E qualsiasi angoscia
che adesso sembra mortale,
in confronto al perderti,
non sembrerà uguale.William Shakespeare
Mario
"Secondo me questo potrebbe andare Mario" posa l'ultima maglia nera del cassetto sul mio letto e mi guarda nella speranza che anche questa volta non arrivi una risposta negativa.
Sbuffo e preso dalla rabbia scaccio via quei quattro stracci dal mio letto facendoli cadere a terra.
"Ei Mario dovresti smetterla di fare l'isterico!" mi afferra per un polso e mi scuote appena.
"Vale tu non capisci.." muovo il braccio per scacciare la sua presa ed alzo gli occhi al cielo in preda ad una crisi di nervi "non posso presentarmi così, Claudio si vergognerà di me"
Abbasso lo sguardo e mi siedo sul letto triste.
Valentina posa una mano sul mio ginocchio e prende posto accanto a me "Mario, non conta il vestito" provo a bloccarla, ma anticipa perfettamente le mie parole "ci sono i suoi genitori, tutta Verona bene e ricconi in ogni dove, lo so è da questa mattina che lo ripeti, ma a Claudio piaci così con i pantaloni strappati e le scarpe rotte"
Chiudo gli occhi per non piangere perché Valentina ha ragione, ma io vorrei sentirmi all'altezza almeno per una volta e non sotto il giudizio di occhi indagatori.
***
"Pronto per stasera?" mi accarezza la schiena nuda mentre lascia dei baci sulla mia fronte.
Mi stringo più forte al suo corpo ed incastro le nostre gambe.
"Tu s-sei sicuro di volere che io venga insomma.." porta due dita sulle mie labbra e ne traccia il contorno, poi scende lungo il collo, seguendo delle linee immaginarie lungo le spalle.
"Io sono sicuro di volerti.." mi bacia le labbra piano, le accarezza con la lingua.
Mai avrei immaginato nella vita di poter dipendere così tanto da una persona, dalle sue labbra e dai suoi occhi, dal farci l'amore in continuazione per non sprecare nemmeno un secondo.
"Claudio è una serata importante, io ci sarò indipendentemente da questo" sbuffa e si allontana da me per tirarsi su e poggiarsi con le spalle contro la parete.
"Mario, perché non puoi comportarti come una persona normale ed accettare un invito da me"
"Perché io non c'entro niente, non mi appartiene tutto questo" mi siedo sul letto incrociando le gambe e cerco di mantenere un tono pacato "in che vece verrei? A fare cosa?"
"Io ti appartengo Mario, verresti per me, perché sei il mio ragazzo"
***
"Mario" sento la voce di Omar fuori dal camper mentre mi allaccio le scarpe "posso?" fa capolino con la testa ed io gli sorrido per invitarlo ad entrare.
"Sei bellissimo figliolo" sorrido ed alzo le spalle "ma tu non lo pensi, vero?"
Mi guardo di nuovo allo specchio e, no, ciò che vedo non mi piace.
"Mario" si avvicina e porta una mano sulla mia spalla "in questi dieci anni sei stato per me il figlio che qualsiasi padre vorrebbe, ti sei sempre preso cura di mia figlia, del mio circo, e non hai mai chiesto nulla" lo guardo attraverso lo specchio e porto la mia mano sulla sua.
"Hai portato allegria e amore in questa grande famiglia, mettendoti da parte e accontentandoti" sorrido e scuoto la testa perché io non mi sono accontentato, anzi mi ritengo un privilegiato per quello che ho.

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Circus
Fanfic•Opera coperta da COPYRIGHT• "Nessuno stupido si avvicinerebbe al fuoco dopo aver capito che scotta. Nessuno, tranne chi ha un motivo valido per bruciarsi." -Albert Einstein