cap. 4

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"Cameron perché non ti metti la collana che ti ha regalato Kate?" appena sentì quelle parole, si girò ad osservare la madre e il fratello "non voglio rovinarla". Cazzata! Era un cazzata. Silenziosa tornò al piano di sopra, passando davanti alla stanza del fratello, dove vide la scatolina contenente la collana. Confusa andò a curiosare. Suo fratello era più ordinato di lei e questo lo sapeva da anni. Però negli ultimi tempi lo era di più.
Tempo prima il professore, durante una lezione aveva detto che <chi porta ordine nella sua vita, non lo é nella mente. E così il contrario. Più é in ordine nella mente e più é disordinato nella realtà effettiva>.
E lei ci credeva. Scosse la testa per tornare in sé, per poi avvicinare la mano alla scatolina scura. Era vuota. Vuota come la testa del fratello. Irritata si guardò attorno, ma notando che non era da nessuna parte, si diresse in camera sua. "Idiota". "Kate?" sentendosi chiamare si girò verso il fratello "che vuoi?" "perché eri in camera mia?" lei lanciò una piccola occhiata alla camera, per poi alzare il volto verso quello alto del fratello. Perché doveva essere così alto? Un metro e ottanta di pura idiozia. Ma si era fatto più carino e muscoloso o sbagliava?
"niente. Non stavo facendo niente" "niente o qualcosa non mi interessa. Non rientrare più in camera mia. Ci siamo capiti?" "non é nei miei sogni entrarci. Non lo sarebbe di nessuno".

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Dopo una bella doccia calda, si vestì con scarpe da ginnastica nere, jeans anche quelli neri e un maglione largo bordò. Si pettinò alla svelta i capelli neri legandoli in un'alta coda per poi decidere se truccare gli occhi blu oppure no. Alla fine, vinse la pigrizia e andando a mettersi il profumo e poi una collana lunga, scese al piano di sotto, cercando di non cascare dalle scale con le stampelle. Odiava quegli aggeggi. Si mise il giacchetto in pelle nero ed entrò in cucina "mamma sto uscendo!" "dove vai a quest'ora?" "ho la visita dal dottore per farmi controllare la gamba e eliminare per sempre questi così. Ricordi?" "Ah sì...é vero. Ti accompagno?" "No tranquilla. Vado da sola e torno con un micio" prese il cellulare che aveva messo in carica e il portafoglio mettendolo nella tasca del giacchetto.

Appena scese dall'autobus, si diresse allegra verso l'ambulatorio. Non vedeva l'ora di togliersi quegli affari. Appena entrò, salutò l'infermiera. "Buongiorno, sono qui per l'appuntamento con il dottore. Sono Kate Phnitx" "oh certo...aspetti un attimo". Cinque minuti dopo andò a bussare alla porta "avanti. É aperto" poco dopo andò ad aprire e sorrise al dottore "buongiorno dottore" "Kate! Buongiorno. Sei in ritardo" "l'infermiera mi ha fatto aspettare cinque minuti nella sala d'attesa" "stavo scherzando. Avevo un appuntamento impegnativo" Kate abbassò lo sguardo sul sangue che stava a terra. La sensazione tornò più prepotente dei giorni passati. Ingoiò a vuoto e alzò lo sguardo sul dottore, quando questo gli si mise davanti per non fargli vedere la piccola pozzanghera.
"É meglio spostarci nell'altra stanza. Vieni" annuendo uscì, non prima di aver guardato il sangue a terra. Lo vide mettersi un camice nuovo. Ne era contenta, non solo perché almeno questo era pulito e non sporco di sangue. Ma piuttosto perché quel sangue quasi secco gli dava una sensazione di inquietudine e preoccupazione.

"Direi che la caviglia sta bene. Dovrai farci attenzione, ma per il resto potrai fare quello che vuoi. Sempre senza esagerare" annuendo a più riprese lo vide sorridere.

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Stava uscendo dal l'ambulatorio, quando si girò verso una porta che veniva aperta. Osservò quel lettino muoversi. Una mano fredda gli toccò il braccio. Dei brividi e la sensazione di prima gli fece perdere il respiro. Sbatté le palpebre per poi vedere il carrello andare via.
La mano era pallida e ferma.
Non riuscì neanche a respirare, prima di girarsi e andare via. Quasi corse.

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Entrò in casa, osservando quella macchina che non conosceva. "Cameron, sai di chi é quella macchina?". Ma si bloccò vedendo due ragazzi seduti sul divano della sala, insieme al fratello e ad Ol.
Quello a destra aveva i capelli rossi e ricci, e con gli occhi marrone scuro. Gli sembrava mingherlino. Invece quello di sinistra era biondo e dagli occhi celesti, era più muscoloso. Avevano tutti un'espressione seria con un'aria cupa. Ma che evaporò appena la videro. "Kate ciao. Sei tornata prima. Com'è andata la visita?" guardò curiosamente i due prima di sorridere. "Bene. Mi ha tolto la fasciatura, ma ci devo fare attenzione". Appena si avvicinò ai due, non notò Cameron e Oliver irrigidirsi e portarsi avanti. Pronti a lanciarsi sulla ragazza, per pronteggerla, che sorridendo allungò una mano al rosso "piacere, io sono Kate" l'altro allungò la mano e stringendola "Adam" poi fu il biondo ad allungare una mano verso di lei, sorridendo "Philip. Phil per gli amici" "quindi immagino che sono tua amica" "se vuoi si".
Dopo avergli sorriso anche lei, si diresse verso la cucina. Portando le mani sul ventre, si bloccò, guardandosi intorno. La sensazione era tornata. Più lieve  ma era tornata. Prendendo dei lunghi respiri, uscì dalla stanza per bersi dell'acqua.

Lasciando i quattro a guardarsi.

The secrets of a Wolf.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora