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Ricordo di aver sentito dei passi, si facevano sempre più vicini, e sperai fossero i tuoi, Kacchan.
Come la prima volta che finii qua dentro, dopo l'attacco dei Villains.

Quella volta giunse Todoroki, e di lì in poi, nacque la mia amicizia per lui ed il suo amore per me.

Anche, questa volta, fu Todoroki ad entrare nello stanzino, lasciato vuoto per permettermi di parlare in privato con qualcuno.

Ovviamente, come ormai ero abituato, restai deluso nel non vederti subito dietro di lui, ma sotto sotto me lo aspettavo.

Il mio migliore amico si è gettato sul lettino stringendomi dolcemente, facendo attenzione a tutti i fili a cui ero collegato e al mio corpo fragile, senza forze.

E, con le poche che mi rimanevano, gli parlai.

-Hai vinto...- Ho sussurrato, cominciando a tossire ripetutamente.

Lui mi fece cenno di non parlare.

-Non sprecare energia, ci sarà tempo per parlare.- Mi ha rassicurato lui, mentre io scoppiavo in lacrime.

Lui ancora non lo sapeva, ma io stavo morendo. Sentivo il mio corpo abbandonarmi, non percepivo più le gambe, era come se fossero lì, ma l'anima non le volesse controllare.
Le mie braccia si muovevano a malapena, e non volevo muoverle in direzione di Todoroki, per non provare la stessa sensazione delle gambe.
E poi c'era il mio cuore.

Distrutto per tante cose.

Era distrutto dal mio amore non corrisposto. Era distrutto dalla sofferenza che provavo per aver fatto star male il mio migliore amico. Ed era distrutto dall'essere venuto a conoscenza della mia prossima morte.

-Non piangere, Midoriya.- Todoroki cercava di calmarmi, ma avevo paura.

E ho paura. Non sono ancora morto, Kacchan. E ciò che voglio di più adesso è vederti.
Glielo dissi.

-Tra poco combatteremo. Io contro di lui.- Ha ammesso il mio migliore amico. -Appena finito il match, te lo porto.-

E mi venne da piangere ancora di più.
Lui stava realizzando il sogno, che fino a pochi minuti prima era il mio.

Io volevo combattere contro di te, e volevo vincere.
Io volevo diventare un Hero, e non potevo più.
Io volevo vivere.

-Puoi... puoi vincere, per me?- Faticavo a parlare, ma avevo la necessità di fargli capire cosa volevo.

Erano le mie ultime richieste.

Todoroki annuì, ma vidi nel piccolo televisore della stanza, che non vinse.
Non mi era dispiaciuto così tanto, come credevo, eppure tu non eri felice.

E fu così, che, una volta asciugatomi le lacrime, raccontai tutto quanto a Todoroki.
Molte cose le aveva già sentite, altre no.

Non sapeva del giorno in cui, da piccoli, siamo andati al parco insieme, per il mio compleanno. O del sogno dove avevo preso il posto del mio migliore amico.
O della maggior parte dei miei pensieri, riguardanti te, lui, gli altri e me stesso.

E lui mi raccontò del giorno in cui mi disse ciò che provava per me, e che dopo quella sua confessione tu l'avevi insultato.
Tu sapevi del suo amore per me, e l'hai trattato male?

Mi arrabbiai, ma Todoroki mi tranquillizzò in fretta.
Arrabbiarmi, in quelle condizioni, avrebbe accelerato l'inevitabile.

Si fece l'ora del match finale.

Prima di lasciarmi solo nella stanza, ho detto, a Todoroki, che la Recovery Girl doveva sottopormi ad altri 'interventi'. Non me la sentivo di dirgli che stavo per andarmene.

Cosa si prova a perdere la persona che ami?
E cosa stavo provando nel lasciare la persona che amo, senza che lo sapesse?

-Midoriya, tornerò con Bakugou, lo convincerò a parlare con te.- Aprì la porta per uscire, poi mi sorrise. -Grazie.-

Quelle furono le ultime parole del mio migliore amico, non ne udii altre.

E dopo quel dialogo, non pensai più a nulla, aspettai il momento in cui avrei chiuso gli occhi per sempre.

Pazienza.
Vorrei dirtele queste cose, ma se dopo averle sapute ti interessasse sapere tutto quello che ho da dirti, pensi davvero che mi sentirei felice?
Non conterebbe nulla raccontarti di me, dei miei sentimenti, saresti solo costretto.
Perché questo non era ciò che volevi tu, Kacchan.



Ho perso.
La promessa fatta a Midoriya è andata in fumo, nemmeno ci ho provato a vincere. O forse, un po', all'inizio.
Era come se non stessi capendo più niente, dopo aver combattuto, e parlato,  con il ragazzo che amo.

C'era stata la premiazione, altra cosa che mi portò via del tempo, ed alla fine Bakugou si era dissolto nel nulla.

Come un idiota, non ho tentato di chiamarlo, o fermarlo.
Ed ora, mi ritrovo a correre alla ricerca di una delle persone che meno sopporto.

Bakugou ha sempre avuto tutto ciò che io volevo: l'amore di Midoriya. E nemmeno se ne è accorto?!

Senza rendermene conto, ho aperto la porta dello spogliatoio, quello in cui poco prima del nostro scontro, Bakugou aspettava.
E, fortunatamente, anche adesso si trova qui.

-Che vuoi?!- È scattato in piedi, appena sono entrato.

-Devo parlarti. È importante.- Ho ammesso, guardandolo negli occhi.

Non mi prende sul serio, lo si nota dal suo volto con un ghigno stampato sopra.

-Davvero? Vuoi, per caso, spiegarmi il motivo per cui non sono degno del tuo fuoco?- Sta gridando come fa sempre.

Posso capire la sua rabbia, con Midoriya ho utilizzato il mio quirk per intero, ma con lui no. E se l'è presa, perché si sente inferiore al ragazzo che lo ama.

-Bakugou, davvero, è importante.- Devo insistere. -Si tratta di Midoriya.-

-Deku?!-

Non so bene, come definire il suo tono di voce. Sembra preoccupato, sorpreso, infuriato, felice. Un misto di emozioni belle e brutte, ma quale vuole rappresentare Bakugou?

-Che ha fatto?- Ora è, chiaramente, preoccupato.

-Ci vorrà del tempo. E dopo quello che ti dirò, vorrei che andassi da lui.-

Mi sono seduto davanti a lui, è la prima volta che qualcuno presta così tanta attenzione a ciò che sto per dire, oltre a Midoriya.

-Muoviti!- È nervoso, ma non so da dove iniziare.

Con un bel respiro profondo mi sono calmato, ed ora posso cominciare dall'inizio.

Isn't That What You Always Wanted, Kacchan?  //BakuDeku\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora