Dopo che Alex se ne fu andato (ed io ebbi finito di trangugiare carboidrati) decisi di prepararmi e andare da Jenny, per le ultime generali. Misi un hot pants e una fascia rosa, per non perdere tempo, e scesi di casa per prendere la metro. Ad agosto prendere la metropolitana era un po' come andare in spiaggia con due piumoni addosso, l'aria condizionata era poca e distribuita male e c'era sempre l'immancabile individuo al quale mancava l'acqua in casa, ma almeno le vacanze erano vicine, molto vicine! Ultima settimana di lavoro e poi un mese di divertimento! Certo, non avevo ancora programmato niente a causa dei numerosi eventi che si erano presentati in ordine così veloce, ma il mio cervello cercava di indirizzarmi spesso verso l'immagine (idilliaca) di me con Jeff sulla spiaggia, una scena degna di Bay Watch con me e lui per mano che passeggiamo sul bagnasciuga al tramonto, illuminati dalla flebile luce giallastra del sole, io che lo guardo negli occhi e lui che mi prende tra le mani il viso e mi posa un dolce bacio sulle labbra... Julieta riprenditi!!!
Quando tornai in me mancava poco alla mia fermata e un'anziana signora mi stava fissando con la fronte aggrottata e la bocca leggermente aperta <<tutto bene cara?>> sentii le guance avvampare <<s-si, sto bene la ringrazio. Mi scusi>> mi feci spazio tra la folla ed uscii da quel labirinto infernale per trovarmi a Wimbledon, dove trovare casa di Jenny era un'impresa nient'affatto ardua: una villa color panna a tre piani con un grande giardino rigorosamente curato e coltivato, con rose, gerani, garofani e betulle di ogni colore che davano all'ambiente allegria e profumo, un incantevole profumo che ad agosto era più appropriato del solito. Entrai dall'imponente ingresso in legno e mi feci strada nel grande salone di marmo, salii la scala a chiocciola in ferro battuto ed entrai in camera di Jenny. <<Barbie, sei ridotta uno straccio!>> Jenny era nel suo letto a baldacchino rosa, con la faccia affondata nel cuscino e i capelli stranamente in disordine <<buongiorno anche a te>> mi disse tirandosi su <<che ti succede, non ti senti bene?>> non l'avevo mai vista così <<sto una merda! Mi sono prese il giorno libero, non riesco a muovermi ho nausea, dolori, stanchezza... forse sto per morire>> disse buttandosi il cuscino sulla faccia <<no barbie, sei solo umana. Un po' di stanchezza è normale, specialmente vista la tua frenetica vita!>> aprii le finestre per rinnovare un poco l'aria <<non mi abbandonare>> mi disse Jenny facendo il musetto <<certo che no Barbie, non ho impegni e non potrei mai lasciarti così. Stasera mi sa che si prospetta un'interessante serata film>> Jenny mi abbracciò <<grazie Giuly, non so come farei senza te>> ricambiai l'abbraccio <<lo sai che ci sono sempre>>
Avete presente quando incrociate due begli occhi che vi sorridono, e il cuore vi si scioglie come una noce di burro sul pane tostato caldo?...
Io mi sento così quando vedo un negozio... solo che è meglio!
Infatti un uomo non ti amerà né ti tratterà mai così bene come un negozio!
Se un uomo ti sta stretto non puoi cambiarlo entro 7 giorni con uno splendido golf di cashmere!
Un negozio ha sempre un buon profumo!
Un negozio può risvegliarti la libidine per cose di cui neanche immaginavi di aver bisogno!
<<E quando le tue mani afferrano quelle buste nuove e scintillanti... oh si!>>
Io e Jenny finimmo in coro la frase della nostra guru Rebecca Bloomwood, che non era solo la protagonista del nostro film preferito "I love shopping" ma un vero e proprio punto di riferimento per entrambe. <<già, Rebecca, spiegalo alla nostra innamoratissima Julieta che i negozi son meglio del suo principe azzurro dagli occhi di ghiaccio!>> disse Jenny come se stesse parlando col film <<innamorata?? Io? No, non credo proprio>> mi accigliai <<ti sta squillando il telefono>> mi precipitai sul letto prendendo in un secondo il telefono per rispondere <<ah, no. Di certo non sei affatto innamorata>> mi prese in giro Jenny mentre io cercavo di darmi un tono schiarendomi la voce per rispondere <<pronto?>> dissi seria <<ciao Julieta sono Jeff>> potevo sciogliermi <<si, si dimmi>> Jenny mi fissava <<volevo chiederti se hai da fare, pensavo di passare a prenderti per proporti una cosa, ovviamente se hai da fare rimandiamo>> guardai Jenny <<no, guarda, veramente ora ero con Jennifer e stavamo guardando un film...>> Jenny si sbracciava facendomi segno di andare e non preoccuparmi <<...ma penso che tra mezz'ora potrebbe andare bene>> conclusi <<perfetto, mandami le coordinate GPS, ti raggiungo li tra mezz'ora. A dopo piccola>> oddio, piccola! <<va bene. A dopo>> riattaccai e corsi da Jenny per abbracciarla <<grazie, grazie, grazie, grazie barbie>> le dissi sbaciucchiandola <<smettila, scema non lo dire nemmeno! E spero che tu non voglia uscire in quello stato!>> guardai la mia canotta... cos'aveva che non andava? <<non commentare. Scegli qualcosa dal mio armadio, hai libero arbitrio>> mi incalzò Jenny prima che potessi aprire bocca
Gonna lunga di velo blu, top corto ricamato e sneaker azzurre. Niente male Jenny! <<che bella, adoro quella gonna! Vieni qui, ti fermo i capelli in una cresta cotonata, poi se vuoi la ciliegina sulla torta, ti do il mio giubbino di pelle, sarai disarmante!>>. Ad opera finita sembravo una motociclista! Di certo non era il look ideale per una serata con Jeff, ma faceva il suo bell'effetto <<grazie barbie, sei un mito! Domani ho il turno pomeridiano. Prometto che domani mattina sono qui da te>> la abbracciai e lessi il messaggio di Jeff che mi avvisava di essere arrivato <<devo andare. A domani tesoro, grazie ancora di tutto>> diedi un bacio a Jenny e scesi. La sua bellezza riusciva ad inebetirmi ogni volta... forse non era nemmeno legale tanto fascino concentrato in una persona sola! <<stasera sei davvero esplosiva, oltre che disarmante>> disarmante... grande Jenny! <<e tu sei più galante del solito>> ci salutammo con un bacio ed entrammo in macchina <<allora, di cosa volevi parlarmi?>> chiesi subito <<non essere impaziente Julieta, tra poco te lo dirò>> rispose continuando a guidare
Scesi e mi trovai avanti ad una baita immersa nel verde, illuminata da un sentiero di luci che conduceva ad un garage dove Jeff parcheggiò la macchina. Incorniciata da innumerevoli piante, fiori e cespugli, c'era la baita in legno a due piani, con tetto spiovente al quale erano appese delle lanterne che emanavano una romantica luce bianca e delle scale in pietra leccese adornate di fiori che conducevano al piano superiore. <<benvenuta nella mia umile, speciale dimora>> mi disse Jeff tendendomi la mano per condurmi all'interno della struttura. Dopo l'ingresso si entrava subito in quella che doveva essere la cucina, strutturata interamente in legno chiaro con un bancone dello stesso colore sul quale erano sospese numerose bottiglie di alcolici e liquori. Poco distante dal bancone c'era un grazioso tavolo (anch'esso in legno) con sedie bianche, abbinate alle tende semi aperte che incorniciavano le finestre. La stanza successiva era il soggiorno, troppo grande per far parte di una baita, con le portefinestre su due delle quattro pareti, tra le quali c'era un grande camino color panna con tende abbinate. Al centro della stanza c'era un'enorme pelle di mucca sulla quale era posizionato un grande divano color crema con penisola e dietro di esso un tavolino di ferro battuto decorato con petali di rosa. Dopo aver attraversato il soggiorno salimmo la grande scala a chiocciola in ferro che ci condusse al piano superiore: la camera da letto. Il tetto era piuttosto basso e spiovente, sotto di esso c'era un grande letto matrimoniale decorato con cuscini di varie forme e dimensioni, sui toni del bianco, sopra il letto c'era un enorme quadro che ritraeva "la creazione di Adamo" incorniciato con un'elegante cornice dorata, abbinata perfettamente all'atmosfera dell'ambiente, tranquilla e rilassante <<eccoci qua>> Jeff aprì la portafinestra della camera da letto e ci trovammo sulla veranda, un po' simile a quella di casa sua, a parte l'odore di legno e le lucciole... e gli insetti in generale. Jeff apparve dietro di me con due drink in mano <<Malibu e succo d'ananas, spero che ti piaccia>> presi il drink <<si, ma non come la collana>> colsi la palla al balzo <<già... l'ho vista e ho pensato che sarebbe stata perfetta su di te, anche se sarei felice di vedertela indossare>> disse Jeff guardando il mio scollo <<ti assicuro che stamattina ce l'avevo, poi sono stata da Jenny e non mi è sembrato opportuno metterla>> mi giustificai <<stavo solo scherzando, spero che in uno scenario più appropriato come... che ne so... il New Jersey, tu decida di metterla>> New Jersey? <<non ti seguo...>> dissi confusa <<Julieta, il prossimo mese mia sorella si sposerà nel New Jersey e vorrei che tu mi accompagnassi>> nei suoi occhi leggevo ansia, le sue mani si muovevano freneticamente... io? Nel New Jersey con lui? <<Jeff, io...>> non sapevo cosa dire <<diamine non lo so, mi hai colta così alla sprovvista>> Jeff mi prese le mani e le accarezzò <<lo so, devi pensarci, ma sappi che non è niente di importante, se tutto questo ti mette in ansia, potresti anche aspettare in hotel che la cerimonia finisca. Voglio solo farti conoscere la mia terra, che tanto amo e che porto nel cuore, voglio farti entrare un po' nel mio mondo e passare le vacanze con te... credo che sia una buona occasione e considera anche che non avresti difficoltà con la lingua>> come tutte le ragazzine, avevo sempre sognato l'America, quegli enormi grattacieli, le novità, la scoperta di un'altra cultura, per non parlare delle spiagge del New Jersey! <<ti prometto che ci penserò su>> Jeff sorrise e mi baciò, poi finii il mio drink e mi appoggiai a lui, cullata dalle sue carezze.
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E fu amore.
RomanceJulieta Alamirez è un'intraprendente ventiduenne sud-americana che vive a Londra come receptionist in un lussuoso hotel. In una normale giornata di lavoro Julieta incontra Jeff, il tipico ragazzo bello, affascinante, talentuoso e facoltoso. con l'ai...