XII

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I baci non sono anticipo d'altre tenerezze, sono il punto più alto.
Erri De Luca

Mario

Apro gli occhi infastidito dal sole che filtra dalla finestra e mi rendo subito conto che non mi trovo a casa mia.

Sospiro silenziosamente non appena mi torna in mente il ricordo del dolce sapore delle sue labbra, e sorrido.

Sento la sua presenza alle mie spalle e noto subito come con il braccio continui a cingermi la vita e a stingermi, come se avesse paura.

Ma io non scappo non vado da nessuna parte.

La testa fa ancora male e lo stomaco è in totale subbuglio, ma ne è valsa la pena.

Lascio appena una carezza sul dorso della sua mano e poi lentamente mi muovo nella sua presa per voltarmi e trovarmi di fronte a lui.

È bellissimo.

Osservo il ciuffo castano che cade scomposto sul cuscino bianco, le ciglia lunghe e le sue labbra piene e carnose leggermente schiuse.

Il suo respiro si fa più lieve segno che il sonno si sta alleggerendo, così non mi faccio problemi e lentamente mi avvicino al suo volto per strofinarmi appena con il naso sulla sua guancia morbida.

Lo sento mugugnare e poi vedo la sua bocca aprirsi in un sorriso.

"Ciao" apre appena gli occhi e sussurra contro la mia fronte prima di lasciarci un bacio.

Lo guardo dal basso in attesa, chissà di cosa, ma per la prima volta non mi sento in imbarazzo, semplicemente mi sento felice, apprezzato.

Ci scambiamo tenerezze e sguardi, ma nessuno dei due parla, ci limitiamo a condividere il letto, l'aria e questa frazione di eternità destinata a finire prima del previsto.

Si muove lentamente senza staccare i suoi occhi dai miei, ed è quando mi sovrasta improvvisamente, ma con calma, che il cuore inizia a martellare.

Sussulto appena mentre porta le sue labbra a percorrere il mio collo ed apro la bocca pur cercando di non emettere suoni.

Un bacio, due, tre, perdo il conto e mi beo di quelle attenzioni che mi fanno sentire speciale e voluto.

Porto le mani sui suoi fianchi ed alzo la maglia per stringerli appena, mentre lui continua ad assaggiare ogni centimetro di pelle.

"Mi sveglio presto prometto" mi rimbomba nella testa ed inizio a tornare lucido nonostante i baci di Claudio siano diventati piccoli morsi piacevoli.

"Claudio no" lo supplico poco convinto a metà tra l'egoismo e responsabilità, che però prevale.

"Devo andare l'ho promesso ad Omar io non.."

Mi guarda e comprende, mi sorride prima di lasciarmi un bacio a stampo.

"Andiamo"

***

Contrariamente ad ogni aspettativa ho trovato Omar più che felice quando mi ha visto arrivare con Claudio "non ti preoccupare proveremo domani" mi continuava a ripetere tutto sorridente, e così ho deciso di dargli retta, ma non prima di essermi scusato una decina di volte.

"Dai Claudio smettila" continuo a ridere perché è proprio vero quello che dice sempre Valentina, grande grosso e giuggiolone.

"Mario non ho paura è solo che.." mi volto verso di lui e gli prendo la mano.

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