Capitolo cinque ~ Di proposte e piccole vendette (EDIT)

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«Ho deciso, questa settimana glielo chiedo!»

«Ah-ah, certo, ne sono proprio convinta.»

Nicole rispose con tono laconico e Amelia alzò lo sguardo per lanciarle un'occhiataccia, ma fu piuttosto inutile considerando come la sua amica era completamente focalizzata sulla propria unghia e su come non far sbavare lo smalto.

«Giuro che questa volta lo faccio!» ripeté, suonando più lamentosa di quanto volesse.

«Ah, intendi come l'hai giurato anche la scorsa domenica?» frecciò nuovamente Nicole, ma questa volta alzò lo sguardo verso la riccia che ebbe perlomeno la decenza di arrossire.

In effetti, quella situazione era come un déjà-vu: anche la domenica precedente si erano ritrovate a casa di Nicole, dopo un classico fine settimana fatto di commedie romantiche dal finale troppo felice per essere vero, pizze e dei profiterolesfatti in casa che aveva messo a dura prova la loro amicizia durante la preparazione.

Tutto ciò nella tranquillità fornita dall'assenza di Laura, la madre di Nicole, impegnata nell'ennesimo turno di notte in ospedale a salvare vite, che era stata così premurosa da portare dei croissant appena sfornati sulla via di ritorno – ovvero alle sette e mezza, ma che erano stati assaggiati dalle due ragazze solo alle undici, ora del loro risveglio, e che avevano fatto parte del brunch improvvisato insieme alla pizza avanzata.

«Non è colpa mia! Ogni volta che mi decido, vado e lo trovo con gli amici.»

Quella volta non cercò nemmeno di non suonare lamentosa.

«Beh, sai com'è, siete a scuola...» replicò Nicole enfatizzando l'ultima parola mentre agitava la boccetta di smalto.

Amelia storse la bocca, non replicando, e si perse a guardare le diverse tonalità di rosso che aveva l'amica, indecisa su quale mettere. Il suo tentennamento era palese, ma era chiaro non fosse solo legato allo smalto.

Dopo diversi secondi di silenzio, durante le quali Nicole le lanciò un paio di occhiate di sottecchi intuendo l'indecisione della sua amica, capitolò – come l'altra aveva intuito avrebbe fatto, motivo per il quale aveva taciuto paziente.

«E poi c'è un'altra cosa che rende tutto più strano!» sbottò alla fine, prendendo con decisione la tonalità più scura tra quelle presenti – un bordeaux particolarmente tendente al freddo. Impegnata com'era non notò il sorrisino di Nicole, la quale però dissimulò in fretta.

«Ovvero?»

Amelia sbuffò rumorosamente mentre agitava la propria boccetta.

«Lui e Daniele sembrano essere diventati improvvisamente amici da quel giorno in cui si è sentito male – e onestamente l'idea di chiedergli di uscire ora mi mette un po' a disagio.»

Che Nicole non si aspettasse quella risposta fu chiaro da come sollevò la testa di scatto, gli occhi verdi incorniciati dalle ciglia scure così spalancati da risultare buffa. Amelia però era troppo concentrata a fare il muso e passare il primo strato di smalto per accorgersene.

«Daniele? Quell'asociale?»

«Nicky!»

Non era un mistero per nessuno che Daniele e Nicole non andassero molto d'accordo tra di loro.

Il motivo? Francamente, Amelia non ne aveva la minima idea.

Aveva ripercorso mille e mille volte il primo incontro tra i due, avvenuto circa un mese dopo l'inizio del primo anno delle superiori, quando dopo ben dieci anni di condivisione di banco, libri e merende scolastiche, la strada di Nicole e Amelia si era divisa: la prima aveva infatti preferito optare per un liceo scientifico a differenza dell'altra, che era corsa al liceo linguistico rinnegando il più possibile le materie scientifiche – un disprezzo mai scomparso, com'era chiaro a tutti.

La fisica dell'attrazioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora