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...

"hey, papà," disse yoongi, accovacciandosi sul prato. "scusa se non sono venuto a visitarti. ma ho trovato un ragazzo che mi piace".

yoongi sospirò e iniziò a staccare dei fili d'erba attorno a sé. i suoi occhi erano puntati alla lapide di marmo.

"è okay, vero?" chiese. "mi piacciono i ragazzi", guardò in basso, notando solo dopo di ciò che stava facendo. prese in mano la sua fotocamera.

"sto esaudendo un desiderio, e ce la sto quasi facendo! dopo ho intenzione di fare una foto per la scuola. dovrebbe essere qualcosa che io trovi stupefacente. qualcosa che mi tolga il fiato" disse. "e ho intenzione di andare da jimin e chiedergli se potrebbe posare per me."

"non sta passando un bel momento, però. i suoi stanno divorziando e mi sento malissimo. non voglio che gli succedano queste cose. ma tu sei ancora qui per me vero, papà?" sospirò di nuovo.

"ho un nuovo nemico...anzi due. kim taehyung e jeon jungkook. sono dei pezzi di merda, scusa per il linguaggio. ma avresti dovuto vedere ciò che ci avevano fatto l'altra sera! mi hanno buttato addosso del cibo e quando scoprii che erano loro li stavo quasi per uccidere" rise.

"mi manchi, papà." disse yoongi, appoggiando la testa al marmo. "vorrei tanto ritornare indietro nel tempo e fermarti, non dovevi cadere".

piccole lacrime scesero dagli occhi e subito se li asciugò. sentì il suo telefono squillare, tirò sù col naso e rispose.

"ciao? jimin?"

"yoongi" sentì parlare jimin con la voce tremante, come se stesse piangendo.

"jimin? perché stai piangendo? che è successo?" yoongi si alzò in piedi. si sentiva male.

"per favore, vienimi a prendere, non riesco più a stare qui" sibilò.

"sto arrivando tesoro" yoongi prese le sue cose.

"per favore fai veloce"

"Sì." chiuse la chiamata. yoongi lasciò le rose bianche che comprò per suo padre e corse in macchina. la fece partire  si andò a scuola, dove vide jimin con la faccia rossa. la sua maglietta era bagnata dalle lacrime e yoongi lo guardò mentre si avvicinava alla macchina.

"cos'è successo di male?" disse yoongi, mettendo una mano nel suo ginocchio per confortarlo.

jimin incrociò le braccia. "cos'è che è giusto?" sospirò.

"non si tratta dell'appuntamento", jimin si strusciò la mano nel naso. "sono loro in generale. onestamente non so cos'abbia fatto di male per meritarmi questo" disse.

yoongi guardò il ragazzo triste. le sue sopracciglia erano arruffate e il suo naso era rosso, con delle lacrime nelle guance.

"che fanno?" disse yoongi, andando via dalla scuola.

"mi bullizzano. mi fanno male mentalmente e fisicamente", disse.

"che intendi?" la sua voce era disgustata.

"l-lascia stare" jimin disse con calma.

"in realtà è importante. quindi, tesoro, dimmelo" disse yoongi con una voce dolce che fece arrossire jimin.

"mi hanno spinto, procurandomi una grande mora. hanno solamente, huh, parlato male solo di mio padre".

la presa di yoongi aumentò. "perché hanno parlato di tuo padre? non ne avevano nessun motivo" la rabbia nella voce di yoongi fece capire a jimin che era l'unico che gli importasse seriamente di lui.

"m-mio padre- mi ha colpito l'altra sera...non essere arrabbiato! me lomerito. gli ho parlato del tradimento e mi hanno detto che divorzieranno comunque. forse  è per quello che mia madre stava piangendo alla partita"

"abbiamo entrambi visto mio padre entrare in macchina con una donna e forse ha ricevuto un messaggio in cui le diceva che era finita. non ci credo che l'abbia fatto veramente"

"tutto ciò mi sta rendendo giù di morale. non so che cos'ho fatto per meritarmelo."

yoongi fermò la macchina, erano arrivati al parco. aveva intenzione di portarlo in un posto per calmarlo-

yoongi sospirò." non hai fatto niente di sbagliato. sono loro, non tu. fanno andare tutto in aria"

"promesso?"

"promesso." yoongi annuì. aprì la porta e corse subito in quella di jimin per aprirgliela. jimin gli fece un cenno di ringraziamento e uscì.

"prima cosa, che ci facciamo qui?" chiese jimin.

"per rilassarci. per finire un progetto di scuola" disse yoongi. prese la fotocamera dalla macchina.

"ho saltato scuola per vederti all'azione?" sorrise.

yoongi annuì, "basta che ti prepari. mi riempirò di vita"

...

per la prima volta in quel giorno, jimin sorrise e rise. yoongi lo inseguiva perché gi versò per sbaglio dell'acqua.

yoongi sapeva che non si sarebbe dovuto arrabbiare se la fotocamera si sarebbe bagnata. e non gliene importava perché sapeva che il ragazzo stava passando un momento brutto.

"jimin?" lo chiamò. stava nei tronchi ma il ragazzetto non si riusciva a vedere. si guardò attorno. yoongi andò in un campo aperto dove ci andava spesso da piccolo.

era pieno di fiori e di erba. c'erano file di ciliegi. là in mezzo, c'era jimin che ballava. le sue braccia formavano una "T" e faceva dei giri su se stesso. i fiori che venivano spostati dal vento si misero su di lui, facendolo sorridere.

yoongi sorrise e si abbassò, mettendosi in ginocchio. fissò l'obbiettivo e zoommò su jimin, scattando una foto. ne fece altri in cui sorrideva.

"yoongi!" lo chiamò, togliendo lo sguardo dalla fotocamera. fece cenno di avvicinarsi, per poi continuare a fare quello che stava facendo.

yoongi corse verso di lui  e si sedette vicino a lui. "è così rilassante, vero?" chiese yoongi.

"molto" sorrise, sdraiandosi.

"lo intendevi, yoongi?"

"cosa?" il più grande guardò l'altro. i suoi capelli cadevano dolcemente nella sua fronte.

yoongi iniziò ad ammirare la sua bellezza, soprattutto di quelle labbra carnose.

"quando mi hai promesso che sarebbe andato tutto bene?" i suoi occhi si incrociarono con quelle di yoongi.

"lo intendevo. se domani continueranno, gli farò un culò così a jungkook"

jimin rise. "spero si risolva tutto. taehyung è il mio migliore amico! mi vuole bene. lo so. non aveva intenzione di farmi tutto questo oggi" sorrise.

yoongi si sdraiò e prese jimin, avvicinandolo. il più piccolo iniziò a giocare con la maglietta del più grande.

"di sicuro ti vuole bene, jiminie. perché non dovrebbe?" disse.

"c'è un motivo valido", jimin chiuse gli occhi. "prima o poi lo capirà."

yoongi contrasse le labbra. "certamente."

𝙣𝙚𝙥𝙚𝙣𝙩𝙝𝙚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora