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<<Giuly?... Giuly?? No dai non puoi ancora essere a letto, ti aspettavo per la colazione ma ormai è troppo tardi e...>>

La segreteria telefonica mi fece sobbalzare sottraendomi dolorosamente dal mondo dei sogni e la squillante voce di Jenny, che già di prima mattina aveva da lamentarsi, non era di certo d'aiuto. Dopo aver aperto gli occhi ed essermi guardata un pò intorno mi avvicinai fiaccamente al telefono. <<Jenny?>> risposi al telefono sbadigliando <<ma buongiorno! spero di non aver interrotto il tuo idillio mattutino che, a quanto pare, ti concedi fino a tardi>> ecco, una delle sue solite prediche. Ma non riesce a rilassarsi qualche volta? <<Jenny sono le 8 del mattino...>> cercai di difendermi strofinandomi gli occhi <<si, esatto sono le 8 del mattino, cioè tra un'ora devi essere in hotel e considerando che devi praticamente ancora aprire gli occhi, lavarti, vestirti e tutto il resto direi che è un disastro e poi... oddio mi farai impazzire! come credi che riuscirei a gestire clienti e signore schizzofreniche che pretendono una stanza pur non avendo prenotato senza di te? per poi non parlare del...>> la mia capacità di sopportazione era al limite <<non preoccuparti Jen, sarò puntuale. Ora riattacco così mi sbrigo. ci vediamo dopo>>. <<no Giuly no, non riattaccare! chiudimi il telefono in faccia e ti giuro che...>> CLICK. Mi avviai verso la mia fantastica toilette trucco color panna e guardai la mia immagine riflessa: i lunghi capelli neri e mossi erano più arruffati del solito e gli occhi scuri e luminosi incorniciati da profonde occhiaie erano la dimostrazione del fatto che avessi bisogno di dormire di più. Spostai l'attenzione sul resto del mio corpo slanciato e formoso e feci un passo indietro per guardarmi meglio. Eccomi qui, Julieta Alamirez (trasformato in Giulieta dai londinesi e Giuly da Jenny) promettente ventiduenne dal classico fascino sud-americano, arrivata a Londra da San Luis e pronta a conquistare il mondo. I miei grandi progetti di conquista purtroppo dovevano attendere dato che lavorando come receptionist non potevo permettermi di essere sciatta o in ritardo e mi restavano meno di 50 minuti di tempo prima di essere licenziata, o uccisa da Jenny.

Blusa bianca, giacca e tubino nero, louboutin tacco 12 e uno dei miei tanti foulard al collo, giusto per ravvivare l'outfit lavorativo. decisi di legare i capelli in uno chignon per non perdere tempo e per il trucco mi orientai su fondotinta, cipria (con le forti luci dell'hotel era molto importante opacizzare la pelle), un gloss color carne, eyeliner e matita nera. Wow, dovevo ammettere di avere un'aria veramente professionale. Scesi di casa e mi avviai verso la metro che, come volevasi dimostrare, era piena zeppa di gente che entrava e usciva nervosametne, strattonando e borbottando. Uomini e donne d'ufficio, signore anziane con grossi carrelli per la spesa, ragazzini con larghi jeans e cappellini con la visiera storta, ragazze con cellulare e iPod, mamme con bambini che piangevano e si dimenavano nel passeggino; si vedeva proprio di tutto e di fronte a quel miscuglio di persone di età, stili, vite ed impegni diversi non potei che sorridere e pensare che adoravo Londra!

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