Jackson uscì dal bagno, completamente vestito, circa mezz'ora dopo.
Mark stava dormendo esattamente nella solita posizione che aveva prima che Jackson entrasse nel bagno: aveva la bocca leggermente socchiusa, il braccio destro era disteso all'altezza della testa, mentre il sinistro era piegato con la mano sul torace. Le gambe erano leggermente divaricate e penzoloni verso il pavimento.
Jackson sospirò "Ma cosa mi fai.." sussurrò prima di andargli vicino e scuoterlo leggermente. "Mark ho fatto, vai tu" gli disse.
Mark si mosse di poco mugolando qualcosa e poi aprì gli occhi guardando Jackson direttamente negli occhi.
Erano bellissimi, pensò. Ed erano anche molto più profondi e vaqui, rispetto all'ultima volta che si erano guardati.
Deglutí per poi alzarsi dal letto prendere i vestiti che aveva messo sul suo letto precedentemente e scivolare in bagno velocemente.
Jackson si sedette sul suo letto a gambe incrociate e prese il suo cellulare, sospirando leggermente e aprendo la galleria.
"Oh, mio caro Jackson. Cosa ti turba?" Kylie apparve dal niente, era poggiata alla televisione e le braccia erano incrociate al petto.
"Tu mi turbi." disse serio, senza neanche guardarla in faccia.
Stava osservando un qualcosa sul display del suo cellulare.
"Cosa guardi?" chiese lei a un certo punto.
"Non sono fatti tuoi." rispose lui.
Kylie si avvicinò al ragazzo che stava osservando il suo display e passava il dito in su e in giù; si sporse leggermente per poter vedere meglio: era una foto.
Specificatamente parlando, era una foto di Mark e Jackson insieme, scattata da un'altra persona. Non era un selca.
Kylie roteò gli occhi "Jackson, tu sei proprio un coglione forte allora, eh?" chiese incrociando nuovamente le braccia al petto, ovviamente retorica perché già sapeva la risposta. "Poi ti lamenti perché non riesci a dimenticarlo!" esclamò lei.
Jackson alzò lo sguardo e spense il telefono buttandolo sul letto e sbuffando "Sei contenta?"
Kylie gli sorrise ma poi tornò seria "Scemo, io lo faccio per te."
Mark uscì dal bagno completamente vestito e ordinato qualche minuto dopo, per poi mettersi seduto sul letto e osservare il suo cellulare per un momento. Jackson lo guardò per un istante, forse lo aveva sentito parlare con la propria coscienza? Mark non dette nessun segno in merito.
"Siamo a New York, Jackson. Cosa ne dici se facciamo un giro?" chiese poi.
Jackson lo guardò "Perché no, mi piacerebbe. Conosci New York?" chiese.
"Abbastanza. La conosco più o meno quanto Los Angeles." gli rispose.
Jackson sorrise "Va bene allora" e si alzò, prese il cappotto e aprì la porta "Andiamo"
Mark sorrise a sua volta, prese la giacca e uscì chiudendo a chiave.
Fuori era buio, saranno state circa le otto della sera e le luci dei lampioni illuminavano le strade. In cielo c'erano alcune stelle e la luna era piena.
Per le strade c'era ancora molta gente e di lì si poteva vedere come Brooklyn Bridge fosse ancora un via vai di auto e persone, sembrava un sogno essere nella Grande Mela, la città più agognata da qualsiasi persona.
"Sai Jackson.." iniziò Mark mentre camminava lentamente con le mani nelle tasche dei jeans. Jackson gli rivolse la sua attenzione, osservò il suo viso che guardava di fronte a sé e non poté non pensare a quanto fosse bello. "C'è un posto che avrei voluto farti vedere da sempre. Mi sono sempre detto che se mai un giorno saremmo venuti anche a New York, ti avrei portato lì." disse.
"Che posto è?" chiese poi Jackson.
Mark sorrise "Un bel posto di giorno, una giostra di notte. È un quartiere." gli disse solo continuando a camminare.
Fecero un paio di chilometri a piedi, passando il Brooklyn Bridge mentre parlavano e ridevano, quasi come due vecchi amici, si dimenticarono quasi del sentimento che li tormentava e pensarono che forse affrontare quell'amicizia sarebbe stato semplice.
Ah, quanto si sbagliavano.
Arrivarono a destinazione e dinnanzi a loro c'era una porta stile tempio cinese.
"Questa è Chinatown. A New York ci sono alcuni quartieri e ho sempre pensato che portarti qui sarebbe stato bello per te perché è molto simile ai quartieri di Hong Kong quando sono in festa." spiegò Mark fermandosi davanti all'ingresso e osservando verso l'alto la struttura del portale e iniziando a camminare lentamente verso l'entrata.
"Che nostalgia.." mormorò Jackson, osservando le luci del quartiere cinese mentre camminava al fianco di Mark, per paura di perdersi. "Non torno a Hong Kong da circa due anni.. mi ricordo che durante la festa di primavera i quartieri erano tutti illuminati e c'erano molte parate musicali" disse guardando un punto poi impreciso, come preso dalla nostalgia di cose lontane nel tempo.
Mark gli sorrise, ma era un sorriso con un po' di amarezza "Lo so, me lo ricordo." gli rispose "È per questo che ho voluto portarti qui."
Jackson sorrise, accorgendosi però del suo cambiamento, ma non fece domande.
Sulla via del ritorno, silenziosa fino metà strada, Mark decise di prendere la parola.
"L'altra volta, mentre aiutavo tua madre con la scelta dei voli abbiamo parlato di te"
Jackson si girò verso di lui un po' sorpreso "Di me?"
"Sì"
"E cosa avete detto di me?"
"Tua mamma mi ha detto una cosa che non sapevo, Jackson. Mi ha un po' ferito, se devo essere sincero. Pensavo di sapere tutto... di te." ammise guardando a terra. "Però, forse c'era un perché. E quindi ti capisco"
Jackson si avvicinò a lui deglutendo "Cosa ti ha detto?"
"Tu sei nato a Hong Kong." gli rispose Mark.
"Questo lo sapevo, però. Ti ho detto che sono nato a Hong Kong. Cosa ti ha detto mia mamma di diverso?"
Mark scosse la testa "Non ho finito. Jackson, Dorine non è tua madre. Vero? Sei stato adottato quando avevi sei anni e fino ad allora vivevi in un orfanotrofio, a Hong Kong."
Jackson deglutí e guardò Mark "Se ti avessi raccontato la verità, Mark, avresti avuto un peso in più. Perché conoscendomi mi sarei lamentato spesso con te e avevo paura che tu potessi allontanarti da me, quel periodo inoltre lo stavo passando particolarmente male male. Non ho voluto metterti troppo peso addosso, so che avevi i tuoi problemi, tua madre era tornata in quel periodo e tu non stavi bene, eri sempre irrequieto e-" gli rispose iniziando a parlare a macchinetta e Mark lo fermò mettendogli le mani sulle spalle.
"Jackson! Va tutto bene, tranquillo" gli sorrise dolcemente "È tutto okay. Forse mi avrebbe fatto piacere se tu me ne avessi parlato, ma la scelta è dipesa da te. Va bene così."
Jackson gli sorrise "Sono felice di aver avuto una persona come te al mio fianco per ben due anni, Mark. Ti amo. Forse più di prima." pensò.
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Raga ma io certi dettagli di sta storia me li ero completamente dimenticati 😃
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Stepbrother {Markson}
Fanfiction"Jackson, la mamma si sposa" Dove Jackson, orfano di padre, si ritroverà a vivere in un'altra famiglia, con un nuovo fratello che lui non accetta ancor prima di conoscere. [IN REVISIONE]