Aveva sempre pensato che il tempo sarebbe sembrato interminabile in quei giorni prima della maturità. Ore passate china sui libri che avrebbero rallentato l'orologio fino a farle pensare che si fosse rotto, crisi isteriche quando all'ennesima lettura l'argomento di chimica proprio non le entrava in testa, messaggi infiniti con Daniele per sapere a che punto erano l'un l'altra.
Eppure, era volato.
Ci pensava in maniera vaga mentre si fumava una sigaretta appena fuori dalla biblioteca, luogo in cui si stava rifugiando come se fosse stata una scappata di casa – a casa Serena era così stressante chiedendole se stesse studiando che aveva preferito andare in un posto in cui nessuno avrebbe potuto disturbarla.
«Non vedo l'ora di finire 'sta merda.»
O almeno quasi nessuno.
Amelia alzò gli occhi verso Daniele, appoggiato al muro e impegnato a farsi aria con il mazzo degli appunti di storia.
«Non dirlo a me. Se i prof ci ricordano ancora di ripassare un argomento mai tirato fuori in classe, giuro che do fuoco alla scuola.» rispose acida Amelia, ripensando la prof di inglese che tirava fuori ogni giorno nuovi testi mai visti, ma che lei affermava di aver fatto in aula e che quindi andavano studiati. Quella stronza era anche interna, a differenza di quella di francese che, purtroppo, sarebbe andata in qualche altra scuola per fare da esterna ad altri studenti.
Beati loro, pensò infastidita la mora.
Purtroppo per lei, però, il problema era un altro. Un altro prof che sarebbe stato interno, quando avrebbe tanto preferito non vederlo.
Alessandro.
Alessandro con cui non si era più sentita, Alessandro con cui a scuola a malapena si guardava, Alessandro che era ritornato a essere il suo professore, e basta.
Fu sufficiente quel pensiero a renderle gli occhi lucidi per un secondo, cosa che non sfuggì a Daniele che la fissò.
«Ehi, Ame...» la chiamò piano.
Amelia si costrinse a sorridere e a far passare quel fastidioso lucido negli occhi.
«Sto bene, deve essermi entrata della cenere nell'occhio, cavolo.» sminuì in fretta il momento, imponendosi di distrarre la mente in qualcosa di più felice.
Però era dura.
La sua testa finiva spesso a concentrarsi su di lui, finendo per analizzare tutti i momenti passati insieme, tutti i baci scambiati, da quelli a fior di labbra a quelli più passionali che si consumavano tra le lenzuola dell'ampio letto dell'uomo. Finiva per ripercorrere il giorno del suo compleanno, il momento in cui avevano ceduto alle emozioni e ai sentimenti. Ricordava i giorni successivi, passati in un totale sconvolgimento, un periodo in cui nulla riusciva a renderla triste.
E poi ritornava al presente, a quel grigio presente in cui si concedeva di guardarlo solo quando lui non avrebbe potuto accorgersene; fissava i suoi capelli scuri e pensava a quando aveva l'opportunità di toccarli e sentire il loro profumo mentre incatenava i propri occhi a quelli grigi di lui.
«Se vuoi parlarmene, sai che io ci sono.»
Fu distolta dai pensieri da Daniele che la osservava con attenzione; non rispose, finì l'ultimo tiro di sigaretta e la spense sul posacenere sbilenco presso il muro.
«Non c'è nulla di cui parlare.» fu rapida a tagliare corto, per poi avvicinarsi verso l'entrata «Dovremmo tornare a studiare.»
Non aspettò che il ragazzo la seguisse, sapeva che sarebbe stato dietro di lei. Entrò all'interno della biblioteca lasciando fuori il caldo, la sigaretta e il ricordo dolceamaro di Alessandro.
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La fisica dell'attrazione
RomanceREVISIONE IN CORSO (potete trovare la versione non editata su EFP) 1 -- editato 2 -- editato 3 -- editato 4 -- editato 5 -- editato STORIA COMPLETA STORIA PRESENTE ANCHE SU EFP - AUTRICE Sapphire_ Tutti abbiamo un professore che odiamo in particolar...