Capitolo 17

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Dorine e Raymond erano partiti da sette giorni e Mark e Jackson continuavano a evitarsi, rivolgendosi parola solo quando dovevano uscire per la scuola o quando dovevano mangiare.

Si poteva dire che erano tornati esattamente come a pochi mesi prima, quando si erano lasciati.

ChoHee aveva riscritto a Jackson pochi giorni prima, chiedendogli solamente come stava Mark e come era il tempo a Seoul. Poi lo aveva bloccato di nuovo, in modo che Jackson non le riscrivesse.

"Astuta, la bimba" gli aveva detto Kylie.

E aveva anche ragione.

Era ora di ricreazione e Jackson era in classe che stava riscrivendo gli appunti su Nietzsche(che si pronuncia Nicce) che Mark gli aveva passato la sera prima: avrebbe avuto compito all'ora dopo e voleva ripassare.

Mark glielo aveva rispiegato, esemplificando molto semplicemente gli scritti del filosofo e Jackson aveva anche capito, ma dovette riscrivere gli appunti dal quaderno di Mark, per favorire la memoria e mentre scriveva ripeteva.

"Jackson, che fai? Non esci per la ricreazione?" una voce maschile lo chiamò e lui alzò la testa distrattamente, guardando il ragazzo.

"...Nietzsche scrive “L'anticristo” e in questo libro denuncia- ah, ciao Kunpi. Cosa c'è?" guardò il ragazzo che si era seduto di fronte a lui.

"Cosa fai?" chiese di nuovo.

"Ripasso. Ho compito dopo." disse tornando a scrivere e ripetere a bassa voce.

"Comunque volevo parlarti ed è una cosa molto urgente, se hai due minuti da donarmi.." gli disse il più giovane

"Ti ascolto, parla" gli rispose Jackson.

Bambam fece un sospiro e si sedette di fronte al suo banco "Sono due cose un po' preoccupanti. La prima è che stamattina sono andato in bagno per sistemarmi i capelli e ho visto Mark uscire dal bagno con gli occhi rossi e gonfi. Credo che avesse pianto, però mi ha chiesto di non dire niente a nessuno." fece una pausa nella quale Jackson rizzò la testa e lo guardò con un sopracciglio alzato. "È per caso successo qualcosa?"

Jackson lo guardò e poi scosse la testa, mentendo. "Probabilmente è stressato dal troppo studio.. sai, Kunpi, a casa lui è sempre chiuso nella sua stanza a studiare. E probabilmente non vuole che si sappia perché lui è conosciuto come mister sorriso a scuola. Non piange mai."

Kunpimook sorrise "Ah e poi, ieri sera mi ha contattato tua cugina ChoHee."

Jackson per poco non si strozzò "E perché?"

"Mi ha chiesto il numero di Mark"

"E tu glielo hai dato?"

"Mh, no" fece una pausa nella quale Jackson sospirò sollevato "Perché la conosco abbastanza bene e so che non ha un bel carattere. Non se lo merita. Poi mi ha salutato con un 'ci vediamo presto' e boh, mi ha spaventato"

Jackson rise.

"Ti lascio allo studio, ciao" e lascio la stanza.

Quando Jackson e Mark tornarono a casa erano circa le sei del pomeriggio.

"Come è andato, alla fine, il compito su Nietzsche? Era difficile?" chiese a un certo punto Mark mentre stavano apparecchiando la tavola, senza neanche guardarlo.

"Oh, no. Non era difficile. Grazie alla tua spiegazione e ai tuoi appunti mi è riuscito molto semplice" rispose posando i bicchieri che aveva in mano sul tavolo.

Mark sorrise leggermente e poi prese una padella e delle cose dal frigorifero per cucinare "Ne sono felice, sei anche molto più bravo di quanto mi aspettassi in filosofia. Mi ricordo l'ultima volta che abbiamo studiato insieme tu non sapevi neanche cosa volesse dire Archè Trascendente o Immanente, che sono dei termini base "

Jackson lo osservò da dietro, aveva dei jeans attillati e bianchi quella sera, non si era ancora messo in pigiama e aveva una maglietta a mezze maniche che arrivava poco sopra le tasche posteriori dei pantaloni. Gli sarebbe saltato addosso se solamente avesse potuto.

Sembrava un deja-vu: Mark stava preparando il caffè, Jackson aveva perso il cellulare e si erano messi a parlare.

Ma Jackson sapeva per certo che quella sera non sarebbe finita come quella di un mese prima, non si sarebbero baciati.

Non avrebbero provato a diventare amici e neanche a convivere come fratelli.

Mark gli parlava solo se necessario, si evitavano se non per dirsi "buongiorno", "buonanotte", "c'è cena" o "com'è andata a scuola?" ma quello di rado se lo dicevano.

E quando parlavano vita Skype con i loro genitori apparivano sorridenti, come se tutto andasse bene.

Ma niente andava bene.

E Jackson si sentiva dannatamente in colpa, perché se quella mattina Mark aveva pianto nel bagno, come Kunpimook gli aveva detto, era sicuramente a causa di qualcosa che era inerente a Jackson stesso.

Mark non piangeva mai per niente.

E sicuramente lo studio non ne era la causa, seppur lo stesse lentamente portando via dalla sua vita sociale.

"Ma ora lo so e sono bravissimo." disse infine Jackson ad alta voce, dopo essersi ripreso dal suo trance. Per non dare sospetti a Mark, che stava continuando a cucinare. "E tu, Mark, mi manchi dannatamente da morire." pensò infine.

Ho rotto il computer, adesso non posso più scrivere dal computer voglio piangere 😰😭

Tra l'altro sono triste perché la storia è giunta al terzultimo capitolo e sapete quanti capitoli ha? 33.

Trentatré capitoli sì. E ora io mi sento vuota.

E non ho più idee per altre storie😱 però volevo scrivere una Chanjin, come già avevo detto.

Comunque... sappiate che le cose (prima o poi) si sistemeranno fra i nostri Markson.

Ciauu🤑🤑

Stepbrother {Markson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora