Una Festa Ricca Di Sorprese

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Alla fine si è risolto tutto per il meglio, fortunatamente. Gli Avengers hanno accettato questo mio nuovo "superpotere" senza fare troppe domande e Stark ha deciso di chiudere la questione organizzando una festa, come se le ultime due non fossero state abbastanza.
Se devo essere sincera non mi convince questa sua mania di organizzare feste per ogni motivo. Certo, sono consapevole che lui adori organizzare eventi di cui è il protagonista, ma tutta questa "frenesia" di festeggiare in modo così esagerato non mi piace.

Mentre la musica continua a risuonarmi nella testa e le risate degli Avengers galleggiano nell'aria ne approfitto per allontanarmi a prendere una boccata d'aria, ma poco prima che riesca ad avvicinarmi al terrazzo qualcuno mi prende per la vita e mi fa voltare verso di lui, rivelando il suo volto e facendomi sussultare

«Stark...» mormoro, ma lui blocca subito la mia frase

«Dove pensi di andare, piccolina? L'ultima volta che mi sei sfuggita di vista ti sei cacciata in un bel guaio»

«Tony, ti prego! Sono stata quasi ammazzata da un pazzo invisibile, curata con la magia in un modo che ancora non capisco e scoperto di avere dei superpoteri fuori dalla norma! Ho solo bisogno di un po' d'aria, di respirare...»

«Non cercherai di scappare?»

«Mi dici come potrei scappare da uno come te?» scherzo, vedendo che lui sembra prenderla bene «E comunque, Stark, finita questa dobbiamo parlare di una certa ship che dovrebbe essere canon da un pezzo... Sicuro che non sarai tu a scappare?»

Lui, in risposta, fa un sorrisetto soddisfatto e molla la presa e mi permette di andare, anche se dubito abbia capito effettivamente che stavo parlando della sua relazione con Pepper.
Ormai la loro storia è un punto fisso per me, più o meno da quando Natasha mi ha rivelato che si sono lasciati per circostanze che Tony "non ricorda", quindi il problema è passato automaticamente in mano mia, come se non avessi già troppi pensieri. Anche se, in effetti, quando troverò cosa vi è alla base della loro amnesia dovrei risolvere anche tutto il resto, no?

Mentre queste teorie mi frullano in testa raggiungo la terrazza, ma non appena sono completamente all'esterno mi accorgo di una figura maschile seduta in uno dei divanetti posti qui fuori, con la luce proveniente dall'interno che lo illumina per metà e mi permette di riconoscerlo.

«Steve» lo chiamo, risvegliandolo dai suoi pensieri

«Hey. Non dovresti essere dentro?»

«Dovresti esserlo anche tu»

Sorridendo appena alla mia affermazione mi fa cenno di sedermi accanto a lui, nell'unico punto illuminato di questo posto, non smettendo un solo secondo di fissarmi, però.
Socchiude le labbra, alzando leggermente le spalle e preparandosi a dirmi qualcosa, ma poco prima che la voce possa uscire dalla sua bocca pare ripensarci e torna a chiudersi in se stesso, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sollevandomi il mento con due dita, come per obbligarmi a guardarlo in volto. Non sembra lo stesso che conosco io, ha qualcosa di diverso nello sguardo, come se celasse un segreto troppo importante per poterlo condividere ma al contempo troppo pesante per poterlo portare da solo.
E poi che sta facendo ora, che gli passa per la testa?

«Steve, si capisce benissimo che devi dirmi qualcosa, quindi, per favore, sentiti libero di parlare»

«Beh, io... » inizia lui, abbassando lo sguardo e sfregandosi nervosamente le mani «Devi sapere che quando eri sparita potrei... No, non potrei, ma ho letto il tuo diario»

«V-vuoi dire quello-»

«Sì, quello in cui scrivi quanto ci adori e ci trovi "incantevoli". Scusa, so che facendo così ho invaso il tuo spazio personale, ma eravamo disperati, non sapevamo cosa ti fosse preso e io...»

MONDI PARALLELI [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora