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Durante i giorni seguenti non succede nulla di ché, ma poi, mi arriva una chiamata dalla centrale della polizia.
"Pronto?"
"Salve, abbiamo trovato un parente di Jun, se non le dispiace vorremmo passare con lui e un'assistente sociale oggi" a quelle parole una fitta invade il mio cuore.
"Va bene, per che ora?" chiedo tristemente.
"Va bene per le 3 di questo pomeriggio?" chiede il poliziotto.
"Va bene, vi aspettiamo" mi passo una mano tra i capelli nervosa.
"Grazie signorina, arrivederci"
"Arrivederci" saluto per poi riattaccare e sedermi sul divano con le lacrime pronte a scendere, ma che blocco per evitare di far incuriosire il piccolo Jun che guarda tranquillamente i cartoni.
Salgo in camera e trovo Namjoon al computer con le cuffiette nelle orecchie.
"Oppa..." lo chiamo e una lacrima sfugge dai miei occhi.
"Piccola che succede? Perché piangi?" sì alza togliendosi le cuffiette e appoggiandole insieme al computer sul letto.
"Ha- ha chiamato la-la poli-polizia... han-no tro-vat-trovato u-un parente d-di J-Jun..." mi guarda sbalordito.
"COSA?! Di già?? Ma.... È impossibile" mi guarda un po' confuso.
"Passano questo pomeriggio con il parente e un'assistente sociale, alle 3" dico facendo scorrere ancora più lacrime sulle mie guance e stringendomi a lui.
"Non può essere... Mi aveva detto che tutti i suoi parenti erano morti..." sussurra Nam, ma lo sento benissimo.
"Cosa intendi? Chi lo ha detto?" chiedo guardandolo confusa.
"Vieni Hopie, siediti" andiamo fino al letto e mi siedo in braccio suo aspettando che inizi a parlare.
"Allora, c'è una cosa che noi tutti sappiamo eccetto tu e Jun. Jun è il fratello minore di Taehyung, solo che quando Tae se n'è andato di casa Jun era troppo piccolo per ricordarsi di lui... TaeTae ci aveva raccontato tutto di sua mamma, di suo papà e del compagno di lei dopo che suo padre ci ha lasciati e non voleva che Jun avesse dei genitori del genere. Allora abbiamo iniziato a fare ricerche su tutti i possibili parenti vicini e lontani, ma erano tutti morti e allora ha preferito lasciarlo con la madre per non farlo spostare di casa in casa. Ogni giorno andavamo a casa loro di sera, ma stavamo fuori per vedere cosa succedeva, non voleva che gli facessero del male." le lacrime iniziano a scendere anche dai suoi occhi mentre il vuoto invade il mio stomaco e mi stringe il cuore.
" Ma, allora, chi erano quelli al funerale?" mi stringo nelle sue braccia.
"I loro vicini, si sono occupati di Tae, e poi di Jun per tutto il tempo"

SELF HARMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora