Un abbraccio vuol dire
"Tu non sei una minaccia.
Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa.
Sono protetto, e qualcuno mi comprende."Paulo Coelho
Claudio
Camminiamo verso il locale in cui Paolo ed altri amici mi aspettano.
Uso il plurale perché, dopo averlo pregato più volte, sono riuscito a convincere Mario a seguirmi, o quasi.
"Cla io non sono abituato, non sono mai andato in posti del genere.." continua a blaterare mentre cerca più volte di sfuggire alla mia presa indietreggiando ed io mi vedo costretto a tornare indietro per recuperarlo.
Sò quanto lui abbia paura del giudizio e, soprattutto, quanto teme tutto quello che non conosce, ed è normale questo, ma son felice che stia provando a mettersi un po' più in gioco nonostante le sue difficoltà e le numerose storie che deve prima fare, ogni volta che lo spingo verso qualcosa di ignoto.
"Mario stai tranquillo, ti divertirai fidati"
Nonostante i miei tentativi lo vedo continuare a mangiarsi le unghie nervosamente e cercare sostegno nel mio sguardo.
"Domani devo anche svegliarmi presto, l'ho promesso ad Omar"
Alzo gli occhi al cielo e gli scompiglio i capelli.
Omar è veramente simpatico, durante la cena abbiamo parlato tanto ed è stato molto carino ad accogliermi, pur non conoscendomi, come facessi già parte della famiglia.
Valentina invece è fuori, completamente.
Per molti aspetti la vedo simile a me, è un personaggio da intrattenimento, ovviamente in senso positivo.
Sono davvero felice che Mario sia circondato da persone così, ho percepito il loro legame ed il profondo affetto che provano gli uni per gli altri e, da spettatore, penso non esista nulla di più bello, o almeno lo immagino.
Piacerebbe anche a me avere il sostegno di persone che ti facciano sentire a casa, nonostante il luogo, nonostante le difficoltà.
Famiglia non sono i giocattoli, la casa lussuosa o i capricci sempre assecondati.
Famiglia è un abbraccio sincero, un porto sicuro, un'ancora di salvezza.
Continuo a rassicurare Mario nonostante si sia ammutolito da circa dieci minuti.
"Rilassati, passerai semplicemente una serata diversa e andrà tutto bene"
Annuisce poco convinto e mi segue nel locale, ma solo dopo aver preso la mia mano ed averla stretta nella sua.
Questo posto è un po' la mia seconda casa ed anche se ultimamente l'ho trascurato, resta sempre il luogo dei migliori ricordi e delle più grandi follie.
Prima che conoscessi Mario, la maggior parte delle mie serate le passavo qui con Paolo e gli altri a bere come se non ci fosse un domani, a vivere la vita di un semplice ragazzo di 23 anni che si spogliava per qualche ora del suo nome e di quella reputazione che giorno dopo giorno gli veniva cucita addosso, imposta.
Solitamente occupiamo il privè perché più vicino al bancone, in modo da poter ordinare più velocemente i drink.
Cammino tra la folla e sto ben attento a non perdere Mario che resta ben ancorato dietro di me, poi noto gli altri che sono già completamente andati.
Proseguo trascinando Mario che si nasconde alle mie spalle sembrando quasi un bambino che si vergogna di fronte agli amici dei genitori.
"Ma buonasera, guardate chi c'è" esordisce Paolo urlando per sovrapporsi alla musica "il figlio al prodigo"

STAI LEGGENDO
Circus
Fanfic•Opera coperta da COPYRIGHT• "Nessuno stupido si avvicinerebbe al fuoco dopo aver capito che scotta. Nessuno, tranne chi ha un motivo valido per bruciarsi." -Albert Einstein