...
stranamente, né taehyung né jungkook lo disturbarono quel giorno. si nascose in bagno nell'ora di pranzo perché non voleva sentirsi chiamato ciccio o insultato in altri modi.
a fine giornata, jimin andò verso un bar dov'erano seduti anche altri ragazzi in punizione. non si voleva sedere in un'aula con del cibo. gli faceva male.
voleva saltare la punizione perché credeva che non se lo avrebbe meritato, ma i suoi lo avrebbero ucciso.
"quindi jimin," sentì una voce familiare da dietro. si fermò e si girò verso taehyung.
"strano vederti qui", sorrise.
"stiamo andando nello stesso posto" disse jimin, continuando a camminare.
"oh non essere così pessimista," disse il più giovane, mettendo il suo braccio attorno alle spalle di jimin. "dimmi, che succede nella tua vita?"
alzò le spalle. "sai, tu che mi rovini la vita"
"spero che la tua vita sia una merda. non sei più mister perfettino. non c'è più nessuna famiglia felice, nemmeno dei rapporti perfetti" bisbigliò nell'orecchio di jimin. "sei stato rovinato, park jimin."
taehyung si fermò assieme a jimin che si girò verso di lui e lo spinse, facendolo sbattere verso una macchinetta.
"ma che cazzo, park?"
"ma che cazzo a me?" disse jimin, sbalordito. "ma che cazzo a te, taehyung. perché ora stai cercando di rovinarmi, tae? che cazzo ho sbagliato?"
taehyung si toccò la schiena dal dolore e fissò jimin. era colmo di rabbia e jimin quasi quasi non notò le lacrime che si stavano formavano a causa della sua rabbia. "il fatto che tu non capisca di quanto tu faccia schifo, è incredibile, jimin. pensavo fossimo amici"
jimin sbuffò. "anch'io pensavo così, finché non provasti a rovinare ciò che c'è tra me e yoongi"
"pensi che gli piaccia, jimin?" rise mentre si avvicinò a jimin, che indietreggiò. "forse si sente solo in colpa perché nessuno calcola la faccia da cazzo che sei. nemmeno tuo padre ti calcola."
"c-come sapevi di..."
"ho le mie fonti, jimin. a nessuno frega di te quindi perché non ti uccidi. sarebbero tutti più felici, giusto? nessuno dirà niente ma solo 'oh beh, è stata una sua decisione'"
jimin si sentì debole. il suo cuore perse un battito.
"vattene via, taehyung!" urlò. "ti odio!"
"veramente? quindi non sono più invitato alla tua festa di compleanno? uh peccato. avevo il regalo perfetto per te. infatti erano pillole per la dieta," taehyung prese dalla tasca quelle pillole e gliele lanciò. "ti do il regalo in anticipo dato che non sono più invitato." sorrise e iniziò a camminare.
jimin cadde a terra e taehyung si girò dicendogli "prendile, jimin"
...
jimin stava andando da qualche parte. stava correndo da ore. cercò di scordarsi delle parole di taehyung ma non riuscì.
"perché non ti uccidi."
se lo sentì in testa mentre correva verso il mondo oscuro. saltò la punizione e non gliene fregò se avrebbe avuto preso altre due settimane. non voleva vedere taehyung al bar solo per essere tormentato ed insultato.
andò in città. non capì esattamente dove andò ma gli sembrava un posto bello. corse verso prati e campi fino a che non vide la luna luccicante da un ponte.
"ucciditi", ripeté jimin.
tirò su col naso e si sedette nella ringhiera. si guardò attorno per vedere che non ci fosse nessuno.
cercò di sporgersi più in là ma fallì e finì per accasciarsi per terra. "non ce la faccio", iniziò a piangere. "ma..."
si rialzò, si asciugò le lacrime e si arrampicò senza esitare. mise le gambe in avanti e mise il corpo in avanti.
l'acqua fredda rifletteva la lucentezza della luna. il corpo si sporgeva sempre più in avanti, ma le braccia erano ancora salde alla ringhiera.
"non farlo."
jimin si spaventò e girò la testa. vide a malapena un'ombra di un ragazzo coi capelli viola.
"c-chi sei?" chiese jimin.
"mi chiamo namjoon" disse con voce delicata. "qualsiasi motivo ti abbia portato a farlo, questa è la soluzione sbagliata. non farlo. vieni a terra, okay? non vuoi buttarti."
jimin lo fissò e quasi quasi ci ripensò. ma invece tolse una mano e un paio di passanti lo notarono.
"hai molta vita davanti. sembri giovane. un liceale? forse qualcuno ti bullizza?" disse namjoon.
"c-come lo sai?"
sorrise. "ci sono passato. ma questa non è la soluzione. per favore, dammi la mano e ti aiuterò."
jimin si guardò attorno. le persone lo stavano guardando con facce sorprese e con le mani sulla bocca. si sentì male. non voleva attenzione. guardò namjoon e vide la sua mano che lo aspettava.
deglutì e poi andò dall'altro lato della ringhiera, prendendo la mano di namjoon. fece un saltello e cadde nel suo zaino.
"sta bene ora. potete andarvene" disse namjoon alle persone. tutti se ne andarono, guardandolo con volti empatici.
"stai bene?"
jimin non rispose. prese lo zaino e se ne andò via.
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𝙣𝙚𝙥𝙚𝙣𝙩𝙝𝙚
FanficA volte le parole non bastano per dimostrare a qualcuno che ci tieni. A volte serve qualcosa in più ©HOBISBODY c'è anche un sequel: anesthetic, attualmente in pausa. copertina: SKAM ES croana