23

44 11 0
                                    

<<Vieni, Julieta ti presento un amico.>> mi disse Jennifer. Guardai il ragazzo di fronte a me: era alto, moro ed aveva un bellissimo sorriso smagliante. Era proprio carino! Sentii le guance riscaldarsi e porsi la mano verso di lui, sperando che il mio inglese fosse adeguatamente buono <<Julieta, piacere>> mi sorrise e mi strinse la mano <<piacere mio, Alex>>

Aprii gli occhi e mi stiracchiai nel letto, combattendo con me stessa per riuscire a strisciare via dal materasso. Mi venne un tuffo al cuore pensando che sarei dovuta andare in hotel, ma poi ricordai con mio grande sollievo che erano iniziate le tanto agoniate ferie... wow... esattamente il contrario di come me le ero immaginate... credevo che a quest'ora avrei chiamato Jenny schiamazzando, entrambe pronte a prendere il nostro biglietto aereo per una qualche destinazione esotica, il più lontano possibile dalla grigia (ma pur sempre meravigliosa) Londra. Tutto era andato esattamente come non sarebbe dovuto mai andare... Jenny incinta e impossibilitata a muoversi, Alex... diamine, non sapevo nemmeno come definire il suo comportamento... la nostra amicizia, le nostre serate insieme, la sua dichiarazione... poi il suo comportamento con Jeff e come se non bastasse il mio sogno del nostro primo incontro... mi venne un modo alla gola e capii che era il momento di pensare ad altro.

Poi c'era Jeff. Nell'ultimo periodo mi era stato così vicino, mi aveva reso felice e mi avveva sostenuta, tacendo quando c'era da tacere, senza mai essere invadente... eppure sentivo che qualcosa dentro di me mancava; sentivo di avere un buco nel petto che mi struggeva... senza capire se davvero non sapevo da cosa fosse causato... o se cercavo di illudermi che fosse così.

Andai in bagno e aprii l'acqua calda, quindi iniziai a spogliarmi e mi concessi la mia solita, meravigliosa doccia. Nemmeno il tempo di asciugarmi i capelli che qualcuno suonò il citofono. <<chi è?>> nessuna risposta... Aprii il portone pensando al solito postino e attaccai il phon alla presa, ma (ovviamente) bussarono alla porta e mi avviai ad aprire imprecando sommessamente.

Dallo spioncino vidi solo una figura con un sacchetto di Starbucks e un enorme mazzo di rose, dietro al quale si affacciò Jeff. Aprii la porta tutta contenta e Jeff mi diede il buongiorno, per poi entrare e restare a fissarmi. <<non immaginavo certo di trovarti così>> disse posando rose e sacchetto  sul tavolo della cucina <<certo, se l'avessi saputo mi sarei fatta trovare in maniera decente>> risposi guardando l'asciugamano che avevo addosso, fungente da mini-accappatoio  <<già... sarebbe stato un peccato>> disse Jeff stringendomi a sé, per iniziare a baciarmi con desiderio e passione, facendomi percepire tutta la sua voglia, il suo desiderio di me. Ci spostammo verso il letto senza nemmeno rendercene conto e mi ritrovai sotto di lui, così stretta al suo corpo da sentire la sua erezione contro la mia coscia, le sue grandi mani che si muovevano tra i miei capelli, per poi solleticarmi delicatamente il collo e scendere verso i miei seni, accarezzandomi lungo la linea del bordo dell'asciugamano, iniziando a sciogliere il nodo che lo teneva chiuso. 

L'eccitazione mi aveva reso preda, il suo muoversi su di me come se fossi sua da sempre mi rendeva schiava di lui. Ecco, c'eravamo, lo sapevo... nella mia mente apparse prepotente il viso di Alex e smisi di gemere. Alex si bloccò continuando ad ansimare e mi disse <<sparisci, vai a vestirti>> obbedii e corsi in bagno

Che diavolo era successo?? Come avevo potuto pensare ad Alex proprio mentre io e Jeff stavamo per... Non era possibile! E Jeff? Oddio, sicuramente si era accorto di qualcosa, si era fermato e di certo non senza un motivo... e ora?? Come avrei dovuto giustificarmi? Cosa gli avrei dovuto raccontare? Decisi di sciacquarmi la faccia, indossare il primo completino intimo capitatomi a tiro, uno shorts e una canotta e uscire dal bagno.

Trovai Jeff in cucina, intento a togliere dal sacchetto di Starbucks quella che era una colazione degna di un re. Mi avviai silenziosa verso di lui, muovendo i capelli per sgocciolare le ultime gocce d'acqua rimaste. Mi sedetti con lo sguardo basso, e la consapevolezza degli occhi di Jeff su di me... mi prese la mano e la strinse tra le sue, lasciando spazio a un silenzio che mi sembrò durare una vita <<scusa>> disse poi piano guardandomi negli occhi.

E fu amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora