Per la maggior parte delle persone, i professori sono molto probabilmente come delle ombre che prendono vita soltanto all'interno delle mura scolastiche e fuori, nella vita vera, cessano improvvisamente di esistere.
Certo, non bisogna escludere gli sporadici incontri nella vita di tutti i giorni – incontrare la professoressa di matematica in fila in farmacia e sentirla parlare di problemi intestinali non rientra tra le migliori esperienze – ma si può convenire che tutti gli studenti preferiscono far finta che, fuori dalla scuola, i professori non esistano.
Era quello che faceva anche Amelia, d'altronde.
Per questo preciso motivo, quando aprì la porta pronta ad accogliere i cari amici di famiglia dei suoi genitori, all'apparenza assenti dall'Italia per diversi anni, rimase congelata sul posto. Perché invece che ritrovarsi una bella ed educata coppia di cinquantenni (a detta dei suoi, ovviamente), di fronte a lei non c'era altri che il suo professore.
E, dalla sua faccia, lui stesso non era preparato a un incontro del genere.
Dio, dimmi che è uno scherzo, pensò mentre ogni fibra del suo essere pregava che avesse semplicemente sbagliato porta.
E invece non c'era nessun errore – solo orrore.
«Amelia! Ma guardati, come sei cresciuta! Sei davvero bellissima!»
La ragazza ebbe bisogno di alcuni secondi prima di spostare lo sguardo scioccato dal proprio insegnante – il professor Angelis, che ricambiava sentitamente – alla signora di una certa età che faceva capolino dietro di lui.
«Eh?» si ritrovò a rispondere come un'idiota.
Le sembrava di essere in uno di quei incubi in cui si trovava all'interrogazione e non aveva nessun modo di scappare.
«Tesoro, non rimanere sulla porta, falli entrare!» la madre corse in suo aiuto, trascinandola via per un braccio e facendo entrare gli ospiti – un signore, la donna che le aveva fatto i complimenti e il suo professore.
Qualcuno mi svegli da questo incubo.
«Michele, da quanto tempo!» ed ecco anche suo padre, che andava ad accogliere gli ospiti con un largo sorriso, il suo solito modo affabile mentre abbracciava i presenti – tranne il professore, ovviamente, che rimaneva in disparte come se si stesse chiedendo che cosa diavolo ci facesse lì.
«Davide!» esclamò Michele «Ti trovo più in forma di quanto pensassi!» si voltò verso la moglie «Serena, sembri sempre una ragazzina.» continuò in direzione di sua madre che si portò le mani sul viso facendo un risolino imbarazzato.
Davide rispose qualcosa che però Amelia non udì, ancora congelata sul posto come una statua di pietra vittima di Medusa.
Medusa, in quel caso, era il professore.
Qualcuno mi porti via, continuava a pensare Amelia perché, nonostante tutti gli sforzi, proprio non riusciva a spostare lo sguardo impietrito dal proprio professore il quale, del canto suo, aveva assunto un'espressione di totale indifferenza.
Dritto e fasciato nel proprio cappotto navy, Amelia pensò che non l'avesse mai visto così teso come in quel momento. Anche perché, di solito, l'espressione che lo caratterizzava più spesso era il bieco godimento nel rifilarle insufficienze – perché, chiaramente, tale professor Angelis insegnava le materie più osteggiate e disprezzate da Amelia: matematica e fisica, o le 'materia di Satana' come le etichettava lei. Comprensibilmente, in virtù della loro definizione, non potevano che essere insegnate dal professore più bastardo dell'intero istituto.
Ecco chi era Alessandro Angelis: essere umano di poco meno di trent'anni, caratterizzato dal godimento provato nel distribuire insufficienze come caramelle che, secondo Amelia e non solo, sfociava nel completo sadismo. I suoi poteri speciali includevano, tra gli altri, la preveggenza che gli permetteva di individuare l'argomento saltato dallo studente e individuare chi copiava anche mentre dava le spalle.
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La fisica dell'attrazione
RomanceREVISIONE IN CORSO (potete trovare la versione non editata su EFP) 1 -- editato 2 -- editato 3 -- editato 4 -- editato 5 -- editato STORIA COMPLETA STORIA PRESENTE ANCHE SU EFP - AUTRICE Sapphire_ Tutti abbiamo un professore che odiamo in particolar...