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Davanti a me c’era una grande barca con le vele cremisi, lampade ad olio e soft music di sottofondo <<questo??>> chiesi con la bocca ancora spalancata <<ti va di salire?>> mi chiese Jeff porgendomi il suo braccio, che afferrai prontamente aiutandomi a salire sulla grande barca <<è…è incredibile>> riuscii a dire guardandomi intorno <<i signori desiderano accomodarsi?>> ci chiese l’anziano cameriere dai capelli bianchi, che aveva un’aria molto gentile e professionale <<Julieta?>>  Jeff che chiedeva la mia opinione senza decidere da solo? Mmh, potevo farci l’abitudine <<si, grazie>> risposi mentre Jeff mi spostava la sedia per farmi accomodare <<a voi>> il cameriere ci consegnò il menu e la carta dei vini per poi spostarsi a poppa <<allora, plachiamo la tua fame, che ne dici?>> mi chiese Jeff ammiccando <<si, in effetti non ce la faccio più>> ammisi guardando il menu

Il cameriere tornò con le nostre portate e poggiò sul tavolo in cristallo l’antipasto, un cocktail di gamberetti in salsa rosa, un’insalata di mare e un carpaccio di polpo su letto di lattuga, avevo un acquolina! <<spero che vada meglio>> mi sorrise Jeff <<ti avviso, scorpacciata e vino sono deleteri quando sono stanca, rischio di addormentarmi sulla lattuga!>> avvisai Jeff che sorrise <<no, non lo permetterò. Oggi voglio che tutto continui ad essere perfetto>> mi disse prendendomi la mano, e le ultime luci del tramonto sparirono, togliendo all’atmosfera il tepore roseo tipico del tramonto, per lasciare posto alla fredda, luminosa notte con la sua luna, ora più bella e romantica che mai.

<<ti va di fare un ultimo giro? Siamo arrivati stamattina, abbiamo passeggiato tutto il pomeriggio, ora non vorrai perderti il panorama notturno? Sono sicuro che è la parte migliore>> mi chiese Jeff mentre il nostro dolce cameriere sparecchiava la tavola <<grazie. Sono stanca morta, ma… sai che non posso rifiutare. Andiamo, concludiamo bene questa giornata>> dissi porgendo il piatto al cameriere, poi mi alzai e mi si accese il campanello d’allarme <<dove sono le mie cose?>> chiesi a Jeff girandomi di scatto <<sono nella stiva, tranquilla>> mi rispose trattenendo una risata <<mi stai prendendo in giro?>> chiesi sentendomi stupida <<ciurma, sottocoperta!>> disse Jeff coprendosi un occhio con la mano <<ha ha ha, molto divertente>> dissi con una smorfia a Jeff, che si era avviato ridendo sotto i baffi. Devo ammettere che la stiva non era esattamente come me l’ero immaginata, con qualche mazza di legno a fungere da letto, stile Jack Sparrow e cavoli se mi ero sbagliata! Al centro della grande stiva in legno massello c’era un letto rotondo (wow, che perversione) con le coperte beige con ricami marroni e una grande testiera in legno. Sulla moquette marrone, petali di rosa bianchi e un televisore LCD a schermo piatto attaccato alla parete di fonte al letto. La mia roba era sulla cassapanca (sempre in legno) subito accanto al letto. Jeff andò a prendere la mia roba e io non potei resistere, mi gettai sul morbidissimo letto, che era davvero comodo! Sicuramente era un materasso ad acqua <<ecco, possiamo and…>> Jeff si girò e mi vide sdraiata sul letto, intenta a crogiolarmi tra i cuscini <<andiamo, Julieta! Ma guardati!>> disse sorridendo <<bè? Che c’è? Non hai idea di quanto sia bello stare qui>> Jeff mi guardò in silenzio, imperscrutabile, poi si sbottonò i primi due bottoni della camicia e si lasciò cadere sul letto, accanto a me <<non ci credo! Il compostissimo Jeff Spencer, impresario e importante uomo d’affari, fa anche cose da ventenne!>> lo presi in giro, Jeff si girò verso di me e mi attirò a sé con un braccio <<Julieta, non hai la benché minima idea di quello che faccio, o che vorrei fare>> mi morsi il labbro per trattenere un gemito e lo baciai, lottando con me stessa per farlo rimanere un bacio, senza dare illusioni, senza spingermi oltre, senza sbagliare di nuovo <<Julieta, non immagini quanto mi costi trattenermi, sei così bella, così vicina…>> il contatto che reggevano i nostri sguardi era elettrico, l’attrazione e il desiderio erano quasi palpabili “non lo fare, non trattenerti, non lo fare” mi gridava il mio subconscio, anch’esso fuori di sé <<meglio andare>> disse infine Jeff, rompendo la magia. Si alzò e si ricompose, abbottonandosi la camicia per poi aiutarmi ad alzarmi <<dovresti mettere qualcosa addosso, inizia a fare fresco>> mi consigliò Jeff. Davvero? Chissà perché io sento caldo.

<<perché non prendiamo qualcosa da bere?>> proposi a Jeff mentre camminavamo per le bancarelle <<da bere… da bere… bingo. Possiamo andare li>> propose Jeff indicandomi un chiosco sulla spiaggia, pieno di gente che ballava e beveva <<musica latina, eh? Sai come tentarmi>> risposi sorridendo <<dubiti?>> disse Jeff facendomi l’occhiolino, poi mi prese per mano e andammo verso il chiosco <<due Alexander>> ordinò al barista Jeff, mentre io mi guardavo intorno, decine e decine di coppie che volteggiavano sulla fine sabbia fredda a ritmo di bachata; i morbidi vestiti delle dame si alzavano e accompagnavano il sinuoso movimento del loro corpo ad ogni passo, sembravano piume! <<vuoi ballare?>> mi chiese Jeff porgendomi il mio drink <<veramente sono un po’ fuori allenamento>> ammisi guardando le altre coppie <<già, ma per fortuna è l’uomo a guidare>> guardai Jeff con aria interrogativa, lui mi prese la mano e andammo in pista, prese il tempo e iniziammo a volteggiare a ritmo con le altre coppie, era incredibile! Ero certa di non ricordare come si facesse e invece mi trovavo in perfetta sintonia col mio cavaliere che mi guidava con delicatezza e sensualità

Te amo, te extraÑo,

quiero averte junto a mi

abrasado de las manos y estar junto a ti

pero me mata la conciencia el saber que no esta aquÍ

oh baby why you gotta be doing this to me?

Gli Xtreme cantavano te extraÑo,e io guardavo Jeff, guardavo il suo corpo scolpito e le movenze sinuose, che stranamente si sposavano alla perfezione… lo guardavo come si guarda un tramonto mozzafiato, il sorriso di un bambino e un amante, tutti insieme. Poi il suo sorriso smagliante e bianchissimo, che accompagnato dalla brillantezza di quegli occhi cristallini avrebbe fatto sciogliere chiunque… il suo tocco liscio e morbido, il suo sapermi guidare così bene, il saper farmi sentire bene… si, con lui ero felice. <<complimenti, signorina Julieta>> mi sussurrò all’orecchio Jeff quando la musica finì e le coppie si disperdevano per prendere fiato <<grazie, veramente pensavo peggio>> ammisi orgogliosa <<si, devo dire niente male. Vado a prendere i drink>> mi disse Jeff sparendo tra la folla, quando qualcuno mi strattonò <<mi scusi signor… Julieta?>> spalancai gli occhi, sentendo le orecchie diventare bollenti <<Alex!>> dissi come se fosse il nome dello spettro davanti a me <<incredibile. Cosa ci fai qui? Sei con Jenny? Fatti abbracciare!>> mi disse il mio amico stringendomi a sé <<no veramente non sono con Jenny>> ammisi cercando disperatamente di inventarmi qualcosa. Alex si irrigidì <<si, lo vedo>> mi disse guardandomi con gli occhi pieni di delusione, rabbia e amarezza <<tieni, Julieta>>Jeff mi porse il mio drink <<ah, vedo che sei in compagnia. Piacere, Jeff>> disse porgendo la mano ad Alex, che non ricambiò <<oh si, ho perfettamente presente chi sei. Non me l’aspettavo da te, non me l’aspettavo proprio Julieta>> mi disse girandosi per andarsene, Jeff mi guardò con aria interrogativa <<ti spiego tutto. Promesso. Devo andare, scusa, torno subito>> dissi a Jeff correndo via verso Alex

E fu amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora