D'improvviso,
un lampo squarcia il cielo.Giuseppe Ungaretti
Mario
Continuo a vagare senza meta tra il tendone e le gabbie, ma nemmeno l'aria che entra nei polmoni ed il mio forsennato tentativo di calmarmi, riesce a darmi pace.
Oggi non fa particolarmente caldo, o forse sono io che sento il gelo dentro.Omar è riuscito a distruggermi con una frase, quattro parole.
Una manciata di lettere che per qualche istante hanno portato il mio cuore a fermarsi.Forse dovrei allentare la presa ed allontanarmi da Claudio un po' alla volta, rendere questo distacco meno doloroso, indorargli la pillola.
"Mario", Valentina mi accarezza la spalla destandomi dai miei pensieri che fanno a pugni tra di loro da stamattina.
"Come stai?" prova a sorridermi in segno di conforto.
"Io, io sto bene.. credo".
Sospiro e vago con lo sguardo alla ricerca di una soluzione che però non esiste.
"Hai già pensato a come dirglielo?"
Pensato, è da quanto l'ho visto la prima volta che ci penso a questo momento, il momento in cui tutto questo mi sfuggirà fra le mani e, no, non ho mai trovato le giuste parole.
Le ho cercate accuratamente nelle lunghe notti trascorse insieme ad amarci, in quelle in cui ho dormito da solo ed ho sentito il freddo della sua assenza nonostante le calde temperature estive.
Ho provato a cercarle mentre svegliandomi improvvisamente nel cuore della notte con la paura di realizzare che fosse stato solo un bel sogno, finivo col guardarlo per minuti o forse ore, mentre beatamente dormiva con il suo volto angelico e sereno.
E no, non le ho mai trovate quelle parole.
"Vale io non lo so.." la confusione trapela dalle mie labbra.
"Mario non puoi lasciarlo così, sparire da un giorno all'altro, lasciarlo a disperarsi della tua assenza cercandoti come un pazzo" cerca di attirare il mio sguardo su di se " lo uccideresti."
Deglutisco a fatica e mi alzo per lasciarmi indietro le parole di Valentina, che non fanno altro che peggiorare la situazione.
"Almeno questo glielo devi" arriva come una coltellata mentre me ne vado, scappo da quel luogo che mi soffoca.
Provo a fuggire lontano dai miei problemi, da questa realtà che non mi piace, che non riesco ad accettare.
***
Continuo ad osservare da questa panchina le persone che passeggiano, i bambini che felici si rincorrono e, nonostante il tempo uggioso, sorridono alla vita.
Il sole oggi non splende, è coperto da nuvole sparse che lasciano appena filtrare i suoi raggi, e questo, forse, rende anche più nero il mio umore.
"Guarda chi c'è, il ragazzino" vengo distratto dai miei pensieri scoordinati e privi di logica, e, quando alzo lo sguardo, mi trovo davanti l'ultima persona che avrei voluto.
Malgrado il fastidio ricordo l'educazione che mia madre mi ha insegnato, e cerco di essere cordiale nonostante in questo momento io non ne abbia la ben che minima voglia.
"Salve" rispondo in modo pacato e cerco di non far trapelare il mio pessimo umore.
Fa dei passi avanti e poi si gira per tornare verso di me e prende posto al mio fianco mentre mi scruta curiosa.

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Circus
Fanfic•Opera coperta da COPYRIGHT• "Nessuno stupido si avvicinerebbe al fuoco dopo aver capito che scotta. Nessuno, tranne chi ha un motivo valido per bruciarsi." -Albert Einstein