La decisione

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  POV JUNGKOOK

Non riuscii a trattenere le risate che mi salirono in gola, insomma quel suo faccino serio e il modo in cui aveva accolto il mio bacio prima mi intenerirono a tal punto da non poter fare altro che sentirmi stupidamente felice.
Vidi la sua testa inclinarsi da un lato in segno di confusione, il suo solito gesto adorabile, ma senza togliersi dal volto quell'espressione alla "che cazzo ci trovi da ridere".

- Spero vivamente che tu stia diventando pazzo perchè altrimenti giuro che ti strozzerò con le mie mani.- la sua voce era al limite tra l'arrabbiato ed il divertito.
- Scusami, rido perchè non posso credere come mi sto comportando, completamente pazzo. Insomma guardami, nel mezzo della notte a casa tua a litigare con te. Non riesco a credere quanto potere tu abbia su di me e lo so, lo ripeto, lo so che a causa mia è successo tutto questo casino ma cosa posso fare dimmi? Quando ti vedo sento che devi stare con me, sento che potresti diventare tutto per me: gioia, dolore, amore, sofferenza, sei un intero mondo nel quale non potrò mai entrare. Lo capisci? Capisci quanto faccia male anche a me?- chiesi accarezzandole i capelli.

Continuò a guardarmi severamente e il mio cuore reagì trasmettendomi una fitta potente.
- T/N lo so che non è l'ideale quello che... -
- Basta.-
Il suo sguardo fu nascosto dai lunghi capelli.

- Non capisci che stai facendo un grande pasticcio? Insomma che cosa vuoi esattamente da me? Te lo giuro ho provato a capirti, ho provato a scusare certi comportamenti perchè provo qualcosa per te ma è inutile! Con te mi ritrovo prima a toccare il cielo con un dito per essere poi violentemente sbattuta a terra, un momento è estasi e quello dopo dolore e ansia, sono stanca.-
Rimasi muto e disarmato davanti alla sua sincerità.
Forse era vero che fossi un bambino arrogante ed egocentrico, non stavo minimamente considerando la confusione che le stavo creando, il che era alquanto paradossale visto che ogni azione da me intrapresa era con l'immagine di lei stampata in testa.

Stava lì su quel divano, così forte e fragile allo stesso tempo, franca e affettuosa e soprattutto stanca a quanto pare. Mi sentivo bloccato, non sapevo che cosa fare, questa conversazione mi stava distruggendo e sentii l'impulso di andarmene e lasciarla in pace per sempre se questo l'avrebbe resa felice.
- Perdonami.- fu tutto quello che potei dire prima di alzarmi dal divano e dirigermi alla porta.
Il mio cuore mi stava pregando di non andarmene, di tornare indietro e consolarla, dirle che significa già il mondo per me e che la sua felicità era ora diventata la mia unica priorità ma poi il mio cervello interveniva e mi diceva aspramente che non avrebbe comunque cambiato nulla, la situazione era quella che era e noi non dovevamo fare altro che accettarla.

Un calore improvviso sul polso mi fece capire che la sua piccola mano mi aveva afferrato ed io mi girai verso di lei appoggiandomi alla porta dell'ingresso ancora chiusa.
Quanto sei bella piccola mia, piena di vita e piena d'amore, piena di tutto quello che vorrei mai trovare in una donna.
- Prima che tu te ne vada vorrei solo un'ultima cosa e poi finiamo qui questa storia.- un leggero rossore affiorò nelle sue guance e fece nascere quasi subito un piccolo sorriso sulle mie labbra, una piccola speranza che stesse cambiando ideea affiorò nella mia mente.
- Chiedimi quello che vuoi.- le risposi senza neanche pensare intanto che lei si avvicinò pericolosamente a me.

Automaticamente le mani si posarono sui suoi fianchi, tirandola a me il più possibile e come risposta lei poggiò le mani sul mio petto senza mai rompere il nostro contatto visivo. Dio... il mio corpo reagisce semplicemente alla sua presenza, come diavolo potrò mai riuscire a scordarmi di lei?
Dopo qualche secondo posò un bacio casto che infiammò le mie labbra.
Stavo impiegando una forza sovrumana in quel momento per riuscire a trattenermi dal baciarla così come avrei voluto, dal far muovere le mani sul suo corpo, dal mordicchiarle un po' il labbro inferiore...
Sospirai rassegnato dopo che si allontanò da me e la vidi fissarmi con uno sguardo rammaricato, quasi come se fosse sul punto di piangere e un fiotto di tristezza prese il sopravvento su di me ma decisi di rispettare la sua volontà, voleva che me ne andassi, lo aveva detto abbastanza chiaramente e francamente aveva ragione.

Afferrai la maniglia ed uscii da casa sua.
Ebbi una strana sensazione, come se fossi a conoscenza che proprio in quel momento uscii anche dalla sua vita per sempre.
Entrai in macchina con un magone dentro, ogni frammento del mio essere urlava disperatamente di tornare da lei, da quella creatura meravigliosa dai capelli neri e labbra rosse, dai lineamenti delicati e dalla forza intimidatoria, dal sorriso angelico e dallo sguardo punitivo certe volte. Una persona composta da contrari, paradossi e contradizioni, una persona che desideravo chiamare mia più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma una persona con la quale non riuscivo a stare un giorno senza litigare.

Non mi resi conto nemmeno di quando misi in moto, il mio cervello era andato in modalità autopilota e non facevo altro che guardare con sguardo vuoto davanti a me, non avendo nemmeno una vaga ideea di dove cavolo stessi andando. Non volevo tornare all'hotel, lì c'era Yoongi e anche se è uno dei miei migliori amici in questo momento non sopporterei nemmeno di vederne l'ombra. Non è certo colpa sua per essersi innamorato di T/N, come potrei mai biasimarlo? Ma ciò non toglie che non doveva intromettersi.

Her || Jungkook X ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora