Sbiancai. Guardai la mia amica con gli occhi sgranati, senza riuscire a proferir parola, lei era in ginocchio e si copriva con le mani il viso livido di lacrime <<Jenny, stai scherzando?>> speravo che fosse solo uno scherzo di pessimo gusto <<cazzo, ti sembra che io scherzi? È una merda, che cazzo faccio adesso io??>> disse singhiozzando <<aspetta, sai almeno chi è il padre?>> mi sedetti accanto a lei <<ho delle possibilità in base al tempo… quello del mare, il barista scozzese, il commesso dello Starbucks… >> oddio! << da quanto va avanti la gravidanza?>> le chiesi <<sono quasi al terzo mese>> era ancora in tempo per abortire <<ok! Adesso devi solo calmarti, non devi assolutamente bere, fumare, fare sforzi, devi ridurre il consumo di caffè, prosciutto…>> Jenny mi guardò con gli occhi spalancati <<Giuly, ma che cazzo dici?? Io non lo voglio, devo andare in ospedale e prenotare l’aborto!>> Jenny era sempre stata contraria all’aborto, di sicuro non era in sé in quel momento e a parlare erano rabbia e disperazione <<Jenny! Ma che stai dicendo?? Non ti azzardare! Che cosa fai? Ti dai allo sballo più sfrenato, ti diverti come una pazza e poi non ti assumi le tue responsabilità? Hai 23 anni, reagisci da ragazza matura!>> Jenny scoppiò in una grassa risata <<e cosa dovrei fare? Crescerlo da sola? Essere una ragazza madre a 23 anni? Per crescerlo come? Come, eh?>> respirai profondamente <<sai meglio di me che non è quello che vuoi, ti conosco. Capisco che questa è la soluzione più facile ed è una grande responsabilità. Ma un bambino, un figlio, non è solo una responsabilità. È la cosa più bella al mondo, è un dono di Dio. Potrebbe anche essere l’ultima volta che ti succede, la vita è così incerta! Dovresti spasimare per avere un tuo bambino, certo non in questo contesto ma chi se ne frega! L’amore che ti darà, sentirlo muoversi dentro di te, sentire la sua voce, guardarlo negli occhi per la prima volta e pensare “è proprio uguale a me”, allattarlo dal tuo seno, vederlo crescere… questo è tutto ciò che conta… Jenny, non si può vivere felici privando una vita>> Jenny mi buttò le braccia al collo ed io l’abbracciai << è così difficile Giuly, è così maledettamente difficile!>> le accarezzavo i capelli, cercando di tranquillizzarla <<no barbie, non lo è. Io ci sono per qualunque cosa, e lo sai, e poi per fortuna hai una famiglia più che benestante, voglio dire, guarda dove vivi!>> Jenny si asciugò le lacrime e si strofinò la faccia <<cavoli, se hai ragione!>> adesso era calma, e sulla sua bocca c’era persino l’ombra di un sorriso <<vedi? Non è poi tanto dura, specialmente con la tua July vicino>> dissi a Jenny. Lei pensò un attimo sorridendo << Ci è venuta fame, andiamo a prendere qualcosa?>> disse alzandosi <<Ci?>> Jenny mi fece l’occhiolino e andò in cucina.
<<pensavo Chantal, Margot, Eveline, un nome francese se è femmina, se è maschio vorrei un nome italiano tipo Simone, Marco, Antonio… non so, tu che ne pensi?>> ero seduta nella grande cucina di Jenny, appoggiata al pianobar, con due tazze di tè avanti e svariati biscottini a forma di cuore <<penso che sia un po’ troppo presto per pensarci, Barbie>> era incredibile come Jenny fosse passata dalla disperazione più totale al pensare anche ai minimi dettagli <<ma no, devo iniziare a pensarci! Secondo ma Chantal e Simone sono i nomi migliori>> niente da fare, era andata <<si, anche secondo me… ma per il padre, cosa pensi di fare?>> azzardai a chiedere <<cosa vuoi che faccia? Non posso di certo presentarmi a casa dei presunti padri e dire “sono quella che ti sei fatto tre mesi fa, siccome sei un coglione, ora devi darmi gli alimenti” lascerò stare, e quando troverò il mio uomo, sarà lui il padre>> andai ad abbracciare la mia amica <<adesso si che ti riconosco!>> le scese una lacrima dal viso <<non so come ho potuto, anche solo per un secondo, pensare di abortire… meno male che ci sei tu con me… come sempre tra l’altro>> le asciugai la lacrima <<vedi che non servo solo a romperti le scatole?>> ci guardammo negli occhi e scoppiammo in una risata che sembrò portare via tutto il malumore.
All’una e mezza io e Jenny avevamo finito di mangiare, per fortuna a ripulire ci pensava la sua domestica, ed io ero più che in ritardo per il lavoro <<no, non preoccuparti. Togli la gonna e metti la mia divisa, dovrebbe starti>> mi disse Jenny scrutandomi <<ma no, non ti preoccupare barbie, hai già fatto tanto per me, faccio un salto a casa a cambiarmi>> Jenny mi guardò in cagnesco <<io avrei fatto tanto per te?? Prima che ti alzi le mani, fila a cambiarti!>> mi misi sull’attenti come un soldato <<signorsì signora!>> misi la divisa di Jenny e mi precipitai giù dalle scale <<ciao barbie, grazie di tutto ti adoro!>> la salutai. Speravo solo di non incontrare Jeff, non vestita in quel modo, senza trucco e con un’acconciatura più che approssimativa. Chissà lui cosa stava facendo… me lo immaginavo seduto dietro la sua lucidissima scrivania, sulla sua costosissima poltrona in pelle girevole con l’iPhone in una mano e una penna nell’altra, pronto a prendere frettolosi appunti… chissà come doveva essere bello anche in quel contesto… iniziavo a pensare che fosse il viaggio in metropolitana a suscitarmi romantiche, assurde fantasie… forse il mio Aleph era lì
Entrai in hotel e mi posizionai dietro il bancone, poi controllai il telefono. Un messaggio di Jeff
Ho da farmi perdonare stamattina, non è nelle mie abitudini liquidare così la persona con cui passo la notte, specialmente se si tratta di te. Tieniti pronta.
Quel messaggio mi fece sciogliere come burro, ma mi incuriosì e mi inquietò nel contempo. Doveva avere qualche potere sovrannaturale per riuscirci! Era un invito o una minaccia? Sapevo solo che non vedevo l’ora di scoprirlo! Alex mi spuntò alle spalle facendomi sobbalzare, io mi affrettai a mettere via il telefono <<ma guarda chi si rivede!>> mi disse abbracciandomi <<ciao Alex, tutto bene?>> chiesi con tono un po’ troppo nervoso <<certo, a me va tutto alla grande, quella misteriosa ultimamente sei tu. Non ti vedo praticamente più, le serate insieme sono andate a farsi benedire, non una chiamata, né un messaggio, la notte non rientri…>> e lui che diavolo ne sapeva? <<scusa, come fai a sapere che stanotte…>> mi interruppe <<Julieta, il mio appartamento è diviso dal tuo da un muro che praticamente è di cartongesso, quanto credi che ci voglia a sentire i tuoi tacchi e la porta che si apre?>> cos’era? Una specie di stalker?? <<si… ho dormito da Jenny>> mentii spudoratamente <<ciò non toglie che mi mancano le serate insieme… che ne dici se dopo il lavoro andiamo a prenderci una birra?>> non avevo impegni e Jeff non aveva parlato di stasera <<si dai, ci sto>> gli sorrisi <<grande, ci vediamo nella hall dopo il turno>> Alex mi diede un bacio e se ne andò.
Dopo il turno di lavoro, andai con Alex ad un pub vicino casa e prendemmo due birre <<allora, com’è andata la serata con Jenny?>> mi chiese Alex bevendo un sorso di birra <<hem, il solito, abbiamo guardato “I love shopping” e mangiato qualcosa, tra una chiacchiera e l’altra siamo andate a dormire>> Jenny non gli aveva ancora riferito la novità e di certo non spettava a me farlo <<tu invece cos’hai fatto in questi giorni?>> cambiai argomento <<sto cercando di organizzare l’estate, vista la prossimità delle ferie. Sto pensando di trascorrerla con Owen e gli altri dell’hotel… tra ragazzi, insomma>> mi squillò il telefono <<scusami un attimo>> era Jeff! Mi defilai per rispondere <<ciao!>> risposi guardandomi intorno <<ciao Julieta, ti disturbo?>> mi chiese Jeff, tranquillo e posato come al solito <<s-si, ero in un pub a bere qualcosa>> un attimo di silenzio <<capisco. Non ho ricevuto risposta al mio messaggio, così ti ho chiamata>> cavolo me ne ero dimenticata! <<si, pensavo di risponderti una volta tornata a casa, ma visto che ci siamo vorrei qualche delucidazione a proposito>> improvvisai <<Julieta, Julieta, ancora non l’hai capito che non ti dirò niente, specialmente al telefono? Domani tu non lavori, giusto?>> un altro stalker! <<domani è sabato, quindi no>> risposi <<perfetto. Fatti trovare pronta alle 8, passo a prenderti per quell’ora>> vidi Alex venire verso di me <<ok, perfetto, ci vediamo domani>> chiusi frettolosamente <<tutto ok Giuly?>> mi chiese Alex <<si, si tutto alla grande, torniamo al tavolo>>
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E fu amore.
RomanceJulieta Alamirez è un'intraprendente ventiduenne sud-americana che vive a Londra come receptionist in un lussuoso hotel. In una normale giornata di lavoro Julieta incontra Jeff, il tipico ragazzo bello, affascinante, talentuoso e facoltoso. con l'ai...