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Dalla sfida contro il mio migliore amico, ho ricavato qualcosa di positivo e qualcosa di negativo.

Il positivo?

Todoroki crede, di nuovo, in se stesso, ed ha vinto contro di me.

Ero un po' stanco, lo ammetto, dallo scontro con Shinsō, dove ho scoperto il suo quirk.
Ed è incredibile, davvero.

Non riesco ancora a credere che qualcuno possa averlo trattato male, per questo.
A quanto pare, non tutti quelli che posseggono un quirk sono automaticamente felici o non soggetti a critiche.

Avevo pensato a come aiutare Todoroki, e mi venne in mente solo un modo.
Convincerlo ad utilizzare il suo quirk, sia quello della parte destra che di quello della sinistra.

Come?
Dicendogli ciò che avevo pensato qualche giorno prima, mentre parlavo con lui. O mentre lo ascoltavo.

Nella sfida ho pensato dopo il primo attacco che avrei perso. Mi ero distrutto una mano, in poco tempo, e l'altra non scampò allo stesso destino.
Ma non faceva male, e riutilizzai il mio quirk con le braccia già distrutte.

Il pubblico era in visibilio, era una delle sfide più coinvolgenti e combattute della giornata.
Ma la più pericolosa, anche.

Todoroki stava dando segni di cedimento, dopo aver utilizzato troppo a lungo il suo lato destro.
Il ghiaccio stava rallentando il suo corpo ed i suoi movimenti, chiunque avrebbe sfruttato l'occasione per vincere, ma lui poteva ancora lottare.
Doveva usare il fuoco.

Tra il pubblico, notai il padre di Todoroki. L'Hero numero due, Endeavor.
Osservava la sfida impassibile, dentro di se, pensava che il figlio avrebbe dovuto utilizzare l'altro lato, il 'suo'.

Ero d'accordo con lui, ma non per gli stessi motivi.

Spostai lo sguardo verso i nostri compagni, accorgendomi di te, per una volta, concentrato e incuriosito dalla sfida.

Forse avevi il consiglio per potermi fare vincere, o per farlo vincere, e se fossi stato tu a darmelo l'avrei anche seguito, Kacchan.

Decisi di parlare a Todoroki, ancora fermo per via del ghiaccio.

-Usa il fuoco!- Esclamai abbastanza ad alta voce, per quanto la mia forza me lo permettesse.

Ero messo male, tutto sommato, e non sapevo quanto ancora avrei resistito, ma quello era il momento buono per aiutarlo. Ho sentito qualche spettatore chiedersi perché non ponessi fine alla sfida, e forse c'eri persino tu tra quelli.
Se te l'avessi detto avresti capito?

-Puoi vincere.- Ho aggiunto, spronandolo a darmi il colpo di grazia.

Sapevo che non sarei riuscito a sfidare nessun altro, anche curandomi durante la sfida successiva.
Per cui, volevo giocarmi il tutto per tutto in quella, con il mio migliore amico.

-Ti ho già spiegato come stanno le cose, e non ne ho bisogno.- Disse indicando con lo sguardo il lato 'del padre'.

-Se ce l'hai, è perché ne hai bisogno.- Ho insistito sentendomi gli occhi, di tutti, puntati addosso. 

Todoroki non aveva replicato, si era limitato a guardarsi ed a rabbrividire dal freddo.

-Il tuo quirk è il tuo, non è né di tuo padre, né di tua madre. E non devi odiarne uno dei due, perché entrambi fanno parte di te.-

Todoroki ha rialzato lo sguardo verso di me, sapeva che avevo ragione e, quella volta, sono stato io ad aiutarlo.

Il suo lato sinistro ha riscaldato la parte congelata, recuperando energia.
Ed il suo corpo ha cominciato a bruciare, era meraviglioso.

Credo che, un po' tutti quanti, si siano stupiti e che ricominciavano ad appassionarsi alla sfida.

L'adrenalina portava il mio corpo a muoversi, ma sia il pubblico, sia la mia classe, sia i professori e, persino, tu, vi siete accorti del possibile impatto che si sarebbe creato se il mio pugno e quello di Todoroki si fossero scontrati.

Tentarono di terminare la sfida, ma la nostra forza ha distrutto il muro di cemento, creato per fermarci, e mi ha letteralmente spazzato via.
Un polverone si materializzò, mentre gli occhi di tutti rimanevano fissi sul campo.

Ero finito contro la parete, dello stadio, ed ero decisamente uscito dal ring.
Avevo perso, ma andava bene. Todoroki era dentro, grazie ad una parete di ghiaccio creata al momento giusto.
Ed aveva vinto.

Sorrisi, cercando te con lo sguardo, ma non eri più tra gli spalti. Dov'eri?
Ancora non toccava a te, ma forse ti eri stancato di restare a guardare o volevi constatare che Todoroki stesse bene.

Lui era a posto, Kacchan.

Lentamente chiusi gli occhi, con le lacrime che mi rigavano il volto.
Non per la delusione di aver perso, ma per sapere di non essere minimamente nei tuoi pensieri, nemmeno in quel momento.

Venni portato in infermeria d'urgenza.
Avevo le braccia distrutte, le gambe pure e, anche se era la cosa meno importante, il morale a pezzi.

Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, e le parole mi apparivano confuse e le frasi sconclusionate.
Non capivo un granché di quello che mi diceva la Recovery Girl, ma una la capii perfettamente.

La cosa positiva, di quel giorno, fu aver aiutato Todoroki.

La negativa?

Sarei morto, di lì a poco.

Pazienza.
Vorrei dirtele queste cose, ma se dopo averle sapute fossi corso da me, pensi davvero che mi sentirei felice?
Non conterebbe nulla vederti vicino a me, saresti solo costretto.
Perché questo non era ciò che volevi tu, Kacchan.

Isn't That What You Always Wanted, Kacchan?  //BakuDeku\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora