Cap. 24

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Black Wind

Ero preoccupata, non sapevo il perché, ma lo ero. Sentivo ancora il suo sangue sulle mani e il cellulare anche se era stato pulito e disinfettato da lei stessa, non riusciva ad usarlo. Solo a pensarci, gli veniva in mente l'espressione distrutta, ferita e agonizzante dell'altro. Jacques. Questo era il suo nome e non riusciva a dimenticare di quei capelli castani sfuggenti e degli occhi celesti magnetici che per un attimo, le aveva fatto desiderare di aiutarlo e ad lietare il dolore, ma non ci era riuscita. Sentiva ancora il corpo grande e forte contro al suo, che cercava di sostenerlo.

"Caterine?" "uhm... Oh, mamma dimmi" "ci sono dei clienti, puoi andare te? Devo passare un attimo da tuo padre" sospirai rassegnati e mi diressi al bancone mentre sentiva la madre uscire dalla porta di servizio alle sue spalle. "Buonasera, benvenuti a Fior Fiore, posso aiuta... Aiutarvi?" cercai di prendere un lungo respiro, osservando quella schiena alta e muscolosa che si girò verso di sé.
Due meravigliosi occhi celesti la guardarono, facendole battere il cuore.
"Jacques" lo vidi sorridere immediatamente "ciao Caterine". Mi trovai a superare il bancone e andare da lui, cercando di far calmare il battito cardiaco e asciugandomi le mani, che avevano preso a sudare sui jeans. "C...come stai?" lo vidi portarsi la mano alla spalla ferita "adesso bene, grazie dell'aiuto" "è...stato un piacere, davvero. Ti fa ancora tanto male?" "oh no, tranquilla. Colin mi ha aiutato, è un esperto di ferite di questo genere" ci misi poco a collegare quel nome al ragazzo dell'appartamento "è un medico?".
Subito Jacques si passò la mano tra i capelli "una specie. Non è stato facile trovarti" "mi cercavi?" "si, in effetti si, volevo vederti per ringraziarti" subito sorrisi "non c'era bisogno, sono contenta che stai bene" "a chi lo dici" in quel momento il telefono del negozio suonò e girandomi risposi e appena ebbi concluso, gli sorrisi vedendolo vicino ad una credenza "ti ha attirato qualcosa?" "potrei rispondere te, ma dopo non saresti così tranquilla. Quindi si, non pensavo che lavoravi in un negozio di erbe aromatiche" "aiuto mia madre al negozio, mentre lei non c'è" lo vidi annuire e fermarsi a guardare una boccetta con della salvia all'interno "adoro la salvia, sai? Mia nonna, se poteva, la usava ovunque" "ha un buon profumo e fa bene dopotutto per qualche motivo e di scatto mi trovai a guardare quegli occhi celesti che presero la boccetta "compro questa. Voglio tornare a quando ero solo un cucciolo" subito sorrisi e annuendo mi portai davanti alla cassa, per un solo attimo sfiorai le mani di Jacques facendomi venire un brivido caldo che raggiunse il cuore, calmandomi. "Adesso è meglio che vado" lo vidi allungarsi sul bancone appoggiando i palmi delle mani sul legno e posarmi un delicato e morbido bacio sulla fronte "grazie per avermi salvato, ti sarò riconoscente a vita, mia Luna" poi lo vidi andarsene con un pacchetto di carta in mano e un sorriso sulle labbra.   Sconvolta mi posai la mano sulla fronte e sospirai "Jacques".

Non seppi che da lì, quelle parole mi avrebbero salvato.

The secrets of a Wolf.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora