VI

1.4K 186 34
                                    


"Per un istante
le nostre vite si sono incontrate,
le nostre anime si sono sfiorate."

Oscar Wilde

Mario

Sistemo i miei attrezzi e mi ripulisco quando mi accorgo che nella foga del momento, mi sono bruciato sul polso, ma fortunatamente nulla di grave, ho fatto di peggio.

Quasi non ci faccio più caso ormai, le ustioni sono pane quotidiano, basta una mossa sbagliata ed ho un nuovo ricordo cicatrizzato sul mio corpo, un segno indelebile sulla pelle.

Nel tempo grazie al mio lavoro ho affinato tutti i sensi, percepire ogni singolo rumore è importante, specialmente quando lancio il bastone in aria e devo capire il momento giusto per afferrarlo.
Negli anni ho familiarizzato con la sensazione di sentire gli occhi puntati addosso costantemente, ed è così che mi sento in questo momento, osservato.

Mi volto e noto qualcosa, o meglio qualcuno, che si nasconde appena dietro il tendone che si trova di fronte a me.

"Tu chi sei?" si fa più dietro alla tenda in modo goffo "puoi anche uscire fuori di lì, tanto ti ho visto."

Mantengo il mio sguardo fisso in quella direzione in attesa, e provo a scorgere quella figura che solo dopo qualche secondo si avvicina lentamente "i-io cercavo il bagno"

"Ma il bagno non è da questa parte" rido perché la sua espressione è veramente buffa, sembra un bambino sorpreso a rubare in un negozio di caramelle.

Si gratta la testa imbarazzato mentre esce dal buio di quell'alngolo cieco e la luce inizia ad illuminare la sua figura ancora estranea ai miei occhi.

"È di là!" gli indico la direzione con il dito.

"Cosa?" il suo sguardo confuso inizia a confondere anche me.

"Il bagno.."

"Io.." si guarda intorno smarrito così provo ad avvicinarmi per capire se va tutto bene.

"Non cercavi il bagno vero?" è ormai ovvio che non fosse quello il motivo della sua presenza qui e quindi scuote la testa colpevole.

"E allora dimmi, cosa fai nella vita oltre ad imboscarti nei circhi e spiare i poveri magiafuoco come me?" gli sorrido appena e lo vedo scuotere la testa ed avanzare titubante nella mia direzione.

"Non ti stavo spiando, ti stavo osservando" la sua voce è dolce ed emana calore.

"Spiare, osservare, che cambia?"

"C'è una bella differenza .." scuote le spalle come se fosse quanto di più ovvio al mondo, e forse per lui lo è davvero, ma di certo non lo è per me.

"Sono sempre gli occhi a farlo, dove sarebbe la differenza?" provo a far valere le mie ragioni.

"Spiare qualcuno è negativo, osservare è restarne affascinati" abbassa la voce, ma non quanto basta per impedirmi di sentire le sue parole.
Parole che accarezza con tono pacato, le accompagna fuori dalla sua bocca e le fa librare in aria.

"Tu sei affascinato da.."

"Da te!" fa una pausa "mi piace quello che fai, mi piace osservarti.."

Fa ancora qualche passo verso di me "sei molto bravo."

"Non faccio nulla che qualsiasi altro circense non saprebbe fare " distolgo il mio sguardo imbarazzato dalla sue parole.

"Questo lascialo dire me che sono lo spettatore" mi sorride teneramente e devo ammettere che è molto bello, anche se solo ora me ne accorgo.

"Ti ho visto in giro per Verona l'altro giorno con la ragazza del trapezio"

"Valentina, lei si che è brava ed è anche molto bella"

"Lei è.. tu e lei ?" punta i suoi occhi su di me mentre si fa più vicino, e solo adesso noto il verde.

"No, lei è una sorella, s-sei interessato vedo"

"Io? No, cioè si, cioè"

"Sì o no?" in cuor mio spero in una risposta affermativa perchè amo Valentina, poi c'è una piccola parte di me che invece spera in un no, la mia piccola parte egoista che da sempre reprimo, ma che si è riaccesa non appena ha incontrato quegli occhi.

"Io.." mi avvicino a lui e gli sorrido anche se un po' amareggiato in cuor mio.

"Se vuoi posso presentartela .." mi guardo le mani perché i suoi occhi sono belli ed mi sento in imbarazzo a guardarli.

"Io vorrei conoscere te.."

"Me?" sono stupito, piacevolmente sorpreso e, forse dopo tanto tempo, emozionato all'idea che qualcuno possa interessarsi a me.

"Si mi piacerebbe studiare il tuo movimento, il tuo modo di interagire con un elemento così infido, ed il tuo corpo" abbassa il tono imbarazzato "io disegno, sono un artista esattamente come te."

Mi avvicino curioso a lui e lo guardo attentamente.

Indossa una camicia bianca arrotolata sino ai gomiti ed un pantalone nero e largo, ai lobi ha degli orecchini, sul naso dei larghi occhiali e a far da cornice a tutto un ciuffo all'insù.

"E perché ti interessa disegnare uno come me?" sorrido curioso mentre inizio a lasciar correre i miei occhi sui tanti tatuaggi che fuori escono da sotto i suoi vestiti.
Colori vivaci e disegni di ogni genere si avvicendano sulle sue braccia.

"Perché non lo so, voglio farlo e basta."

Porto una mano sul suo braccio e con le dita percorro le line di uno dei tanti disegni.

"Sono belli" lo vedo irrigidirsi sotto il mio tocco e subito ritraggo la mano imbarazzato.

"Scusa.." abbasso lo sguardo "io sono curioso, ma non volevo importunati" 

Mi volto per raccogliere la torcia ancora accesa da terra e mi maledico per l'ingenuità con cui faccio le cose.
Dovrei imparare che io sono uno di basso livello e che la gente quelli come me li considera dei semplici fenomeni da baraccone, ma poi è un attimo e torna la fiducia verso il prossimo.

"No aspetta!"

Sento i suoi passi "tu puoi guardarmi."

Sorrido perché non mi è mai successo che qualcuno mi trattasse al suo pari.
Mi volto e lo guardo di sottecchi.

Mi avvicino a lui e gli porgo la mano in una tacita richiesta, lui
deglutisce e poi mi allunga la sua di rimando.

Inizio a studiare i suoi tatuaggi e li fotografo nella mia mente uno per uno; frasi, una scimmia, una moka, persino un microfono.

"Va bene" esordisco senza pensarci troppo su.

Mi guarda confuso "cosa?"

"Hai delle belle mani e mi piacciono" faccio una pausa "mi danno fiducia."

Il suo sguardo si fa interrogativo così pongo fine ai suoi dubbi "puoi disegnarmi"

Il mio sguardo incontra il suo forse per la prima volta realmente, ci studiamo e ci osserviamo per qualche istante curiosi, le nostre anima si sfiorano appena.

Poi di colpo punta gli occhi sulle nostre mani ancora vicine " ti sei bruciato " distolgo lo sguardo e lo porto nel punto in cui è ora puntato il suo.
Ritiro la mano " no, non è niente"

Punta i suoi occhi sul mio corpo ed inizia ad osservarmi "tu, tu sei pieno di cicatrici " mi allontano per afferrare la maglietta e coprirmi, ed improvvisamente mi sento in imbarazzo, come se quella prematura complicità  che ci aveva investito qualche istante fa fosse già scomparsa.

Mi infilo la maglia e porto lo sguardo altrove prima di voltarmi per dargli le spalle.

"Scusa non volevo metterti a disagio " sento la sua mano intorno al mio polso, in una stretta delicata, che però crea un dolce dolore proprio nel punto in cui mi sono bruciato.

"Me lo dici come ti chiami?" fa una leggera pressione per voltarmi verso di lui.

"Mario " abbasso lo sguardo per l'imbarazzo.

"Piacere Claudio."

Circus Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora