Cap. 6

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Stava camminando per il corridoio della biblioteca, quando guardandosi intorno, si rese conto di non essere mai finita in quel punto. Le librerie incastrate tra di loro, erano ancora più ricolme di libri.
Curiosa come al solito si avvicinò a leggere i titoli. Sfiorò delle copertine scure, chiare, colorate. Fino a sentire di nuovo quel brivido e quella sensazione alla bocca dello stomaco.
Ritornò indietro e con il dito sfiorò un libro consueto, particolare e monocolore. Appena lo prese tra le mani, avvertì una sensazione sulla testa e sulle spalle. Era come se fosse stato un peso enorme sulle spalle. Le mosse per togliersi quella sensazione e lesse il titolo.

All'inizio non riuscì a comprendere cosa ci fosse scritto, ma dopo aver sbattuto le palpebre un paio di volte lesse <Black Wind> poi lo sussurrò a bassa voce "Black Wind".

Subito avvertì una morsa allo stomaco. Era diversa dal solito. Più forte. Più negativa. Sembrava una mano che stringeva con forza lo stomaco o qualunque organo che stringeva con forza. Con le sue unghie spesse e affilate. Merda!
Lasciò cadere il libro a terra e cercò di riprendere dei respiri lenti e calmi. E appena ci riuscì, guardò impaurita per non dire terrorizzata il libro scuro.
Ma non gli diede più quella sensazione, anzi si era placata quasi scomparsa, lasciando solo tristezza e pace insieme.
Che cazzo di libro era?

Appena ebbe il coraggio di riprenderlo in mano, la portò alla bibliotecaria "ciao, devo prendermi questo libro" l'altra alzò lo sguardo "ciao Kate. Puoi farlo da sola? Sto sistemando delle cose importanti" "non c'è problema". Tanto non era la prima volta che capitava. Lanciò uno sguardo al libro, che notò essere di un blu quasi metallizzato e bello. Straordinario. <<Black Wind. Che nome. Non ha neanche la trama>> forse dipendeva dal fatto che era antico. Molti erano senza trama, c'era solo scritto il titolo e se eri fortunato anche l'autore. Ma questo non aveva neanche un autore. Era anonimo. Un po' come lei.
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Si fermò davanti al cancello di casa per osservare Oliver e Cameron sistemare dei scatoloni nella macchina del fratello. Confusa si avvicinò. "Giorno, ragazzi" i due si girarono e gli diedero il buongiorno. Anche se il fratello girò subito lo sguardo imbarazzato. "Cosa state facendo?" "la tua piccola mente, non riesce a capire, che stiamo mettendo, delle scatole in macchina?" evitando la battuta idiota, perché quella era idiota. Lei sapeva fare meglio di Oliver. Disse tranquilla "si, ho visto. Ma perché?" questa volta fu Cameron a rispondere, senza però guardarla. Oggi volevo proprio ignorarla?
"mi trasferisco da Oliver" "ah. Meglio per me. Così potrò..." prima che potesse finire, si intromise Cameron ridendo "papà l'ha già occhiata. Vuole farci una stanza privata in cui invitare gli amici, bere mentre guarda le partite e girare nudo". Kate sospirò. Sapeva che il padre voleva quella stanza per farci le sue cose. Soprattutto girare per la stanza, per metà nudo, se non del tutto. Ma sperava che l'avrebbe occupata prima, che il padre lo sapesse. Alzò lo sguardo verso il cofano della macchina, che venne chiuso. "Ciao sorellina, ci si vede" borbottando qualcosa, entrò in casa, cercando un rimedio per prendersi la stanza del fratello. Che scuotendo la testa, entrò in macchina, mettendo in moto.
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"Allora, mi vuoi spiegare perché questa decisione in fretta e furia?" Cameron a quella domanda spontanea, strinse il manubrio e divenne rosso. "Non é per nessun motivo" "bugiardo. Ti sento in imbarazzo. Dai dimmelo! Sono curioso". Cameron si passò la mano tra i capelli "non intendo dirtelo". "Che palle che sei!". Ridendo Cam si tolse dalla mente l'imbarazzo e notò già la mancanza della sua famiglia. La madre che ogni giorno, voleva preparare dolci. Il padre con le sue fissazioni. Pesca, caccia e adesso girare nella sua stanza nudo. E la dolce e piccola Kate, che non riusciva a farsi i cazzi suoi. Ma che alla fine era diventata grande.
Per non tornare a quei pensieri, si girò verso Oliver "cosa facciamo oggi?" "appena rientriamo a casa, ti sistemi e poi passiamo dal branco. Vorranno finalmente conoscerti" "ok" "non essere agitato Cam, te la caverai alla grande" "mi mette ancora agitazione, pensare che sono...beh. Immortale" Oliver gli posò una mano sul braccio "so come ti senti" poi si staccò e ridendo "pensa che potremmo diventare ricchi. Come abbiamo sempre desiderato da piccoli" ridendo e scuotendo la testa, Cameron disse girando nella rotonda "tu sei già ricco" "molto probabile". Ancora ridendo, girò verso la sua nuova casa.

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Kate si passò la mano sulla bocca dello stomaco. La sensazione era scemata, lenita. Forse era colpa di Cameron, quella strana sensazione? E poi, perché?
Girandosi, osservò il nuovo libro che aveva preso in prestito dalla biblioteca. Ma prima che potesse solo prenderlo e sfiorarlo. Si sentì chiamare al piano inferiore.

"Quella stanza sarà mia!" "Perché la tua? Tu hai già uno studio al lavoro" "si, ma con questo sarebbe diverso. Ok?" Sbuffando, si girò. Erano da mezz'ora che bisticciavano, provocando l'esasperazione e le risate della madre. Che scosse la testa. Salendo in camera sua, sbuffò <<Cam, trascina pure me, lontano da qui!>>.

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Cameron stava per aprire lo sportello, quando sentì quel pensiero. Era stata la voce di Kate o era stata solo la sua immaginazione? Possibile che già gli mancava? Se n'era appena liberato, non voleva, di certo già sentirne la mancanza.
"Cameron, stai bene? Possiamo scendere?" Sbattendo le palpebre, annui e scese dalla macchina. Seguito da Oliver. Riuscì solo a chiudere lo sportello, quando, sentì dei passi avvicinarsi. Alzando lo sguardo e cercando di abituare il naso all'odore dei vari membri del branco, osservò, delle ragazze avvicinarsi. "Ciao Oliver" "ragazze ciao". Cameron si trattenne nel ridere, vedendo quelle ragazze guardare il suo migliore amico, come fosse un cioccolatino. L'altro gli lanciò un'occhiata, che gli fece fuggire una risata. Attirando così l'attenzione su di sé. Facendolo rabbrividire. Cinque ragazze che si girano così di scatto, facevano paura. "Ragazze, amiche, mie giovani e bellissime ragazze. Vi presento il mio migliore amico. Cameron". Una ragazza bionda gli si avvicinò, con gli occhi luccicanti "tu sei quel Cameron?!". Il moro lanciò un'occhiata a Ol, per poi tornare sulla bionda "lui potrebbe avermi descritto come un formica. Ma io sono molto meglio. Fidatevi". Le ragazze risero sguaiatamente, osservando la sua prestanza fisica, ma anche gli occhi profondamente blu. Oliver ridendo, gli posò un braccio sulle spalle e rivolgendosi alle ragazze "scusate ragazze, ma noi dobbiamo andare a parlare con l'Alpha" poi lo trascinò via, facendo l'occhiolino alle ragazze.

Carne nuova al macello. Gnam.

Cameron entrò nella villa a due piani, alta quanto spaziosa. Subito assaporò l'odore di pulito e lavanda. Non l'avrebbe mai detto in giro. Ma lui adorava la lavanda. Oliver gli rivolse un'occhiata, facendolo sbuffare. <<So cosa ne pensi al riguardo Oliver. Quindi taci e portami dall' Alpha>> <<a un maschio non può piacere la lavanda! É così...da femmina>> Cameron gli diede una gomitata <<a te piace l'odore di cappuccino e perché no...anche di cornetto. Quindi portami dal tuo Alpha>> <<dal nostro Alpha>>.
"Idiota" borbottò Cameron, facendo ridere l'altro "ricambio".

"Mi spiace che non l'hai incontrato" "a me no. Da come ne parli, non voglio incontrarlo" "non ti ci facevo così fifone" "fifone sei te. É solo che...". Sospirò "mi devo ancora abituare alla mia nuova esistenza" "si, forse hai ragione. Comunque come Alpha, il nostro non é proprio male. Per niente. Te ne accorgerai anche te, quando lo avrai conosciuto e passato qualche momento insieme" "mi spiace deluderti, ma io non voglio una relazione sentimentale con lui" Oliver subito lo guardò male "coglione!". Ridendo Cameron, girò a sinistra per poi parcheggiare. "Ci metto cinque minuti" "ti aspetto qui, ma muoviti" ridendo Cameron prese il portafoglio "hai solo paura di entrare in una gioielleria. E poi sarei io il fifone" "vaffanculo!". Ridendo ancora, Cameron andò a pagare la copia della collana, che Kate gli aveva regalato. Solo che in oro. Adorava quella collana, gli ricordava la cretina della sorella. Santa Luna! Stava diventando sentimentale.

The secrets of a Wolf.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora