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Se una notte sono rimasto a dormire da te, Kacchan, due notti dopo sono stato da Todoroki.
E no, non farti strane idee, abbiamo solo dormito ed io gli ho raccontato della notte insieme a te.

Usciti da scuola, mi ha fatto strada verso casa sua. Una villetta in stile giapponese, decisamente bella ed ordinata come ho sempre pensato fosse casa sua.

Non mi aspettavo di ricevere l'accoglienza da parte di sua madre, dato che mi aveva spiegato la situazione. Però devo ammettere di essermi stupito nello scoprire che Todoroki avesse una sorella maggiore.

E, quando gliel'ho chiesto una volta soli in camera, sono balzati fuori altro due fratelli più piccoli. Non li ho conosciuti purtroppo.

La sorella maggiore, Fuyumi, assomiglia molto al mio migliore amico.
Non ha i capelli divisi al centro, ma sono completamente bianchi con qualche ciocca rossa.
Il suo viso, più adulto rispetto al fratello, ricorda quello di Todoroki, ma a differenza del mio amico ha gli occhi entrambi grigio scuro. E porta gli occhiali.

Mi piace sua sorella, è stata decisamente gentile, nonostante suo fratello non gli avesse accennato il mio arrivo.
Ed ho capito perché fosse un po' nervosa.

Loro padre li rende nervosi.

Eravamo entrati in camera di Todoroki, ma sua sorella gli aveva chiesto di parlare, così sono rimasto qualche minuto da solo.
Non so cosa si siano detti, ma credo centrasse la mia presenza e il fatto che loro padre non lo sapesse.

Loro due non mi hanno fatto sentire un peso, nemmeno per un momento, anzi erano felici che fossi lì.

In camera sua, notai delle foto sulla scrivania. Quella che mi balzò all'occhio, immediatamente, fu una che ritraeva una donna con in braccio un bambino.
Il bambino era in tutto e per tutto il mio migliore amico, e la donna doveva essere sua madre.

Era felice, con le lacrime agli occhi e sorrideva.
Ricordava molto sua figlia, se avessi incontrato la loro madre l'avrei immediatamente collegata a Fuyumi.

Todoroki entrò, mentre fissavo la foto, lo sentii sospirare.

-Scusa, Midoriya.- Mormorò richiudendo la porta alle spalle e posando la borsa a terra.

-Non ti preoccupare.- L'ho tranquillizzato.

Se c'era qualcosa, che non volevo, era essere un peso per Todoroki. Gli chiesi se restare lì andava bene e che, in caso contrario, sarei tornato a casa senza problemi.

-Scherzi? Non è un disturbo, e mio padre non ti dirà niente.- Ha obiettato il mio migliore amico, facendomi percepire l'odio che provava per quell'uomo.

Volevo cambiare discorso, così volsi lo sguardo verso la fotografia di sua madre, e senza curarmene gli parlai di lei. O meglio, cercai di sapere qualcosa su di lei.

-Come sta tua madre?-

-Bene... ormai si è abituata, alla sua condizione.- Ha risposto Todoroki, ma non ero del tutto convinto del suo stato d'animo tranquillo.  -L'hanno scattata poco dopo che sono nato, avrò avuto cinque mesi.- Si riferiva alla foto che, fino a quel momento, avevo guardato.

-Sembrava così felice.- Ho commentato cercando di risollevare il morale al mio amico.

Era colpa mia, se quella conversazione aveva preso una piega del genere.

-Lo era... se non ci fosse quella foto, ricorderei lei solamente in lacrime.-

Ho annuito, non sapevo cosa dire o come rallegrarlo, e Todoroki l'aveva capito. Mi aveva invitato a casa sua non per sentirsi ancora più triste, ma perché voleva stare con un amico.

Così ci siamo incentrati su un altro argomento.
L'argomento era Katsuki Bakugou.

-Quindi... avete dormito insieme?- Chiese lui, sorprendendomi.

Non pensavo potesse comportarsi come una migliore amica, come la ragazza che vuole sapere tutto sull'amica e quello che era successo con il ragazzo che le piaceva.
Ma mi sbagliavo.
Anche Todoroki presenta quel lato.

E così, abbiamo passato il resto del pomeriggio a parlare di come ti eri comportato con me, di come eri stato dolce e di come avevi pianto di fronte a me.

-Sono felice per te, Midoriya, davvero.- Ha ammesso Todoroki abbracciandomi.

Non mi ero preoccupato di quell'abbraccio e nemmeno di aver raccontato qualcosa che al mio migliore amico dava fastidio.
Non per come pensavo io, ma perché a Todoroki piacevo, e parlare a lui di te non era la mossa giusta.

Qualcuno ha bussato alla porta, era sua sorella.

-Papà sta per rientrare.-

Todoroki gli aveva chiesto di dirgli quando Endeavor sarebbe tornato, per uscire con me di nascosto.
Aveva deciso di cenare fuori, forse per evitare possibili conversazione con il padre e con me.
Pensai che fosse la scelta migliore, sarei stato in imbarazzo e non avrei saputo cosa dire.


Ricordo che nella strada del ritorno c'erano poche persone in giro, ed era tardi. Todoroki si era trattenuto il più possibile per non incontrare il padre nemmeno dopo cena.

Infatti, in casa sua, dormivano tutti quando siamo tornati.
Ci siamo rintanati in camera, e velocemente ci siamo cambiati e siamo andati a dormire.

Credo che sia tu, che Todoroki, avete bisogno di almeno un futon in più.
Forse lui ce l'aveva anche, ma andandolo a prendere avrebbe svegliato il padre e chissà chi altro.
Così abbiamo dormito nello stesso, come io e te, Kacchan.

Ci ho messo un po' ad addormentarmi, come anche il mio migliore amico.

-Posso abbracciarti?- Ha domandato, ad un tratto.

Mi sono accoccolato di mia spontanea volontà tra le sue braccia, percependone una più fredda e l'altra più calda.
Ho ripensato a te, Kacchan, mentre mi stringevi e piangevi.

E con la tua immagine, in testa, mi sono addormentato, non rendendomi conto che Todoroki stava piangendo.

Perché tu piangevi, l'altra notte?
Perché ancora adesso non lo so?
E perché non ho consolato Todoroki?

Pazienza.
Vorrei dirtele queste cose, ma se dopo averle sapute conoscessi il motivo delle tue lacrime, pensi davvero che mi sentirei felice?
Non conterebbe nulla saperlo, saresti solo costretto.
Perché questo non era ciò che volevi tu, Kacchan.

Isn't That What You Always Wanted, Kacchan?  //BakuDeku\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora