Troppa gente si occupa dei sensi unici e dei sensi vietati, senza mai
mettersi in cammino.Fabrizio Caramagna
Mario
Sono tre giorni che non lo vedo.
Mi sono dedicato al lavoro, o almeno ci ho provato, dal momento che le scottature sul mio corpo sono visibilmente aumentate e l'attenzione è diminuita.
Omar continua a richiedere una concentrazione che sto dimostrando di non avere e mi ha persino più volte proposto di evitare di esibirmi per qualche giorno, pensando che io potessi essere stanco.
Ho sempre risposto di no, ci sono bambini che aspettano solo di vedere il mio spettacolo ed io non posso deluderli così.
Claudio non è più venuto al circo ed io non mi sono permesso di andare a casa sua dal momento che non me lo ha chiesto.
Mi aveva promesso spiegazioni che non sono mai arrivare, che non pretendevo assolutamente, ma che in cuor mio speravo di ricevere.
Volevo sentirmi importante per lui, e non solo un corpo da disegnare e toccare di nascosto.
Perché è così che mi sono sentito.Ho solo intravisto i suoi genitori, ma ho percepito subito una strana sensazione, quella sensazione.
La sensazione che provo sempre.
Medico velocemente la ferita sul collo e cerco Valentina.
Non ho intenzione di arrendermi, pur consapevole che, stavolta, potrei arrivare a scottarmi il cuore.
***
"Mario non in quel verso!"
Sono tre ore che cerco di cucire questo pezzettino di stoffa nel modo giusto, sotto gli occhi attenti di Valentina che puntualmente mi sgrida.
"Non ci riesco sta venendo uno schifo" sbotto ormai al limite della pazienza sbuffando e lanciando tutto sul tavolo.
"Non è vero" si avvicina e sorridendo mi invita a continuare "dai prova ancora"
Tutto sembra tranne che ciò che dovrebbe essere e, minuto dopo minuti, la speranza che ne esca fuori qualcosa di buono e simile al progetto iniziale, va a scemare.
***
Continuo ad arrivare davanti al suo cancello e a tornare subito indietro da circa un ora.
Non ce la faccio, l'ansia mi sta logorando e non capisco cosa mi abbia spinto a venire qui dal momento che magari lui non vuole nemmeno vedermi per sbaglio.
Mi siedo sul marciapiede e guardo ciò che tengo fra le mani, sorrido perché mi faccio tenerezza da solo per quanto sono stupido.
Sospiro e chiudo gli occhi qualche istante per concentrarmi e prendere una decisione, quella definitiva.
"Ei" quella voce arriva dritta come una scarica elettrica, ed il cuore torna a battere "che fai li?"
Mi volto per incontrare i suoi occhi che con mia grande sorpresa mi si rivelano stanchi e meno verdi del solito.
"Ti aspettavo" mi esce così, senza nessun filtro cuore bocca.
Si avvicina a me e mi invita a seguirlo facendomi cenno con la testa "vieni."
Lo assecondo in silenzio, restando dietro di lui senza prendergli la mano come sono solito fare, ma limitandomi ad osservare le sue spalle grandi ed i tatuaggi che tanto mi fanno impazzire, e di cui conosco solo una parte.

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Circus
Fanfiction•Opera coperta da COPYRIGHT• "Nessuno stupido si avvicinerebbe al fuoco dopo aver capito che scotta. Nessuno, tranne chi ha un motivo valido per bruciarsi." -Albert Einstein