Capitolo 36

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BUON ANNO A TUTTI VOI! Che il 2019 vi possa portare tutto ciò che sognate♥️ buona lettura.

Quando per l' ennesima volta mi bussano alla porta del bagno per chiedermi a che punto io stia, dico spazientita che sono uscita e sto per rivestirmi. Ecco che entra però una ragazza nel bagno, con delle cose tra le mani.
«Mi hanno detto che ti devo far indossare queste cose.» dice la ragazza tenendo un tono di voce basso e neutro, come se fosse timorosa perfino nei miei confronti.
Osservo il magnifico abito che la giovane ha tra le braccia, in attesa che io le dica dove posarlo. Guardando quel magnifico abito rosso, con una lunga gonna in velluto, allo stesso tempo provo timore.
Timore perché ho paura del motivo che mi porterà a dover indossare questo abito da principessa.
«Sai per caso a cosa è dovuto questo abito?» chiedo alla ragazza, mentre le faccio cenno di lasciare il vestito vicino al lavandino.
«Questa festa viene fatta tutti gli anni dalla famiglia del padrone. Vengono invitati a partecipare solo le persone discendenti più importanti e con maggiori poteri, se così vogliamo definirli, che hanno preso parte alla guerra di Troia.» mi spiega la ragazza, è noto il suo sguardo illuminato.
«Non hai mai avuto modo di partecipare vero? Può sembrarti fantastico, ma non credo sia lo stesso per le persone che sono invitate. Sono tutte persone che lui tiene chiuse dentro a delle stanze e che tiene sotto controlli per avere il potere. Anche se non ho ancora capita cosa ci voglia fare esattamente con tutte queste persone...» dico schiettamente alla ragazza davanti a me.
«Questa è sempre una serata magica signorina. Sono certa che anche questa volta accadrà qualcosa di fantastico.» dice con enfasi la ragazza. Avrà qualche anno in più di me, ma sentirmi chiamare signorina da lei mi fa sentire vecchia più di quanto in realtà io sia...
«In ogni caso, ammetto che è un abito bellissimo.» il che è vero. Non vedo l' ora di indossarlo, anche se la circostanza per cui debba metterlo non è delle migliori.
Le faccio un piccolo sorriso, segno che può uscire dalla stanza per lasciarmi vestire.
«Arrivo subito. Indosso l' abito ed esco dal bagno, tu intanto non dovresti uscire e lasciarmi vestire da sola?» le chiedo confusa, cingendo il corpo con le mie braccia, tenendo allo stesso tempo l' asciugamano.
«Si scusi. Ora vado.» dice come se fosse appena tornata da un sogno ad occhi aperti.
Tengo sul viso un sorriso cortese fin quando non chiude nuovamente la porta del bagno, e lascio andare un sospiro di sollievo finalmente.
Osservo il lungo vestito rosso davanti ai miei occhi. Ho sempre amato i vestiti eleganti. Mi fanno sentire una regina o una principessa dell' epoca di Maria Stuart ed Elisabetta I. Sembra una cosa infantile, ma ho sempre sognato in grande.
Lascio andare l' asciugamano che cade a terra, prendendo tra le mani l' abito rosso. Con molta emozione lo indosso, notando che ha uno scollo a barca, e dunque le maniche ricadono sotto le spalle. Nonostante mi sia stato dato da una persona tanto orrenda come Achille, questo abito è a dir poco fantastico.

Liscio la lunga gonna, che tocca terra, dato che sono ancora senza scarpe

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Liscio la lunga gonna, che tocca terra, dato che sono ancora senza scarpe.
Esco dal bagno, trovando subito davanti a me la ragazza di poco prima insieme ad una delle guardie che passa davanti alle celle tutti i giorni.
«Ora seguitemi.» mi dice la ragazza, per poi voltarsi subito dopo, dandomi le spalle, ed iniziare a camminare. Dietro di me ovviamente si pone la guardia, che a mala pena mi lascia lo spazio necessario da poter essere chiamato spazio vitale.
Come mi aspettavo, mi ferma per mettermi una benda sugli occhi, ricominciando subito dopo a camminare. Senza poter vedere niente, sono obbligata a tenere un lembo della gonna con una mano, in modo da non rischiare di inciamparvi e cadere, finendo con la faccia per terra.
Sono costretta a procedere lentamente, anche perché devo stare sempre pronta a girare da una parte o dall'altra, in attesa che la ragazza mi dia le indicazioni.
Ci impieghiamo diversi minuti ad arrivare a quella che credo sia la meta. Sento una porta aprirsi ed una mano sulla mia schiena che mi spinge all' interno. Non è una delle mani della ragazza, ne sono certa. È grande e mi spinge con potenza. Tutto l' opposto di quelle di lei.
Finalmente mi viene tolta la benda, e vedo ciò che mi circonda.
Una stanza con uno specchio su ogni lato di essa. In fondo alla camera, una grande toletta con altrettanti trucchi su di essa.
«Prego, avvicinatevi e sedetevi. Non ci metterò molto.» la giovane mi fa segno di sedermi sulla sedia davanti a tutti quei trucchi che userà per me.
«Molto volentieri. Mettici tutto il tempo necessario tranquilla.» essere truccata mi rilassa molto. Anche quando lo faceva mia sorella maggiore.
Chiudo gli occhi, lasciando cadere le mani sul mio ventre.
Mentre sento i pennelli toccare il mio viso delicatamente, cerco di immaginarmi ciò che mi aspetta a questa festa. Mi impongo di non parlare e, ancora meglio, nemmeno di guardare Daniele. Devo essergli assolutamente indifferente. Per riuscire in questo, dovrò trovare qualcuno con cui parlare.
Appena potrò tornare in quella stanza bianca, proverò a contattare Giada e Guglielmo.
Sono talmente immersa nei miei pensieri che ormai la ragazza ha terminato il trucco.
Apro lentamente gli occhi, e la prima cosa che vedo è il mio riflesso nello specchio davanti a me. Il trucco intorno ai miei occhi si abbina al rossetto rosso che mi ha messo sulle labbra.

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