Cap. 27

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Black Wind

Come ci ero arrivata in quella situazione?
Un momento prima stavo salutando un'amica e quello dopo stavo passeggiando affianco al fusto di Jacques, pronto per offrirmi un tè caldo, in un bar poco lontano gestito dal ragazzo che avevo incontrato l'altra volta, dopo averlo aiutato.
Ero sorpresa, confusa, nervosa e si, anche compiaciuta e un po' tanto felice. Non potevo non esserlo, Jacques era ed è un figo da paura.
Fatto sta, che appena entrai nel bar seguita dal bel ragazzo, quelle poche persone presenti nel locale avevano spalancato gli occhi, sorpresi e ci guardavano un po'... Scioccati.
E tra di loro notai anche l'amico di cui non ricordai il nome. Con i nomi non ero molto portata, anche dopo cinque minuti che ero in loro presenza, riuscivo a dimenticarli.
Era seduto ad un tavolino blu circondato da alcuni ragazzi e ragazze. Formavano un bel gruppetto di cinque persone, che divennero subito attirati da noi. Non seppi neanche io in quel momento perché mi avvicinai a Jacques, che allungò una mano sulla mia schiena trasmettendomi tantissimi brividi. La sua mano mi fece sentire in pace con me stessa e con il mondo esterno, pesante ma non troppo, mi faceva sentire al sicuro e protetta ed era anche calda, anche se mi chiesi tutt'ora come facessi a sentirla, se indossavo una felpa, però, non importava adesso e neanche prima.
Mi girai ad osservarlo e lo trovai, mentre mi sorrideva, per poi alzare una mano "Colin" l'amico che grazie a Jacques mi ricordai il nome, si avvicinò, facendomi sentire di nuovo la strana sensazione.
Colin aveva due brillanti occhi viola che mi facevano sentire strana. Non mi piaceva per niente quella sensazione.

L'amico di Jacques, Colin, aveva le lenti a contatto o almeno è quello che pensai in quel momento. E mi chiedi anche perché aveva scelto quel colore.
Non ebbi idea, che quegli occhi mi avrebbero aiutato ad accettare ciò che sarebbe avvenuto da lì a poco.
Non sapevo che sarebbe stato un fratello più dei miei fratelli di sangue.

Non seppi in quel momento di esser entrata nel territorio del lupo.

_____

Kate sospirando ripensò a ciò che aveva letto quell'oggi. Poteva solo immaginare la sensazione della mano di un ragazzo innamorato sulla sua schiena.
Perché si, quel Jacques doveva essere per forza innamorato di Caterine per comportarsi così e doveva esserlo per forza.
Li vedeva benissimo insieme, anche se aveva letto solo alcune pagine.
Una coppia gli passò affianco ridendo e scherzando, facendola sorridere. Chissà se anche lei si sarebbe comportata così da sciocca o invece avrebbero litigato, per poi fare la pace in modo molto piacevole, con del sano sesso.
Del sesso che lei non mai potuto assaporare, veramente. La beatitudine di lasciarsi andare e a farlo sentire vivo e a sentirsi viva, la sensazione di euforia, di libertà e di piacere. I suoi ex o anche con chi era uscita, non gli facevano sentire niente, come se lei non fosse in grado di sentire l'amore nell'aria, ma non era colpa sua se era cinica in fatto di sentimenti amorosi, o almeno, lo sperava.
Gli unici sentimenti amorosi che poteva sentire era verso i libri rosa che leggeva, si perché era il suo grande vizio e i gatti, pensava già di andare ad abitare con i gatti, oppure i koala e gli orsi o anche i giaguaro o i lupi. Senza dimenticarsi dei procioni. Si, anche i procioni. Chissà se c'era un termine per definire la sua fissazione per gli animali, ma sicuramente la rappresentava in pieno. Passava ad amare gli animali innocenti come i koala agli animali per niente innocenti, ma minacciosi come i serpenti e anche i lupi. I due animali con cui era fissata maggiormente però erano i gatti e i lupi. Però, non era arrivata ai livelli di zoofilia. Gli animali non era certa che fossero concepiti per quello, ma se gli altri ne erano contenti e non maltrattavano gli animali, buon per loro.
Lei li rispettava e li amava, gli animali. Li adorava, così innocenti trattati bene, ma anche cattivi quando l'uomo non sapeva comportarsi, se non con cattiveria. Da piccola aveva desiderato fare la veterinaria, però aveva cambiato idea quando gli avevano detto che c'era molto da studiare e per quanto studiare, essere acculturata gli piaceva, non voleva sprecare la sua vita così, anche se, ogni tanto ci ripensava.
Ridacchiando si passò la mano sul collo "sono scema" un uomo passando di lì, la guardò confuso e un po' divertito, lo vide sorridere e ricambiando, si accorse di una cosa strana, quegli occhi erano strani. Si posò la mano sulla bocca dello stomaco, doveva assolutamente farsi vedere dal dottor Kavin, era strana ed illogica quella... Cosa.
Sospirando prese il cellulare, non accorgendosi che l'uomo si girò a guardarla per poi riprendere a camminare, sussurrando divertito "sembra la scemunita di Caterine".

The secrets of a Wolf.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora