Black Wind
Non avevo mai pensato che potessero esistere e perché dovevo poi?
Dovevano essere delle leggende, delle stupide quanto interessanti leggende.
È da giorni che penso e ripenso a quello che è successo.
Otto giorni fa, tutto ciò in cui credevo mi si è rivolto contro. Non pensavo che esistevano e ancora adesso sono un po'... frastornata, ma i miei occhi, le mie mani e la sensazione non si sono sbagliate. Mi hanno detto di non dire niente, quando mi sono ripresa, ma non posso. Devo cercare di capire perché quello che ho visto e sentito è...è impossibile.
Letteralmente impossibile.
Stavo camminando quando mi sono trovata davanti quel... Lupo.
No, per dirla tutto era un licantropo.
Esatto, rido ancora dell'assurdità della cosa e allo stesso tempo mi dispero. È impossibile che una persona di cui avevo apprezzato fin da subito la compagnia fosse una leggenda.
Mi vengono ancora i brividi a pensarci e infatti non parlo con Jacques da otto giorni e da quando mi hanno portato qui. Sa che ho paura, timore e una grande fifa ma non posso farci niente, ho visto delle cazzo di persone trasformarsi in un lupo.
In un enorme lupo.
Vorrei capire perché proprio io dovevo entrarci in mezzo, visto che sono umana o almeno, pensavo di esserlo.
Se infatti la sorella di Jacques mi dicesse che non esistono gli umani e sono un coniglio, quasi ci crederei.
Ok, no, dovevo avere delle prove. Neanche scrivere il diario, mi aiuta! Sono in trans, sofferente e Jacques non aiuta.
Va bene che gli ho detto di non venire qui, ma è obbligato a venire ed ho anche il ciclo e ho voglia di lui.
Dannazione, i licantropi esistono! Sono dei grandi lupi paurosi e coccolosi. La sensazione alla bocca dello stomaco è diminuita anzi, era proprio scomparsa quando ho guardato negli occhi rossi di Jacques, cioè del lupo.
Oddio, non riesco a riflettere. I licantropi sono tra di noi e io non me ne sono mai accorta!____
Licantropi?
Che si era fumata Caterine?
La loro esistenza era impossibile, no? Non si era ancora accorta che quel diario fosse concepito da una mente fabbricante, eppure... La sensazione che avvertiva o almeno, che scriveva Caterine ce l'aveva anche lei e non era dovuto alla sua psicologia dopo aver letto il diario, perché l'aveva preso dopo aver notato i sintomi.
I licantropi non esistevano, era impossibile. Non poteva credere che esistevano eppure, era scritto così, tranne se non era un libro di fantasia.
Curiosa, andò nell'altra pagina.____
Credo che il mio cervello non sia più in sé, non avevo idea che potesse capitare e non era dovuto a sua zia che soffriva nella sua casa, fabbricante.
"Rina, tesoro, devi credere alla zia, i vampiri come i licantropi esistono. Credimi almeno te" era questo che gli diceva e ri-diceva sempre quando andava a trovarla.
L'ultima volta è stato due anni fa, quando aveva spaventato i nipotini.
Non poteva essere reale.
Infatti per chiedere spiegazioni alla diretta interessata, si era fatta portare a casa sua, con una scorta che consisteva nel Beta del branco, Colin.
Dalla spiegazione che aveva avuto durante il viaggio, si trattava di una persona che aveva la fiducia del capobranco, l'Alpha, era il suo secondo e lo aiutava nelle decisioni e altre cose a cui non aveva dato molta retta. Tranne che aiutava nella protezione della compagna del Alpha maggiormente.
Infatti la compagna del capobranco aveva più protezione di un licantropo normale.
Mi sono incuriosita subito e chiedendo spiegazioni del perché allora mi stava accompagnando, non ha voluto rispondere tranne per l'occhiolino che mi ha lanciato e un sorriso.
Era stato troppo strano e mi ha fatto pensare per l'ora successiva, fino ad arrivare davanti a casa della zia.
Si era trasferita in quella casa gialla quando aveva venticinque anni, secondo il padre, era scappata dalla loro vecchia casa per un anno, quando era tornata, era rimasta lì poco, prima di voler fuggire via in questa casa, circondata dal bosco.
Sentendo una strana sensazione che collegai subito ai licantropi, guardai preoccupata Colin che subito si era girato verso di me, dicendo solo un interessante, per poi tornare concentrato a guidare seguendo le mie indicazioni.
Appena la zia Emma mi ha visto, ha aperto la porta portandosi la mano alla bocca dello stomaco proprio come avevo fatto io, la vidi guardare Colin dietro di me e sorridermi.
"Lo sapevo che eri speciale" "buongiorno signora" "chiamami Emma" "Emma, io sono il Beta Colin del branco Black Wind" "Beta? Cavoli Rina. Piacere, io sono la zia di Caterine. Prego entrate, vieni però bambina, fatti abbracciare" quello che mi ha sussurrato nell'orecchio è stato un "andrà tutto bene, fidati di me, come hai sempre fatto".
Abbiamo passato l'intera giornata lì e mi ha spiegato i motivi per cui era andata via di casa e anche perché sembrava poco più grande di me.
Una notte era uscita senza permesso e si era trovata davanti il suo compagno, che l'aveva rapita e quando era riuscita a fuggire da lì, era andata via dalla città, però per sbaglio, dopo un anno a viaggiare si era trovata davanti la porta lo zio James e non era riuscita più a sfuggire, anche perché dove andava lei, se lo trovava intorno e in un certo senso gli piaceva.
Era stato bello vederla dopo tanto tempo, come al solito aveva i capelli a carrè biondi e gli occhi verdi allegri e contenti, sembrava più libera e felice dei due anni prima e più informata di prima, forse perché ancora non era finita nel loro mondo. Infatti mi ha anche spiegato cos'era la compagna e... Non poteva crederci sul serio.
Non solo sua zia era un immortale come Jacques o Colin, ma lei, Caterine Sestavine era la compagna di Jacques, del suo Jacques.Non sapevo che da quel momento ero finita in guai più grossi di me.
____
"Black Wind?" era impossibile che aveva letto quello. Il nome del branco era anche il nome del diario. Subito andò a ricontrollare, non si era sbagliata. C'era scritto proprio <<Black Wind>> era...strano, quindi, poteva essere vero?
Si portò la mano allo stomaco, si sentiva... Strana._____
Sussultò a quel pensiero. Chi l'aveva detto?
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The secrets of a Wolf.
WerewolfCos'era quella sensazione? Non l'aveva mai avvertiva. E adesso avveniva di continuo. A qualsiasi ora del giorno e della notte. Prima in maniera forte e poi in maniera debole. Poi sempre più asfissiante. E poi che cazzo succedeva al fratello? Camero...