L'amore non ha mai avuto così tanti intrighi.
Una storia fatta di colpi di scena che lascerà senza fiato i suoi stessi protagonisti. Cosa succede quando butti nel mix Exo e Bts?
Il destino continuava a farmi ridere. Pensai questo quando la sorella di Jennie venne sulla soglia di casa a salutare la sorella ed a controllare con che tipo di ragazzo avrebbe passato la serata; infondo, ero sicuro che di uomini lei se ne intendesse.
Anche se indossava dei pantaloncini di tuta corti ed una canotta slavata, le curve morbide del suo corpo restavano ben definite ed i lunghi capelli che le incorniciavano il viso tondo come quello della sorella minore possedeva quel non so ché di sensuale che riusciva a stuzzicare la fantasia di un uomo «Hyorin, lui è Sehun» pensai che si mettesse a fare delle battute o, come minimo, mi avrebbe riconosciuto ed invitato ad entrare con il fare da civetta con cui l’avevo conosciuta la prima volta, invece la sua voce era graffiante e seria totalmente diversa da come la ricordavo «Piacere di conoscerti. Portala a casa alle 23.00 puntuale oppure vengo a cercarti ovunque» Jennie abbassò lo sguardo imbarazzata «Non fare così Hyo! Ho 21 anni, so badare a me stessa» il volto della sorella maggiore si fece più serio «Jennie non contestarmi, lo sai che dobbiamo aiutarci a vicenda» l’altra sospirò «Non mi accadrà niente e poi Sehun ha una sorella della mia età quindi capisce la tua apprensione» cercai di sorridere a Hyorin anche se continuavo a sovrapporre l’immagine della donna del Cherry Blue con quella che avevo davanti; erano così diverse caratterialmente che dubitavo di me stesso «Mia sorella Rose ha incominciato ad uscire con un ragazzo quindi so cosa voglia dire preoccuparsi! Prometto di riportarla alle 23.00 a casa» «Non portarla in posti strani, restate in luoghi affollati» risi e voltandomi verso Jennie dissi «Sono le stesse raccomandazioni che faccio a mia sorella quando esce Jimin» fu come se Hyorin avesse sentito solamente lei un tintinnare di campanelline «Tua sorella è di Jimin?» mi resi conto di aver rivelato un particolare della vita di mia sorella ad una persona che lavorava nello stesso luogo in cui Chanyeol aveva deciso della mia vita e mi maledissi per la mia disattenzione «Mi dispiace per lei» sussurrò Hyorin e se sua sorella non mi avesse preso per mano ed allontanato gentilmente da cosa sua avrei chiesto la motivazione per una frase tanto triste e preoccupante allo stesso tempo.
Capii quanto Jennie volesse bene a sua sorella dal momento in cui mi condusse a passeggiare sul sentiero che costeggiava il fiume Han. Era un posto brulicante di persone di tutte le età e famoso in tutta la Corea, un luogo che possedeva tutte le caratteristiche che Hyorin le aveva indicato.
Pur essendo pullulante di gente, con Jennie accanto mi pareva una zona intima, solo nostra; la sua risata, il modo in cui scuoteva la testa quando doveva rispondermi negativamente o il piccolo broncio che si formava sulle sue labbra nel momento in cui pensava ad una risposta da darmi, riuscivano a incantarmi e di conseguenza ad addentrarmi in una bolla solo nostra dove i rumori esterni arrivavano alle mie orecchie attutiti. Quella ragazza attirava completamente la mia attenzione ed alimentava la mia curiosità «Sai, invidio tua sorella» ci sedemmo sull’erba e mentre lei rivolgeva il suo sguardo al grande fiume, che davanti a noi le sue piccole increspature giocavano con la luce della luna, io contemplavo il suo profilo immergendomi sempre di più tra le linee sinuose del suo viso: nelle sue labbra piccole e carnose colorate da un lucidalabbra e incantato dalle sue folte e lunghe ciglia che parevano attaccate ad una ad una da una mano esperta, incurvate perfettamente all’insù contornando i grandi occhi a mandorla. Sotto la luce della luna ed in quella posizione mi ricordava un po’ Rose
«Perché?» si portò le ginocchia al petto stringendosele con le braccia «Oggi li ho visti nella caffetteria insieme. Lui la guardava come se fosse la modella che lo avrebbe portato alla fama internazionale nella propria sfilata mentre lei arrossiva e lo guardava timidamente prendendo per sé tutto l’amore che lui le stava dando…vorrei anche io essere così» a sentire come mia sorella era rispettata e amata da Jimin il mio cuore si alleggerì, allentando la morsa in cui era intrappolato «Vuoi innamorarti quindi?» fece un gran sorriso e posando la testa sulle proprie ginocchia si voltò a guardarmi «Lo sono già» un grande dispiacere si impossessò di me, lasciandomi deluso da quel me stesso che ebbe solo il pensiero di poter riuscire a conquistarla «Ah…è un ragazzo fortunato» stavo cercando di tenere a freno la voglia di sapere chi fosse costui ma sapevo che il mio volto mi stava tradendo «Forse…però sono sicura che lui non lo sappia» «Non ti sei dichiarata?» «Dovrei forse farlo?» avrei voluto urlarle no, che adesso c'ero io con lei in quel momento e che non doveva prestare attenzione a nessun altro ma ero curioso e la necessità di sentire il nome del mio rivale si stava facendo più pressante «Non hai molto da perdere quindi…sì, confessati a lui» volevo sapere quel nome ma volevo anche non soffrire per sua causa.
Andare all’università ed avere la faccia di quell’individuo passarmi davanti poteva farmi arrabbiare più di quanto avrei dovuto fare e poi non volevo continuare a ferire il mio ego maschile «Sehun» strappato ai miei pensieri portai la mia attenzione su Jennie che sorridente disse «Mi sono innamorata di te».
Quelle parole mi congelarono sul posto. Era ciò che volevo sentirmi dire ma dal momento che lasciarono la bocca di Jennie e si fermarono nella mia testa mi arrestarono il cuore; mentre il mio corpo si immobilizzò, dentro di me l’adrenalina pompava nelle vene rendendomi euforico e felice di aver vinto contro tutti. Mi ricordai come anche Chanyeol l’aveva descritta come una bellissima ragazza ed il pensiero che questa bella ragazza avesse scelto me riusciva a rendermi orgoglioso di me stesso «Io…sono…» «Vorrei che tu fossi il mio Jimin» sussurrò lei imbarazzata e la trovai ancora più carina.
Presi un po’ di coraggio e intrecciai la mia mano alla sua «Che dici se continuassimo a vederci?» riuscii a chiederle pur essendo più impacciato di lei ma non ebbi risposta siccome un gruppo di ragazzi iniziò a fare baccano alle nostre spalle facendo allontanare gli altri civili «Andiamo via da qui» lei si alzò ed io la imitai e ci avviammo nella direzione che ci avrebbe portato a casa sua.
Arrivati davanti alla sua porta i nostri sguardi inciamparono gli uni sugli altri creando un po’ di tensione «Bene, ho svolto il mio ruolo di cavaliere ed ho riportato la principessa nel castello con il drago» Jennie rise «Di solito i cavalieri non salvano le principesse dal drago?» «Non se quest’ultimo li minaccia di morte» «Il mio drago non è così cattivo…è solo che…la sua vita è stata difficile» mi avvinai a lei sentendo il bisogno di inalare il suo dolce profumo «E quello della principessa? Non è stato difficile?» dal momento che i nostri occhi erano persi l’uno nell’altro potei notare un debole luccichio provenire dai suoi «La principessa è rimasta tale perché il drago l’ha protetta» desideravo baciarla per lenire il dolore che sentivo nella sua voce e quello che sentivo dentro di me nell'udire quelle tristi parole.
Sfiorai le sue labbra ed un brivido mi percorse l’intero corpo, le sue mani si intrecciarono alle mie e in quel momento raggruppai tutto il coraggio che avevo in corpo per baciarla «Tieni le mani a posta se non vuoi che il drago te le mangi» sulla porta Hyorin ci stava guardando e i suoi occhi si soffermarono per lo più su di me. Mi allontanai subito da Jennie e farfugliai delle scuse «Io….non stavo…noi….aveva una cosa dell’occhio e…» Hyorin prese la sorella dal polso e la tirò dentro casa «Sì, la scusa dell’occhio, molto originale. Buona serata cavaliere Sehun, la principessa ritornerà a contemplarti nella sua torre» e senza sentire altro si chiuse la porta alle spalle.
Con le mani fra i capelli corsi a casa del mio migliore amico sperando di trovarlo. Ero felice e volevo condividerlo subito con lui e poi non mi andava di ritornare a casa, volevo ancora godermi la sensazione di euforia che Jennie mi aveva iniettato con il suo sorriso nelle vene.
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