissimo).
Spero veramente che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se è più corto. Prometto che con i prossimi andrà molto meglio, croce sul cuore.
Fatemi sapere secondo voi a chi sta pensando la nostra Thaurel e cosa starà provando.

Alla prossima,

XOXO
~Izzy💖😘
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