Rosie's pov.
È passata più di una settimana da quel giorno, da quando Ian si è comportato in quel modo così strano. Ian non si è presentato da Patsy's il giorno seguente, ne tutti quelli che lo seguirono, e penso che nemmeno oggi vedrò i suoi capelli rossi spettinati entrare da quella porta.
Ho riavuto il quaderno, per fortuna come speravo Fiona lo ha trovato, come sempre verso le 5:00 PM mia alzo pago ed esco, arrivo a casa, mangio e vado a letto, anche tardi, so che nessun pel di carota mi sveglierà alle 7:45 di mattina.
Non so perché io stia reagendo così, insomma non lo conosco da tanto, ma in quel poco tempo passato insieme io mi sono sentita semplicemente me stessa, e cristo so che posso sembrare scontata, ma è così.
Mancano pochi giorni al ballo di beneficenza, ormai mi sono rassegnata al fatto che ci dovrò andare da sola e subirmi tutte quelle persone con la puzza sotto il naso, potrei uccidere qualcuno.
La sveglia suona, parte la solita routine, colazione, bagno, mi cambio, esco, torno a casa, mangio, vado da Patsy's; <Dimmi cosa ti prende> dice Fiona mettendosi davanti a me, oggi mi sono messa al bancone, non mi andava di sedermi al solito posto, <Niente> rispondo continuando a tracciare linee sul foglio nervosamente, il disegno fa schifo, scarabocchio sopra di esso, per coprirlo, <Hey, calmati!> dice poggiandomi la mano sulla mia con la quale impugno la matita, <Calmati Rosie!> dice vedendo che la stretta sulla matita aumenta, non capisco questa mia rabbia improvvisa, se così si può chiamare, <Vieni con me> dice facendomi cenno di seguirla dietro il bancone, la seguo e andiamo in una specie di corridoio tra la sala e la cucina, riesco a vedere in essa, c'è Lip che lava i piatti e appena mi nota fa uno sguardo confuso. <Rosie, sei strana che ti prende?> dice Fiona prendendomi le mani, <Non lo so, sarà lo stress, sarà che dormo poco, sarà per...> mi fermo, sto parlando troppo, <Ian> conclude lei, <Ian...> sospiro, <Rosie ti ho già detto che non è colpa tua se Ian si è comportato così, vedi lui... è complicato, dagli un po' di tempo e vedrai che tornerà tutto al suo posto, tutto come prima> <Perché è complicato? Perché nessuno mi spiega mai niente? I miei pretendono cose senza mai dare spiegazioni, tutta questa situazione, io non capisco più niente> dico passandomi le mani nei capelli e facendo qualche passo indietro, a questo punto Lip molla quello che sta facendo e viene verso di noi, <Rosie, devi crederle, noi due non possiamo darti spiegazioni , non spetta a noi, è Ian che deve dartele> dice lui cercando di prendermi e fermarmi visto che sto continuando a muovermi, io annuisco, <Solo e soltanto...> si blocca guardando verso la sala, <Cosa Lip?> lo incito a finire la frase, <Ian è appena entrato e sta guardando il quaderno che ti porti sempre dietro> cosa?! No, no, no, corro fuori e torno al mio posto seguita da Fiona e Lip, <Hey fratellino> cerca di distrarlo Fiona, <Questo sono io> o ti prego fa che non stia parlando con me, <Rosie perché sono in ogni pagina del tuo quaderno?> chiede continuando a sfogliarlo, fantastico sta parlando come me, <Vedi, ecco io posso spiegartelo, ma io voglio delle spiegazioni per il tuo comportamento> dico prendendo il quaderno e stringendolo al petto, <Va bene, andiamo> dice facendo un cenno a Fiona e Lip per poi dirigersi verso l'uscita, <Aspetta, dove?> chiedo prendendo tutte le mie cose, lascio i soldi a Fiona e poi lo seguo, <A casa mia> dice appena lo raggiungo, <Perché?> chiedo fermandomi e facendo fermare anche lui, <Perché, cosa Rosie?>, <Perché non possiamo parlarne qui?!> dico aprendo le braccia per poi farle ricadere pesantemente sui fianchi, <Perché di si Rosie, se tu mi ascoltassi un secondo e venissi con me senza fare troppe storie avresti tutte le risposte in men che non si dica> dice avvicinandosi talmente tanto a me da arrivare a sfiorare il mio naso con il suo, <Ok, andiamo> dico superandolo e ricominciando a camminare e lui fa lo stesso.
<C'è qualcuno in casa?> dice entrando, <Si, io> risponde Carl spuntando dalla cucina e sedendosi sul divano, <Ma ciao bella e dolce Rosie> dice cercando di fare uno sguardo malizioso, ma con scarsi risultati, <Ciao Carl> dico facendo un cenno con la mano, <Noi siamo di sopra> dice Ian per poi iniziare a salire le scale ed io lo seguo; entriamo in una stanza che penso sia la sua, lui si siede sul letto e io rimango in piedi vicino alla porta, <Prima le signore> dice, <Allora, ti disegno perché sei il soggetto perfetto, innocuo ed innocente all'apparenza ma con un peso sulle spalle che ti porta giù, giù sempre più giù fino a farti male, non lo facevo di proposito, molte volte nemmeno mi accorgo di quello che disegno, scusa se ti ha dato fastidio questa cosa...> dico guardando per terra e stringendo la borsa con la mano sinistra, <Rosie... vieni qui> mi dice facendomi segno di andare accanto a lui, esito un po' e dopo faccio come mi ha detto, mi siedo vicino a lui ma mantenendo un certa distanza, <Vedi Rosie, mi dispiace di essermi comportato in quel modo con te, ma vedi tu non centri niente, non è colpa tua, ne dei tuoi disegni, ne di quello che hai detto> dice ed io lo incoraggio a continuare con lo sguardo, <Vedi io ho questo problema, sono malato> malato? Ma a me sembra più che sano, non sembra una persona malata, <Malato?> chiedo confusa,<Sono bipolare, vedi consiste nell'avere...> <Lo so, l'ho studiato> dico con tono triste, ora si capiscono tante cose, il suo comportamento così ambiguo, la su assenza per tutta questa settimana, <Ce l'hai con me?> chiede, <No, no, no assolutamente e tu ce l'hai con me?> chiedo guardandolo negli occhi, <No, non ne ho alcun motivo> sorrido, <Allora hai deciso se andare o meno all'evento con i tuoi genitori?> mi chiede di punto in bianco, se n'è ricordato, non pensavo li importasse qualcosa, <Credo proprio di essere obbligata ad andare> lui ride, <Cosa ridi, non c'è niente da ridere, me li immagino mentre fanno una lista dei ragazzi da presentarmi, non so proprio come farò a sopportare tutte quelle strette di mano e i sorrisi falsi> dico mettendomi la mano destra nei capelli, <E se invece avessi qualcuno con cui andare? Le cose cambierebbero?> chiede appoggiandosi con la schiena al muro dietro al letto, <Ci sarebbe Camille ma non credo che li fermerebbe dalla loro missione> dico, <E se invece venissi io?> questa domanda mi spiazza un pochino, insomma ci siamo appena riappacificati e lui se ne esce così, <Beh non lo so, magari penserebbero che non sei abbastanza qualificato per i loro standard, oppure mi salveresti> dico girandomi verso di lui, <Tentar non nuoce, dai vengo io> dice sorridendomi, <Non devi farlo, insomma, non sei costretto, ci saranno un sacco di persone con la puzza sotto il naso pronte a giudicare, vuoi davvero venire?> affermo guardandolo negli occhi, <Non lo faccio per loro, non mi interessa nulla della loro opinione, io lo faccio per te, non mi interessa di loro> dice, potrei giurare di essere arrossita, nessuno mi aveva mai detto qualcosa di tanto semplice quanto bello, <Grazie Ian> dico avvicinandomi a lui per abbracciarlo, <Prego Rosie> dice stringendo ancora di più l'abbraccio.
<Ti servirà un abito elegante, lo sai vero?> dico mentre scendo le scale della veranda di casa Gallagher, <Si lo so, ne troverò uno da qualche parte> dice mettendosi le mani in tasca fermandosi sulla veranda, io lo raggiungo e li dico: <Domani fatti trovare pronto alla solita ora, ti porto a comprare un abito elegante> dico lasciandoli un bacio sulla guancia, <Non serve, Rosie, ne troverò uno, magari Lip ne ha uno> <Lip è più basso di te non ti entrerà mai un suo vestito> dico ridendo, <Non voglio che tu spenda dei soldi per me> dice, <E invece lo accetti, non c'è un "no" come risposta, ciao Ian> dico, <Sei proprio testarda eh, ciao Rosie, a domani> dice lasciandomi un bacio sulla guancia, più sull' angolo della bocca, per l'imbarazzo mi giro e vado velocemente verso la stazione. Cosa intendeva fare Ian, baciarmi? O forse ha solo sbagliato, sembrava non essersene nemmeno accorto.
<Sono a casa> dico entrando, <Ciao Rosaline> dice mio padre, mi siedo sul divano di fronte a lui, <Allora hai deciso di venire all'evento?> mi chiede senza alzare lo sguardo dl giornale che sta leggendo, <Si verrò> rispondo sicura, <Ci saranno dei nostri amici che ti vorrei presentare> dice, so dove vuole arrivare, <Questi amici hanno per caso un figlio di all'incirca 19 anni che ci tenete tanto a presentarmi?> chiedo ironica, <Si hanno un figlio> risponde svogliato, <Allora non farli scomodare o illudere, vengo accompagnata> lui chiude il giornale e mi guarda dritto negli occhi con il suo sguardo gelido, <E chi sarebbe? Uno dell'accademia?> mi chiede con tono piatto, <No, no assolutamente, non lo è, anzi> dico io compiaciuta, <E da dove verrebbe questo fantomatico ragazzo?> sembra quasi in difficoltà e questa cosa mi piace da morire, <Dal south-side>.