Cap. 20

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Cameron guardando male i suoi predecessori segugi, sentì l'irascibile del loro gruppo, dire "ma che cazzo state dicendo? Io non uccido proprio nessuno, soprattutto senza un motivo sotto!". "Non dovete uccidere nessuno, ma solo seguire la pista e appena la vedete o vedete. Tornerete qui per vedere se siete riusciti nella missione". I quattro si guardarono tra di loro, accettando la sfida.
"Facciamo così" Cameron come gli altri, si girò verso Logan. "Chi arriva per ultimo al cerchio, dovrà pagare una penitenza. Che ne pensate?". Il cerchio era come chiamavano quei tre idioti, il posto in cui si allenavano. Silenziosamente tutti accettarono. Subito si trasformò e prese a correre. La scia marrone scura e ondulata, andava a nord.
<<cosa ci giochiamo?>> <<chi vince non dovrà venire agli allenamenti per una settimana>> <<ok>> <<va bene>> <<sarà divertente vedervi perdere!>> <<non cantare vittoria, Logan!>>
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"Così ho guardato mio zio e gli ho detto che per me poteva scoparsi anche uno scoiattolo, bastava che non mi rompesse più i coglioni" a quelle parole, Kate rise liberamente. Seguita da Duncan "e tuo zio?" "mi ha guardato malissimo, ma poi é scoppiato a ridere. Dicendo nel frattempo, che ero coraggioso a dirlo. E altre cazzate, che non ho ascoltato". "Dio! M'immagino la sua faccia!" Duncan ridacchiando, si bevette un goccio di tè fresco. "E pensa che mia madre ha spalancato gli occhi, guardandomi male. Per poi ridere anche lei. Anche se a bassa voce" "crescere con te, doveva essere divertente" "confermo. Sai quanti miei amici d'infanzia, mi ricordano per i miei guai. Che per altro". Duncan gli raccontò delle piccole vicende, che la fecero ridere per tutto il pomeriggio.

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Cameron si trovò a ringhiare, aumentando la velocità. Li avrebbe uccisi! Saltò un arbusto prima di girare a destra. Riconoscendo gli odori dei tre nemici per quel giorno, aumentò la velocità. Non si sarebbe fatto battere! Aumentò ancora di più la velocità. Per poi fare un salto su un masso e quasi rotolarsi a terra. Alzò lo sguardo e vide i tre fermarsi al cerchio dopo qualche secondo di lui.
Subito tornò umano e si diresse verso i segugi più grandi "uno scoiattolo! Ho dovuto correre dietro ad uno scoiattolo!".
I quattro risero facendolo infuriare di più, ma prima che potesse attaccarli. Max incazzato ringhiò verso di loro, pronto a sbranarlo. A quanto sembrava, come Logan e Johann che si misero dietro di lui, per dare man forte. Anche l'altro gruppo ringhiò. Cameron notò qualcosa di simile in loro, dalla sua postazione e osservò un segugio fare lo stesso.
Non ricordava neanche i loro nomi, per quanto erano poco interessanti per lui.

<<L'hai notato. Finalmente>> sentendo quella voce divertita e che lo prendeva per il culo, nella sua mente, guardò negli occhi l'altro <<cosa?>> <<che voi assomigliate a noi. Tu non lo sai, come non lo sanno i tuoi nuovi amici, ma ogni segugio ha una caratteristica. La cui, la maggior parte si vede quando cacciano>> <<noi siamo diversi da voi>> <<come no, ti piacerebbe>>. Guardandolo male, Cameron chiese ignorando gli altri <<ognuno di noi é diverso in quello che facciamo. Dovresti saperlo, visto che sei più grande di me>> <<sono nato nel 3.000. Quindi non c'è tanta differenza. O almeno, non quanto c'è con l'Alpha e i Beta>> Cameron lo guardò <<cosa vuoi?>>. L'altro lo guardò per qualche secondo, prima di girarsi e dire tranquillo "da domani ti allenerai con me" poi andò via. Qualche secondo dopo, seguito dagli altri segugi.

"Cameron, ma che ti ha detto?" "cazzate. Solo questo" poi li guardò "e comunque...ho vinto!" "Avrai pure vinto. Ma io sono sfigato! Ho dovuto seguire un gufo. Se l'allenamento sarebbe stato di giorno. Non avrei dovuto seguirlo" "c'è qualcosa che non va. Io ho dovuto seguire uno scoiattolo. Comunque, ho vinto io!". I tre lo guardarono male e Max sbadigliando "io mi sono trovato a seguire un piccione. Lasciate perdere, é meglio!" i due si girarono subito a guardarlo sbalorditi e Logan ridendo "io al contrario, ho dovuto seguire un umano. Alla faccia vostra".
Johann, Max e Cameron si girarono a guardarlo male e Johann "era meglio che stavi zitto, come al solito!" gli altri furono d'accordo, mentre Cameron si girava dove aveva lasciato la macchina "comunque ho vinto io!".

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Kate salutando allegra il bambino del vicino, si diresse in casa, osservando la cagnolina che dormiva sotto ad un albero. Al momento, era abbastanza gelosa. Aveva caldo anche lei. Appena avrebbe visto il padre, gli avrebbe chiesto, se sarebbero andati al mare quel weekend.
Si fermò alla porta d'entrata, portandosi una mano alla pancia. Preoccupata e oramai in ansia, si guardò intorno. Subito, entrò in casa. Bloccandosi, guardando il fratello bersi una birra fresca e parlare con la madre "ciao Cam. Che ci fai qui?" "non posso venire a trovare la mamma? Tranquilla, non sono qui per te". Non sapendo se guardarlo male, ignorarlo o mandarlo a fanculo. Fece le tre cose insieme. Ignorandolo, borbottò un vaffanculo guardandolo male. E quindi si, non lo ignoró del tutto, ma sti cazzi. Sentì indistintamente la madre, sgridarla di non dire le parolacce. Ma oramai era grande. Dopotutto aveva ventuno anni. Che si lamentasse pure, non aveva problemi al riguardo. "Ah...mamma, stasera esco. Va bene?" "si. Va bene. Tanto io e tuo padre, dobbiamo andare ad una cena di lavoro" "dove vai?" chiese Cameron, guardando Kate, che ignorandolo per pochi secondi. Poi rispose "andiamo al solito posto" "solito posto? Quale? E con chi?" "mamma lo sa. É questo l'importante".
"Cretina!" "idiota!".
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"Buonasera Duncan" "ciao Kate! Da quanto tempo" "si. Da quattro ore più o meno" rispose ridacchiando la mora, che tranquillamente andò a sedersi al tavolo, che avevano occupato da quando si conoscevano. Iniziando a parlare dopo aver ordinato i loro hamburger con due pacchetti di patatine e le loro bibite.
"Mio fratello insisteva nel traslocare vicino al mare. Ma sinceramente parlando, io odio il mare" "odi il mare? Ma sei pazzo!" "no, sono Duncan" "molto simpatico" borbottò guardandolo male e Duncan ridacchiando "comunque si, non mi piace il mare. La sabbia che ti entra nei piedi, nei vestiti e soprattutto nei capelli. Nei miei bellissimi capelli. Per non parlare dell'odore che ti rimane sulla pelle per giorni. No e poi no" "almeno, dimmi che ti piace l'acqua!" "si, quello un pochino. Ma non è niente in confronto alla montagna. Cazzo! La montagna è meravigliosa e unica. Il vento che soffia tra i capelli e l'aria pulita che trasporta il cinguettio degli uccellini. Adoro la montagna" "l'ho notato" rise lei e mangiando una patatina "e quindi ti sei ritrovato in questo isolato e immenso posto, desolato da tutti?" "esattamente. Questo posto mi ispira fiducia" "ti capisco" sorridendo, si girò verso le finestre a guardare l'esterno, rimanendo incantata a guardare le sponde del lago che si muovevano grazie al leggero venticello, che muoveva così anche gli alberi alti e formosi, pieni di foglie, che adesso sembravano argentate grazie ai raggi lunari.
"Ti piace la foresta a quanto sembra. La guardi spesso" ritornò in sé, sentendo Duncan e guardandolo sorrise "si, mi incanta".

The secrets of a Wolf.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora