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Una volta per tutte, Kacchan. Smettila di trattare male Todoroki. E con questo, penso tu abbia capito di cosa io voglia parlare.

Proprio così.
Di quello che gli hai detto dopo la sua confessione. La quale, ripeto, io non ho minimamente udito e nemmeno ne ero venuto a conoscenza in seguito.
Solamente qualche ora fa, ho scoperto quale condizione stava vivendo, per colpa mia.

Perché, Kacchan, io ho trascurato quello che credevo il mio miglior amico, senza rendermi conto dei suoi sentimenti, preferendo te.
Lo rimpiango tutt'ora. Todoroki era, ed è, un ragazzo meraviglioso.
È intelligente, simpatico, gentile, protettivo, tranquillo, carino, dolce e bello.
Pochissimi sono i punti che vi accomunano. Molto probabilmente, solo, l'intelligenza e la bellezza. Poi tu sei l'opposto.

E come ti ho già fatto capire, Todoroki ha sofferto per colpa mia, mentre tu hai sofferto per colpa tua.
Ed io ho perso entrambi.
Ma, nonostante io ti ami e ti voglia bene, non potrò mai perdonare quello che hai detto a lui, Kacchan.
Tu non hai alcun diritto, per etichettarlo e giudicarlo. E, nonostante tu non lo sapessi, indirettamente hai offeso anche me.

Di quella giornata ricordo solamente di aver incontrato Todoroki in lacrime, nel bel mezzo del cortile esterno allo Yuei.
Provai ad avvicinarmi, ma lui era diverso. Non era come l'ultima volta che aveva pianto di fronte a me.

I suoi occhi, il suo corpo, il suo volto, trasmettevano rabbia, disgusto, fastidio e paura.
Ebbene sì, paura.

Ho pensato di non chiamarlo, di lasciargli spazio.
Non mi sembrava il caso, anche perché ero troppo convinto che il suo stato d'animo dipendesse dalla condizione di sua madre. E forse, anche dell'intera sua famiglia.

Todoroki si allontanò, non notandomi. E fu meglio così.

Decisi di uscire anch'io, e tornare a casa. Volevo dimenticare quella sua espressione, e finirla con le domande dato che non avrebbero ottenuto risposta da sole.

Il giorno dopo a scuola, indovina chi mancava.
Esatto. Todoroki era assente.
Mi si era gelato il sangue, preoccupato che fosse successo qualcosa. E, subito, mi pentii di non avergli rivolto la parola il giorno prima.

I professori non ci diedero nessuna informazione, nemmeno loro sapevano cosa potesse averlo trattenuto. E, così, mi preoccupai ancora di più.

Poi ti sentii.
Kacchan, tu stavi sghignazzando.
Volevo ignorarlo, il tuo ridere, ma più provavo a farlo più mi rendevo conto che tu insistevi.
Sperai che tu ridessi per i fatti tuoi, ma non fu così.

All'intervallo poi scoprii tutto.
Sfortunatamente, per te, Kirishima aveva visto te e Todoroki parlare il giorno prima.
Così era venuto da te, per chiederti informazioni e per capire il tuo comportamento.

E tu, non sapendo che io ero dietro la porta ad ascoltare, hai raccontato per filo e per segno cosa gli hai detto.

-Ieri se l'è cercata.- Hai affermato inizialmente, senza aggiungere dettagli.

-Tu e lui non andate d'accordo, ma... ecco... quello che gli hai detto mi sembra...- Ha balbettato Kirishima, probabilmente nervoso.

-Ti sembra?- Hai incalzato tu, quasi infastidito.

-Esagerato... mi sembra esagerato.- Ha ammesso, dopo attimi interminabili di silenzio.

Se per Kirishima, un tuo comportamento, era esagerato, allora lo era anche per il sottoscritto.

-Esagerato?!- Hai sbottato, come sei solito fare. -Mi danno fastidio quelli come lui.- Hai aggiunto, ma non riuscivo ancora a capire cosa intendessi.

-Perché è sempre insieme a Midoriya? È questo che intendi?- Ha domandato Kirishima.

Sgranai gli occhi. Se fosse stato davvero quello il motivo, allora, sarebbe veramente stupida come motivazione.

-Cosa?! Come se mi importasse di lui.-

Ero più che sicuro che avresti risposto così.

-E allora perché non ti va a genio? Non è una cattiva persona.- Ha continuato Kirishima, cercando di estrapolare informazioni dalla tua bocca cucita.

-Lo vedi come si comporta? Sempre silenzioso, educato e si avvinghia facilmente a quelli come Deku. Sono sempre insieme, e me lo devo ritrovare davanti al volto ogni giorno. O almeno, non oggi.- Hai sputato fuori dalla bocca la verità, alla fine.

E da come ne parlavi sembravi geloso di Todoroki, ma pregai perché Kirishima non te lo facesse notare.

-Quello che gli hai detto tu è ben diverso. Tu non gli hai detto questo. Gli hai dato del figlio di papà, e per giunta...- Kirishima si fermò un'ulteriore volta, probabilmente si era reso conto di star parlando troppo ad alta voce.

-E per giunta...?-

-E per giunta gli hai dato del 'frocio'.- Ha ammesso, alla fine, più a bassa voce, ma abbastanza alta da permettere a te, e a me, di sentire.

Ed in quel momento, mi portai una mano all'altezza delle labbra.
Trattenni l'istinto di gridare, di raggiungervi e di darti un pugno.
Capii molte cose e spiegai un tuo comportamento, avuto con me qualche tempo prima.

Ricordi quando abbiamo dormito insieme, nel mio letto? La mattina hai avuto una reazione esagerata. Avevi intuito che pure io ero un 'frocio', come ti piace chiamarli?
Perché se lo era, e se lo è, Todoroki allora lo ero anch'io.

Uscii dalla scuola. Non mi importava di sentire altro, e nemmeno di sapere come aveva reagito Todoroki.
O almeno, mi importava saperlo, ma non da te. Volevo scoprire il resto dal mio migliore amico.

Lo chiamai e lui rispose.
Ho cercato di capire perché non fosse venuto a scuola, se stesse bene e di non fargli capire la mia 'scoperta'.
Ma Todoroki lo intuì, dal tono della mia voce.
Ero infuriato.

Alla fine siamo entrati nell'argomento e abbiamo parlato di te.
Quanto sei stato malvagio, subdolo e bastardo, Kacchan.
Quel giorno il mio cuore si era distrutto in mille pezzi.

E sono venuto a scoprire un'altra cosa, parlando con Todoroki.

-Mi ha intimato di stare lontano da te.-

Le possibilità sono due.
La prima: tu volevi allontanarlo da me e non mi stupirei se gli avessi anche detto che sono omofobo.
La seconda: tu sei davvero geloso della nostra amicizia, che hai così tanta paura che lui mi porti via da te.

Dopo aver saputo cosa avevi detto a Todoroki, avevi costretto me stesso ad allontanarmi da te. E non era colpa di nessuno, ma solo tua, Kacchan.
Ed avevi anche distrutto il mio sogno, quello di stare con te. Se disprezzavi gli omosessuali, significava che tu non lo eri. Giusto?

Pazienza.
Vorrei dirtele queste cose, ma se dopo averle sapute tu volessi stare insieme a me, pensi davvero che mi sentirei felice?
Non conterebbe nulla quell'amore, saresti solo costretto.
Perché questo non era ciò che volevi tu, Kacchan.

Isn't That What You Always Wanted, Kacchan?  //BakuDeku\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora