✣Episodio 12✣

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Rose stava sorridendo leggermente in imbarazzo, un velo di rossore le copriva le guance mentre rispondeva al ragazzo seduto di fronte a lei. Il chiacchiericcio della gente stipata nella mensa, confuso e sguaiato, mi impediva di sentire tutte le parole che uscivano dalle sue labbra, e la curiosità lentamente mi rodeva dentro.

Continuai a tormentare con le bacchette gli avanzi di cibo nel mio piatto, con lo sguardo basso, ma tutta la mia attenzione era rivolta alla conversazione tra i due alla mia sinistra. In particolare al ragazzo girasole che brillava di luce propria mentre sorrideva timidamente a mia sorella. I suoi capelli gialli ora avevano una leggera sfumatura marrone, ma continuavano ad abbagliare chi gli stava intorno.

«Quindi hai scelto letteratura americana come esame del terzo anno? Ti interessa la letteratura straniera?» le sorrise con calore e un po' di trepidazione.

La conversazione era in verità non troppo interessante. Jimin si era seduto al nostro tavolo dieci minuti prima, cosa che sembrava essere una sua abitudine, e aveva tentato ancora una volta un approccio educato con Rose, la donna dei suoi sogni.

Mentre ascoltavo, mi tornava alla mente sempre la stessa scena che aveva coinvolto il ragazzo qualche giorno prima. La grossa auto nel parcheggio, un uomo inquietante che sbraitava e Jimin visibilmente preoccupato, che aveva finito per scacciare via il suo migliore amico. A dire il vero non sapevo neppure se la situazione fosse stata veramente di pericolo, ma certamente non era una scena che mi sarei aspettato di vedere. Sopratutto nel caso di questo ragazzo.

Rose stava rispondendo alla domanda rivoltale, quando sembrò essere travolta da una realizzazione. «E Baekhyun? Di solito siete sempre insieme, perché non è seduto qui con a noi?»

Dopo quello che avevo visto avrei potuto fare qualche supposizione sul motivo, ma ciò che rispose Jimin cambiò le carte in tavola. «Sta parlando con Chanyeol, credo.» Leggevo nel sguardo un leggero rammarico, ma pronunciò la frase come se fosse qualcosa di scontato.

«Con Chanyeol?» mi intromisi nella conversazione. Il ragazzo evidenziatore mi fissò. «Perché, sono amici?» insistei senza contenere il mio stupore. Jimin ridacchiò. «No ma figuriamoci, non sono amici... si conoscono perché hanno frequentato le stesse scuole medie, da quando la famiglia di Chanyeol si è trasferita nello stesso quartiere di Baek...» rimase un attimo sovrappensiero. «Già.» sembrò rispondere a se stesso. «Ogni tanto Chanyeol lo ferma per chiedergli delle cose e per buon vicinato Baek non può ignorarlo, ahah. Penso che Chanyeol si impegni al massimo per tenere sotto controllo tutto ciò che lo riguarda nella vita, persino i suoi vicini di casa..» rise ancora.

Rose era ormai rimasta muta dopo che il nome di Park Chanyeol era stato pronunciato così tante volte di fronte a lei.

Quella mattina le avevo raccontato del mio incontro con il ragazzo nel prato del campus ed avevo cercato di metterla ancora una volta in guardia sul suo conto.

Sembrava che nulla gli creasse degli scrupoli; aveva pestato a sangue il mio migliore amico, probabilmente era stato coinvolto in numerose altre risse, sembrava non nutrire alcun sentimento verso la sua ragazza, trattava come idioti i suoi stessi amici e giocava al mafioso persino con il vicinato. E ora aveva iniziato a mostrare interesse per Rose, la persona più cara che avevo al mondo. Non potevo permettere che lei si lasciasse ingannare. Non potevo permettere che ne rimanesse ferita. Sopratutto nel suo caso...

Ma ancora una volta il mio avvertimento e il mio affetto si erano persi nel vento quando lei si era rifiutata di credermi. La conversazione era sfociata in un altra piccola discussione. E da quando questo ragazzo era entrato nelle nostre vite, stava accadendo troppo spesso.

Scacciai dalla mente i ricordi riguardanti Jungkook che minacciavano di riaffiorare anch'essi. Avrei risolto la questione in seguito. «Capisco, immagino che correrà al tuo fianco appena si libererà» scherzai, anche se era probabilmente la verità. Jimin sorrise e si rivolse nuovamente a Rose, assorta nel suo piatto. «Ora ti saluto, fammi sapere cosa ne pensi della proposta..» arrossì leggermente e si alzò dalla sedia con un po' di impaccio. «Ehm, certo grazie Jimin!» rispose Rose ancora parzialmente nel suo mondo interno.

«Quale proposta? Mi sono perso parte del discorso?» «Strano mi sembrava stessi registrando tutto con quelle orecchie da elefante che ti ritrovi» mi commentò lei in risposta quando Jimin si fu sufficientemente allontanato. «Mi ha chiesto di andare insieme a lui nel parco monumentale che c'è in centro. Credo ci sia all'interno un giardino fiorito che mi vuole mostrare...» prosegui. Quel tipo era veramente di un altro mondo. «Ma sapevo che quel parco era diventato privato, è stato acquistato due anni fa da una famiglia molto abbiente.» Mi interruppi per riflettere, ricordando l'aneddoto che Jimin mi aveva raccontato (senza che glielo avessi chiesto) riguardo alla sua infanzia.

«Oh vuoi dire che ho capito male allora?» «A dire il vero no, penso che tu abbia capito giusto, e questo può voler dire solo una cosa...».

Rose mi guardò quasi intimorita. Mi venne da ridere con affetto alla sua espressione innocente. «Che ti sei trovata un rampollo ai tuoi piedi». Scoppiammo entrambi a ridere. Certo che quella ragazza era veramente una regina di cuori. Ma proprio questo non mi lasciava tranquillo.

Qualche istante dopo buttai un'occhiata verso l'entrata della mensa scorgendo un po' di gente entrare.

E Jungkook era in mezzo alla mischia. Non ci eravamo più parlati da quando lo avevo visto baciarsi accanto a una macchina con Momo. La ragazza di Chanyeol. Non avevo ancora avuto la presenza di spirito di affrontare una conversazione con lui, guardarlo in faccia, scoprire la verità.

La testa iniziò a girarmi. Jungkook però non lo sapeva: non sapevo cosa avessi visto e per il momento non mi rimaneva che fingere di non aver visto affatto. Ebbi la sensazione di mandar giù un macigno e lasciare che mi schiacciasse il cuore, mentre sentivo già una incolmabile distanza separarmi dal mio migliore amico mentre forzavo una maschera di cordialità sul mio volto. Sorridi adesso.

Junkook si sedette proprio di fronte a me, capelli spettinati e zaino che gli cadeva dalla spalla. Come sempre. Rispose al saluto di Rose e mi guardò con aspettativa.

Ma non ci riuscivo, non potevo spingermi più in là di così senza esplodere.

«Ehi Sehun!»

Sollevai il vassoio dal tavolo raccogliendo le mie cose e mi alzai dirigendomi verso l'uscita.


Sollevai il vassoio dal tavolo raccogliendo le mie cose e mi alzai dirigendomi verso l'uscita

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