3. ᴛɪɴᴀ

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𝘓𝘰𝘯𝘥𝘰𝘯, 14𝘵𝘩 𝘑𝘶𝘭𝘺 1935
- 𝘕𝘦𝘸 𝘠𝘰𝘳𝘬, 17𝘵𝘩 𝘑𝘶𝘭𝘺 1935

-Tina!-  pensò Newt e quasi non si accorse di averlo gridato - me ne sono completamente dimenticato!-.

-Tina?- disse Alison, che si era spaventata per l'urlo e aveva persino lasciato il suo prezioso Velenottero per capire cosa stava succedendo al padre -Chi è?- continuò.

-Nessuno, non ti preoccupare, è soltanto una vecchia amica- rispose Newt.
-E allora perché tutta questa agitazione?-.
-Perché...- stava per risponderle quando si fermò; perchè mai avrebbe dovuto raccontare tutto a Alison, che in fondo era solo una bambina di sei anni (e due mesi!); non avrebbe capito, ma qualcosa lo spinse a continuare il suo discorso.

-Tina è una mia amica che vive a New York, in America. Lei è un auror e lavora per il MACUSA. Ormai sono sette anni che non ci vediamo ma mi aveva aiutato a trovare alcuni animali che erano scappati dalla valigia e le avevo promesso di consegnarle di persona il mio manoscritto, ma poi mi sono dimenticato, sai com'è, ho incontrato la mamma, poi sei arrivata te... Che stupido!- disse nervoso.

La bambina lo interruppe -Allora andiamo a portarglielo! Quando si parte? Sarebbe bellissimo andare in Nord America. Possiamo fermarci anche in Arizona? Mi piacerebbe tanto vedere un Tuono Alato dal vivo...Per favore papà, portami con te, dai!-.
-No, Al. Se andrò, andrò da solo- rispose Newt, ora deciso.
-Ma non è giusto!- si imbronciò la bambina.
-Mi dispiace, ma è meglio di no- ripeté lui, poi salì dalla valigia. -Adesso vado a parlarne con la mamma, comunque-.

Leta era in soggiorno davanti allo zaino di scuola di Alison, che ormai frequentava la prima elementare.
-Che fai?- chiese Newt, sforzandosi di sorridere.
-Guardavo i quaderni di Al. È davvero brava.- rispose lei. -Mi domando da chi abbia preso. Comunque, senti, devo raccontarti una cosa-.

Si sedette con lei sul divano.
-Ti ricordi quello che mi è successo a New York?- chiese.
-Hai sconfitto Grindelwald.- disse Leta, come orgogliosa.
-Esatto. Mi avevano aiutato Queenie, Jacob e Tina.- continuò. Lei annuì.

-Ecco, poco fa mi sono ricordato che avevo detto loro che gli avrei portato una copia del mio libro-. Non sapeva perché non aveva parlato in particolare di Tina; dopotutto Leta non era eccessivamente gelosa e non gli avrebbe impedito di vedersi con una vecchia amica.

-Quindi pensavo di andare a New York una settimana. Per te sarebbe un problema?- domandò incerto.

Leta ci pensò su e alla fine disse -Va bene, puoi, ma devi rispondere a questa domanda- Newt acconsentì e lei gli sussurrò qualcosa nell'orecchio.

La faccia di Newt cambiò totalmente e si fece pensierosa. I suoi pensieri vorticavano intorno a quella domanda ma soprattutto alla risposta che doveva dare. Non sapeva se era pronto. Alla fine dalla sua bocca uscì solo una sillaba, ma detta con decisione e senza indugio -Sì-.

Leta era visibilmente soddisfatta e Newt era felice di vederla così. Anche se qualche mese dopo si sarebbe pentito della propria risposta.

Intanto lei aveva cambiato discorso -Ma tornando al discorso di prima, Alison? Cosa facciamo con lei?-
-Beh, pensavo di farla rimanere con te, anche se voleva venire. Così non starai da sola.- rispose.
-Ma se vuole venire con te, perché negarglielo?- fece lei.
-Ha degli impegni...la scuola...- disse Newt, stupito dall'accordo tra le due.
-Abbiamo appurato che non farebbe per niente fatica a recuperare- sorrise lei indicando i libri di Alison.

-Va bene, allora. Verrà con me.- concluse Newt.
Si sentì un grido sospetto nel corridoio a fianco ("Sì!") che fu seguito quasi subito da Alison che saltellava in salotto.

Il giorno seguente tutto era pronto: gli zaini, la valigia magica e ovviamente Ginger, che non si sarebbe mai separato da Alison.

Dopo aver salutato Leta, i due si imbarcarono su un battello transoceanico diretto a New York.

La bambina non si lamentò mai, tranne il secondo giorno di traversata, in cui disse in tono impaziente -Mare. Mare. Mare. Oh guarda, lì c'è ancora mare!-.
-Il mare non è solo acqua- spiegò Newt. -Ci sono molte creature anche al suo interno. E poi offre certi spettacoli, a volte, che ti lasciano a bocca aperta.-

La verità però era un'altra: Alison aveva ragione. Il maltempo incontrato aveva rallentato la traversata, per cui ci volle un giorno in più.

L'ultimo giorno di traversata Newt si era appena alzato ed era uscito dalla cabina molto silenziosamente per non svegliare Alison, che stava ancora dormendo. Appena fuori la brezza fresca del mare lo travolse. Sapeva di sale. Percorse il ponte della nave fino alla prima panchina dove si sedette per ammirare l'alba.

Mentre osservava questo spettacolo della natura, si accorse che sulla panchina era appoggiata una copia della "Gazzetta del Profeta". La prese in mano e la srotolò.
Sulla copertina di leggeva a caratteri cubitali la scritta

𝗚𝗥𝗜𝗡𝗗𝗘𝗟𝗪𝗔𝗟𝗗 𝗘𝗩𝗔𝗦𝗢. 𝗜𝗟 𝗠𝗔𝗖𝗨𝗦𝗔 𝗜𝗡 𝗦𝗨𝗕𝗕𝗨𝗚𝗟𝗜𝗢

Newt rilesse più volte quella scritta perché pensava di aver letto male. Non poteva essere vero. E invece era tutto vero, Grindelwald era evaso (un'altra volta).Subito lo assalì la paura perché se lui era di nuovo in libertà lo avrebbe sicuramente cercato e ucciso. Tuttavia il suo primo pensiero andò a Tina.

Chissà come l'aveva presa questa notizia. Aveva riletto come lui venticinque volte il titolo scritto grande come una casa come se fosse un imbeccile perché sperava che non fosse vero o che fosse un'errore di stampa?

Così con ancora molti dubbioso e ancora molto spaventato tornò in cabina. Non disse niente a Alison era così eccitata per quel suo viaggio non voleva traumatizzarla dicendole che suo papà era solo ricercato da il più grande mago oscuro di quei tempi.

La giornata trascorse tranquilla e per la gioia di Alison la terra fu in vista. Nella loro cabina, Newt organizzò i bagagli. -Fai entrare Ginger nella valigia- disse alla figlia.
-Ma perché?- chiese lei, perplessa.
-Perché a New York non vogliono animali vivi. Ok, brava. Adesso mettiamo la sicura per i controlli al porto Babbano e andiamo.- spiegò.

Superarono la dogana senza problemi e si diressero immediatamente verso il centro. Ad Alison sembrava un mondo nuovo.
-Ma anche qui c'è Diagon Alley?- chiese al padre.
-No. O almeno, quando sono venuto io non c'era un passaggio verso un gruppo di negozi magici. Però ci sono bar e boutiques, solo che ognuno ha un passaggio diverso. Capisci?-. Al annuì. Però le sembrava che Diagon Alley fosse nascosta molto meglio.

Finalmente arrivarono ad un grattacielo enorme. Appena entrata, la bambina vide un orologio sospeso. Si sforzò di leggere. La lancetta era puntata su "Sicuro".

-Che significa, papà?- domandò indicandolo.
-Quell'orologio indica la situazione del Paese. Adesso, per esempio, è sicuro. Nessuno lo minaccia.-

La torre era così alta che Alison non riusciva a vederne la fine.
-Dov'è Tina?-.
-Non lo so. Ora chiediamo all'Elfo della reception-.

Infatti dietro un bancone c'era un Elfo domestico, in tutto e per tutto simile a quelli inglesi.

-Mi scusi, devo trovare Porpentina Esther Goldstein. Mi sa dire in che reparto lavora?- chiese Newt gentilmente.
-Conosco la donna di cui parla, ma attualmente non lavora qui.- rispose l'Elfo.
-E...E da quanto?- disse Newt, stupito.
-Più o meno un paio d'anni. Si è trasferita a Parigi con la sorella per il gemellaggio tra Francia e Stati Uniti...Ma lei non è Newt Scamander?- domandò improvvisamente.
-Sì, perché?-
-Sa che Grindelwald è scappato, no?- chiese l'Elfo.
-Sì, l'ho letto sui giornali- disse Newt tristemente.
-Ha lasciato un messaggio per lei. Nessuno l'ha aperto, perché temiamo ci sia un incantesimo all'interno. Ma se desidera posso portarglielo.-

Newt guardò verso sua figlia. Non voleva metterla inutilmente in pericolo, ma desiderava sapere cosa c'era nella busta.
-Sì, grazie- decise.
-Prima mi mostri un documento per favore. Per scrupolo-

Dopo aver visto la sua carta d'identità, gli porse la busta.

Animali Fantastici: La Porta dei MondiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora