Capitolo quattro ~ Di incidenti e confessioni (EDIT)

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La mattina successiva alla cena era arrivata fin troppo in fretta, perlomeno per i gusti di Amelia.

Alle prese con un rapido ripasso di tedesco, la probabile interrogazione che ne sarebbe conseguita era in realtà l'ultima delle sue preoccupazioni.

La principale, in maniera piuttosto prevedibile, era Alessandro.

Questa preoccupazione era in realtà sfumata poco tempo dopo, quando un esaltato Riccardo, suo compagno di classe, era entrato in aula praticamente saltellando dalla felicità e aveva annunciato a gran voce che sarebbero usciti un'ora prima dato che Angelis era assente.

Se una parte di sé aveva tirato un enorme sospiro di sollievo, l'altra – quella da irrimediabile crocerossina – aveva fatto suonare un campanello d'allarme che aveva richiamato alla memoria lo sguardo febbrile del professore la sera prima.

La suddetta sera prima era stata raccontata per filo e per segno – o, almeno, quasi per filo e per segno – a Daniele proprio durante l'ora buca, che avevano sfruttato al solito bar nei pressi della scuola, di fronte a un caffè e una sigaretta fumata per metà da parte di Amelia.

La conversazione era andata piuttosto liscia se si escludevano le battutine del ragazzo che ironizzava su una ipotetica storia d'amore illegale tra i due, alternando questo a finti versi di disgusto che si fermavano solo dopo l'ennesimo schiaffetto di Amelia, che urlava "smettila" senza riuscire a replicare in alcun modo.

Ciò non significava, tuttavia, che il suo migliore amico avesse deciso di demordere.

Per questo motivo in quel momento si ritrovavano a correre in cerchio lungo il campo della palestra della loro scuola, durante l'ora di educazione fisica, ansimando entrambi in maniera un po' troppo esagerata per essere dei diciottenni nel pieno della loro forma fisica, con Daniele che lanciava battute di tanto in tanto e Amelia che pregava che il rossore della fatica bastasse come scusa per il rossore causato dall'imbarazzo.

E fino a quel momento il tono di Daniele si era limitato a essere ironico. O perlomeno fino allo scoppiare della bomba.

«Cosa intendi con "potrei essere attratta da lui più di quanto dovrei"?»

Daniele si era impegnato anche fin troppo per imitare la voce di Amelia, con scarsi risultati considerando il fiatone che lo accompagnava.

«Io non parlo così.» sibilò infastidita e pregando che quello bastasse per cambiare argomento.

«Chissene frega di come parli! Hai sentito cosa hai appena detto?»

Chiaramente, non fu sufficiente.

Amelia alzò gli occhi al cielo, per poi spostarli nella metà campo opposta a quella in cui erano relegati.

Individuò immediatamente Stefano grazie alla sua statura e per un attimo sperò che la sua ultima notte insonne fosse stata a causa sua e non del professore.

...Aspetta, cosa?!

«Capirai, sono sicura che ci sono un mucchio di persone a scuola che sono attratte da lui.» minimizzò facendo spallucce – perlomeno di quello era più che certa.

«Sì, ma dubito che "un mucchio di persone a scuola" abbiano visto Angelis in camera da letto, mezzo ubriaco e che commenta come ti stia bene il vestito.» il tono pesantemente sarcastico fu completamente ignorato da Amelia, che si bloccò istantaneamente afferrando l'amico per un braccio. Così facendo rischiò che Marianna, una loro compagna, le finisse addosso, ma ignorò l'occhiata sorpresa della sua compagna di classe e trascinò Daniele di lato.

«Potresti evitare di urlarlo?» sibilò, guardandosi attorno preoccupata.

Fortunatamente il baccano in palestra era tale da rendere frasi dette con il fiatone quasi impercettibili, inoltre la loro professoressa era alquanto impegnata a spettegolare con il prof dell'altra classe e ciò permetteva alla maggior parte degli studenti di correre a coppie o gruppetti che parlottavano a loro volta.

La fisica dell'attrazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora