Cap. 21

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Sbadigliando, Cameron camminò verso il punto di ritrovo con gli altri segugi, trovando però il licantropo che voleva addestrarlo, senza il suo consenso.
"Eccoti, finalmente sei arrivato" "cosa vuoi?" "da oggi, ti alleni con me. Ieri te l'ho detto" lo vide avvicinarsi tranquillamente. Aveva i capelli rasati, forse per correre in forma normale e dei brillanti occhi marroni con una carnagione abbronzata. Era molto alto e robusto. "Mi chiamo Alwin" "Cameron" disse ricambiando la stretta di mano, ma quando l'altro la strinse, in pochi secondi Cameron si trovò a guardare il cielo limpido e gli uccellini volare sulla sua testa. Sbattendo gli occhi, si alzò in piedi a guardare male Alwin, che dopo aver osservato i suoi movimenti, annuì.
L'aveva buttato di schiena sul terreno.
"Corriamo" "come, scusa?" "hai capito bene. Dai!" Cameron lo osservò per qualche secondo, cercando di capire qual'era la trappola, per poi sospirare e seguirlo.
Se l'avevano messo a proteggere il branco prima e adesso a seguirlo come insegnante, qualcosa voleva dire, no?

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Kate stava davanti al tavolo della cucina a leggere le varie opportunità di lavoro, quando sentì qualcuno bussare alla porta. Sperando che non fossero gli amici di Cameron, andò ad aprire.
Capelli lunghi e pieni di ricci biondi, legati in un'alta coda. Occhiali da sole sul naso e che indossava dei jeans neri con una canottiera bianca a strisce fini nere, uno zainetto piccolo nero, su una spalla.
Che ci faceva qui, Giselle?
Non sembrava sorpresa di vederla. Come cazzo aveva fatto quella tipa a sapere dove abitava? Era diventata la sua stalker?
"ehm... Ciao" "ciao" rimasero in silenzio qualche secondo, prima che Kate si riprendesse, posando una mano sullo stomaco "posso fare qualcosa per te?" "volevo...ecco ringraziarti per avermi aiutato l'altra volta" "oh, non è niente. L'hai ritrovata alla fine?" annuendo l'altra si spostò facendo vedere una moto grigia con le rifiniture nere opache "come puoi notare si" annuendo, tornò a guardarla "dove l'hanno trovata?" "una banda di ragazzini, l'avevano rubata per farsi un giro davanti ad alcuni ragazzi più grandi e coglioni" "beh, almeno è intera" "in verità no, me la sono fatta pagare con gli interessi e adesso è più bella" "sono contenta per te" ridacchiò Kate, trovando la situazione piuttosto buffa. In effetti, se la immaginava mentre picchiava tutti minorenni o no, facendo valere la sua 'autorità'.
"Come mi hai trovato?" "avevo letto la tua via in un documento, quando mi hai accompagnato alla polizia, per la denuncia. Volevo ripagarti, offrendoti qualcosa al bar" Kate ci pensò qualche secondo prima di sorridere "vengo al bar con te, ma non mi farò pagare per un piacere che ho fatto volentieri" prima che l'altra potesse dire qualcosa al riguardo, Kate si guardò "mi vado a cambiare un attimo e arrivo" poi chiuse la porta e corse al piano di sopra. Indossando un pantaloncino nero e una canottiera grigia con delle scarpe da tennis nere e la piccola borsetta nera, dove all'interno entrava solo il portafoglio, il cellulare e le chiavi. Non era molto normale accettare un invito così o almeno, a lei così sembrava. Eppure... Sembrava che quella tipa bionda avrebbe portato novità positive. Non sapeva quando e perché, aveva solo l'impressione che con Giselle, si sarebbero aiutate a vicenda, in futuro.
"Andiamo con la mia macchina?" "pensavo ad un giro con la moto" moto voleva dire libertà e capelli al vento, oltre a tanta velocità "va bene, andiamo" si legò i capelli, umidi di doccia, in un'alta cipolla e la seguì. "Non sei una serial killer che vuole il mio scalpo, vero?" ridendo l'altra, fece partire la moto "mi spiace annunciartelo, ma io preferisco i maschi". Anche Kate rise mettendosi il casco, che gli aveva dato Giselle e poi si strinse a lei, che partì velocemente.
Kate rise allegramente, adorava andare veloce, era la sua passione più nascosta. Prima o poi, si sarebbe comprata una moto per andarci a fare un giro, quando era annoiata.

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Cameron entrò nel bar per iniziare il suo turno, abbastanza velocemente e trovandosi di fronte il proprietario "scusa il ritardo, boss" "non è successo niente. È la prima volta che capita. Vai a lavorare e fai che non succeda più" annuendo a più riprese, andò a salutare il suo collega e a mettersi il grembiule, lavandosi poi le mani, pronto a servire i clienti. "Buonasera!" sentendo quella voce, alzò lo sguardo incontrando degli occhi allegri e verdi "Oliver, ciao" lo vide sedersi vicino al bancone e passarsi la mano tra i capelli "voglio un gelato al cioccolato, pistacchio e nocciola, con doppia panna. Mettici anche il biscottino" "e poi parli di me" borbottò Cameron andando a farlo e Oliver guardandolo "io almeno non sono fissato con la lavanda" "l'odore della mia mate è la lavanda, quindi non puoi criticarmi" Oliver scosse la testa "piuttosto, l'hai trovata?" "no" ringhiò a bassa voce Cameron, sorridendo poi ad una bambina che guardava i vari gelati esposti, dopo aver fatto alcuni gelati, tornò dall'amico che si gustava soddisfatto il suo gelato.
"Pultroppo non sono ancora riuscita a trovarla. E peggio ancora, non ho avuto il tempo. Sono impegnato tra i vari allenamenti con i seguci, con quel Alwin e nel bar" "capisco...Beh, l'amore fa schifo" ridendo Cameron annui, perfettamente d'accordo.
"Che tipo è Alwin?" "sa il suo conto e ho scoperto che ha una palestra tutta sua. Ha un carattere particolare, mi ha messo sotto esame, appena mi ha visto" "almeno, fai qualcosa di utile. Io devo ancora capire come controllarmi. Tra pochi giorni, c'è un incontro con l'Alpha e non mi sento pronto ad affrontarlo. Ma non posso farne a meno e lo sai. Speriamo che nel frattempo, riesco un po' a migliorare. Ma ho i miei dubbi" "se vuoi, posso venire con te. Non c'è bisogno di chiederlo, lo sai Ol" "stai diventando romantico, ingrato. E poi sai, che sei tu a non doverlo chiedere. Verrai con me. Sei obbligato, così non sarò l'unico ad essere sotto esame dell'Alpha" Cameron rabbrividì, immaginando una probabilità scena, come Alpha unico soggetto e protagonista e lui come un antagonista da uccidere o uno scarafaggio da schiacciare.
Non voleva essere nei panni dell'amico, proprio per niente.
Anche se il capo branco aveva un'aura approssimativamente calma e gentile, metteva i brividi, angoscia e terrore. Tanto terrore. Gli faceva strano non vederlo in prigione, anche se aveva un senso molto carismatico. Si, ecco la definizione più giusta.
Il loro Alpha era carismatico, ma terrorizzava. Terrorizzava di brutto!

The secrets of a Wolf.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora