VII

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La cosa più bella che possa capitare a un essere umano, è di scoprire il fuoco sacro, il fuoco della sua anima.
È di fare in modo che la vita intera sia l'espressione di questa anima.

Annie Marquier

Claudio

Da anni ormai, quando la mattina  mi sveglio, lascio che sia la routine a scandire il ritmo delle mie giornate.

Mi alzo dal letto dopo aver posticipato di un paio di minuti la sveglia e poi corro in doccia, mi vesto e faccio colazione velocemente prima di uscire per raggiungere l'Accademia.

La sera poi è sempre stato il momento perfetto per svestire i panni del bravo figlio di papà rispettabile e rispettoso, e  vestire quello del giovane scapestrato che non si tira mai indietro davanti ad uno shot o ad un bel giovane brillo che non vede l'ora di essere adescato.

Insomma mi diverto come posso, con gli amici di sempre e nei luoghi più in voga, consapevole che ogni sera recherò un nuovo dispiacere ai miei genitori che busseranno alla mia camera per lamentarsi delle mie serate decisamente esuberanti.

Sono due giorni però che le mie giornate non si concludono più in questo modo dal momento che, invece di andare a bere e ballare, l'istinto ha deciso di portarmi a scegliere il circo.

Ho iniziato a disertare gli inviti di Paolo con delle scuse banali e devo dire che fino ad ora c'ha creduto, anche se qualche domanda me l'ha fatta.

Sono entrato in quel magico posto per caso, lo credevo banale, qualcosa che non faceva per me, e mai mi sarei immaginato di trovarci, invece, una così forte fonte di ispirazione.

Non avrei mai creduto di rimanere affascinato e colpito da quel mondo che, in fin dei conti, è ancora a me sconosciuto.

Tutto ha avuto inizio alla fine del primo spettacolo, con il fuoco, lo stesso che la sera successiva mi ha portato a tornare lì.

Ho seguito quelle fiamme che mi hanno portato fino a lui, a scoprire le sue forme e i suoi colori.

I suoi movimenti mi hanno rapito ed hanno catturato la mia attenzione, incantandomi come si incantano i bambini che ancora sono inesperti e restano meravigliati di fronte a tutto ciò che è per i loro occhi nuovo.

"Puoi disegnarmi" è stato così che ha deciso di dirmi che si fida anche se non mi conosce, ma io voglio guadagnarmela la sua fiducia e così gli ho chiesto se oggi avesse avuto piacere a rivedermi per poter parlare ancora un po'.

I miei studi continuano a procedere regolarmente, ma ho deciso di prendermi ogni giorno una mezz'ora libera per poter iniziare a buttare giù qualche schizzo di quella figura che, sinuosa, prende forma fra quelle fiamme.

Mi perdo come sempre e non mi rendo conto che sono rimasto tutto il giorno chiuso in quest'aula.

Guardo l'ora e sistemo velocemente per andare da lui.

***

Cammino lentamente di fronte al retro del tendone, esattamente dove Mario mi ha detto di aspettarlo, faccio avanti e indietro con le mani nelle tasche da circa venti minuti, scacciando di tanto in tanto qualche sassolino che schizza sull'asfalto.

Passa qualche altro minuto quando lo vedo fare capolino sull'uscio completamente vestito di nero.

Devo ammettere che è davvero curioso questo ragazzo, in apparenza sembra così dannatamente consapevole del suo fascino, mentre quando ci parli non riesce a reggere il mio sguardo, è insicuro.

"Ciao Mario" gli sorrido mentre lo vedo avvicinarsi.

"Ciao" cammina verso di me con la testa china, imbarazzato.

Mi fa strano vederlo così fragile e indifeso al momento che quando è sul palco sembra così sicuro di sè, come se niente e nessuno potesse abbatterlo.

In cuor mio sono convinto che quel  faccino nasconda il cuore di un leone, forte e coraggioso.

"Che ne dici di andare a fare una passeggiata?" mi avvicino a lui che di sottecchi mi guarda "ti porto a visitare Verona, se ti va."

Gli porgo la mano.

"Claudio, io domani devo svegliarmi presto, non posso fare tardi"

Mi sorprende il fatto che ricorda il mio nome, quando mi ha salutato non l'ha pronunciato, pensavo se lo fosse perso.

"Ti prometto che non facciamo tardi" lo invito nuovamente a prendere la mia mano.

Sorride con gli occhi ed afferra la mia mano intrecciandola appena con la sua.

Da quanto aspettavi che qualcuno ti porgesse la mano Mario?

                    
Camminiamo per un po', non lo porto a vedere l'Arena o la casa di Giulietta, è banale, se vuoi sorprendere qualcuno che non è abituato ad essere sorpreso devi portarlo in un posto che lo faccia sentire speciale, ed io questo voglio fare.

Arriviamo su uno dei ponti più belli di Verona, che offre una visuale mozzafiato sul fiume Adige che stasera è illimitato dagli infiniti puntini luminosi che si avvicendano nel cielo.
D'estate si vedono le stelle e le notti sono magiche.

Non parliamo, lui si guarda intorno curioso ed io guardo lui felice di averlo sorpreso.
Cerchiamo una panchina per sederci e, mentre ammiriamo il panorama difronte a noi, lo vedo tremare appena.

"Ei, hai freddo?" prova a negare anche se un brivido più forte lo scuote appena.

È una serata non particolarmente afosa, e tira un leggero vento fresco, ma io ci sono abituo mentre lui, probabilmente, no.

Decido quindi di togliermi la felpa per darla a lui.

"No, non ti preoccupare" abbassa lo sguardo e la rifiuta facendomi segno di lasciar stare.

"In questo momento serve più a te che a me, dai prendila" cerco di convincerlo sorridendogli un po'.

"Grazie" sussurra timidamente quasi come se si sentisse in colpa.

Mi avvicino a lui ed inizio a carezzargli la schiena spostandomi lentamente con la mano per infondergli un po' di calore.

"Sei davvero bravo con il fuoco, io ti ammiro"

Lo vedo girare il viso e puntare i suoi occhi nei miei.

"Cosa c'è?" scuoto la testa confuso dalla sua reazione.

Torna a guardare Verona che si mostra davanti ai suoi occhi persi.

"Ho detto qualcosa che non dovevo?" azzardo titubante.

"No anzi.." sospira e punta lo sguardo sui suoi piedi.

"Sono abituato ai complimenti, ma nessuno mi aveva mai detto prima che mi ammira" mi guarda velocemente sorridendomi.

Rimarca quelle parole come se fossero la cosa cosa più preziosa e incredibile che gli potessi donare in quel momento.

"È così, sei davvero intenso"

Sorridiamo entrambi forse per la prima volta senza imbarazzo alcuno e nel mentre decido di stringerlo portandolo leggermente verso di me.

Mario nasconde indubbiamente tante cose che io sono disposto a scoprire, ha tante sfumature nella sua anima che non conosco e spero con il tempo di poter conoscere.

C'è un mondo intero dentro i suoi occhi, ma che a me, per il momento, non è dato sapere.

Circus Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora