Sgranai impercettibilmente gli occhi chiedendomi di cosa diavolo si stesse scusando... una cosa era certa: non poteva leggere nella mente, sennò altro che scuse, ci sarebbe stato da prendermi a calci <<scusa... per cosa?>> chiesi infine assumendo l'espressione più normale che potessi fare in quel momento <<Julieta, ne abbiamo già parlato... dopo tutto quello che è successo non voglio rischiare di perderti ancora... voglio farti capire che non ti sto prendendo in giro, che tutto quello che ti ho detto lo provo davvero... e non è certo saltandoti addosso che posso provarlo. Quindi, scusami Julieta>> gli sorrisi e gli presi la mano, sapendo in cuor mio di non mertiarmi Jeff in tutta la sua dolcezza, la sua perfezione... mi sentivo quasi colpevole <<dai, iniziamo a mangiare o si secca tutto>> disse Jeff sfregandosi le mani
<<tra noi ormai è tutto un recupero>> disse Jeff prendendo un pezzo di pancake <<che intendi? >> gli chiesi smettendo di masticare <<la prima volta che ci siamo "scontrati" ci lasciammo con la promessa di recuperare il tuo prendisole. Ieri è successo quello che è successo con Alex è dovevamo recuperare una colazione>> spiegò Jeff <<beh, a tuo favore posso dire che sei uno di parola, anche se di questo passo dovrò recuperare di dietologo>> affermai con aria colpevole <<l'hai detto, sono uno di parola>> disse Jeff facendomi l'occhiolino
<<mia cara receptionist, sebbene io gioisca nella consapevolezza delle tue ormai iniziate ferie, e non sia capace di occultare quel minimo d'invidia che provo al pensiero del suddetto argomento, mi duole annunciarti che i miei impegni lavorativi mi chiamano inesorabili>> disse Jeff alzandosi da tavola <<mr. Spencer, seppur con dispiacere, prendo atto dei suoi improrogabili impegni e abbandono l'idea di pranzare con te, augurandoti una proficua giornata di lavoro>> mi alzai e aprii la porta a Jeff facendo un inchino <<mettilo tra le cose da recuperare>> disse Jeff venendo verso la porta, mi baciò e uscì.
Rimasta sola, decisi di chiamare Jenny per vedere come le stesse andando, certo non avevo intenzione di raccontarle cosa fosse successo tra Jeff è Alex, non era il momento.
<<ciao, amore!>> il telefono squillò a lungo e infine Jenny rispose <<ciao Barbie, come va?>> le chiesi senza riuscire a trattenere l'emozione <<benissimo amore, sono appena uscita dal ginecologo, il tuo nipotino sta benissimo>> mi informò Jenny tutta contenta <<nooo volevo esserci!!! A quante settimane sei?>> chiesi girando per casa, in preda all'eccitazione <<sono entrata nella nona settimana, ovvero nel terzo mese>> dalla sua voce si capiva che era felicissima, ed era senza dubbio la cosa più importante <<alla prossima ecografia, non me ne frega niente, io devo essere li con te!>> sentenziai <<promesso amore. Ora devo scappare che sto entrando in macchina>> sentii il rumore della portiera <<ok Barbie, ci sentiamo presto. Ti voglio bene>> la salutai <<ti voglio bene>> ricambiò Jenny e riattaccò.
Rimasta sola coi miei pensieri decisi, con dolore, di dedicarmi alle faccende di casa. Resti della colazione, sanitari, vetri, mobili... che gioia avere tanta scelta! Iniziai fiaccamente a pulire i mobili della cucina, sperando che hotline bling di Drake rendesse il lavoro un po meno faticoso. Dopo essere passata a pulire l'acciaio e a spazzare a terra qualcuno suonò il campanello. Misi da parte scopa e paletta interrogandomi su chi potesse essere. Guardai dallo spioncino e il cuore mi saltò in gola. Alex.

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E fu amore.
RomantikJulieta Alamirez è un'intraprendente ventiduenne sud-americana che vive a Londra come receptionist in un lussuoso hotel. In una normale giornata di lavoro Julieta incontra Jeff, il tipico ragazzo bello, affascinante, talentuoso e facoltoso. con l'ai...