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La mattina dopo venni svegliata dall'odioso suono del campanello. Driiiiin drin driiiiiin <<arrivo, arrivo!!>> gridai correndo verso la porta con la testa che mi scoppiava. Aprii la porta e mi ritrovai Jenny con un sacco di buste appese sulle braccia che sorrideva come sempre <<buongiorno gioia>> mi diede un bacio sulla guancia ed entrò in casa (ovviamente senza chiedere il permesso) <<no Jen, sparisci ho sonno>> le dissi mettendomi nel letto con il cuscino sulla faccia <<andiamo ma guardati! Sono le 11 del mattino e sei ancora ridotta uno straccio! Dai sistemati, sciacquati la faccia e andiamo a goderci questa nuova, fantastica giornata di sole!>>  mi incitò aprendo le tende <<no, che cavolo fai? È sabato, lasciami dormire ho sonno!>> il sole era fortissimo, doveva essere proprio una bellissima giornata <<ah. È così che la metti? Bene, vorrà dire che terrò le informazioni sul tuo adone dagli occhi di ghiaccio per me. Buona giornata.>> prese le buste di H&M e si diresse verso la porta. Adone? Occhi di ghiaccio?? Sobbalzai, scesi dal letto e fermai Jenny in meno di due secondi. <<come??>> la guardavo con gli occhi sgranati <<cosa? Chi ha detto niente, io me ne sto solo andando>> mi disse jen cercando di scansarmi <<dai barbie, non fare la stronza raccontami tutto... per piacere>> la implorai facendole il musetto <<no, non guardarmi così! Sei stata un cucciolo cattivo con la tua barbie lo sai?>>  ecco, voleva che le chiedessi scusa e mi facessi perdonare (ma per cosa poi?) <<si lo so, sono un cucciolo cattivo, niente croccantini e blablabla>> le dissi trascinandola per un braccio sul letto. <<dai, sputa il rospo!>> cavoli, ero davvero eccitatissima! <<allora, stamattina sono andata in albergo perché Alex doveva darmi la borsetta che ho dimenticato ieri sera nella sua macchina, quando all'improvviso sento Katy dietro il bancone dire "ecco a lei le chiavi signor Spancer, buona giornata" mi giro e perdiamine, era esattamente come me lo avevi descritto! Ci ho messo meno di un nano secondo a capire che fosse lui!>> mi raccontò Jenny con gli occhi che le brillavano <<tutto qui? Mi hai fatto alzare per dirmi si hai ragione il ragazzo che dici essere figo è super-figo??>> le chiesi delusa <<un attimo, non ho ancora finito>> mi zittì jen continuando a raccontare <<quando quell'oca di Katy se n'è andata ho sbirciato il computer e ho trovato qualcosa di molto interessante: Jeff Spancer, 26 anni, imprenditore, suite 102. Dimmi che sono una Dea>> disse Jenny alzando le mani al cielo <<Jeff! Oddio, anche il nome è angelico! Io ti ADORO!>> dissi a Jenny  buttandomi su di lei <<ok,ok ma troppo amore mi scompiglia i capelli>> disse Jenny lisciandosi il suo carré. Io mi alzai dal letto e saltellando allegramente mi diressi verso la cucina  per fare colazione,  aprii il frigo e... la miseria più totale. Ketchup, mostarda, prezzemolo, due uova e wow un limone. No  così non andava, non sarei riuscita a fare colazione figuriamoci a pranzare! Dovevo optare per un pranzo fuori con la mia barbie, che durante la mia assenza aveva tirato fuori praticamente tutto quello che c'era nelle sue buste e se lo stava provando avanti allo specchio con aria civettuola. <<ehi stella del cinema, che programmi hai per pranzo?>> le chiesi <<non so, pensavo cinese. Sei con me?>> mi chiese Jenny raccogliendo quel mucchio di vestitini lustrini e paillette adagiati sul mio letto <<uhm... si dai ci sto. Dammi solo il tempo di rendermi presentabile e scendiamo. Dopo pranzo dovevo ricordarmi assolutamente fare la spesa!

Uscimmo dal ristorante cinese con in mano un biscotto della fortuna a testa

Cogli l'attimo, prima che fugga

Lessi ad alte voce il mio, mentre quello di Jenny recitava "la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che trovi dentro" che stronzate. <<non so tu, ma io vado a casa a rilassarmi un po' e a togliermi questi maledetti tacchi che mi stanno uccidendo!>> disse Jenny facendo ticchettare i suoi tacchi a spillo rosa <<io invece... diamine me ne stavo dimenticando! Devo correre al supermercato, il mio frigo piange!>> mi ricordai della spesa. <<va bene, ci sentiamo eventualmente per stasera>> disse Jenny, mi soffiò un bacio e sparì nella sua cinquecento bianca... che macchina adorabile! Mi avviai verso il supermercato più vicino e iniziai a fare mente locale mentre camminavo tra gli scaffali. Carne, pane, latte, pasta, salsa di pomodoro, tutta la frutta che mi passava per le mani, cereali, brownies e qualche spezia. Si, doveva esserci tutto a parte l'acqua che avrei comprato un'altra volta a causa del peso. Pagai e uscii dal supermercato per dirigermi verso la metro. Faceva un caldo infernale, dovevano essere le due ormai e stranamente le strade non erano molto affollate; mi piaceva vedere Londra un po' più tranquilla, senza il trambusto di sempre con la gente che spinge, corre grida parlando al telefono e...

BUM!

 Mi ritrovai per terra, con le buste e la spesa tutt'intorno e una grande macchia sul mio bellissimo prendisole turchese. <<ma che diavolo!>> imprecai alzando lo sguardo per vedere chi fosse l'imbranato e... o mio Dio! No, non poteva essere vero! <<mi deve scusare ero distratto e... ma noi ci conosciamo?>> mi chiese Jeff col suo meraviglioso sorriso di sempre. Tremavo. <<s-si, mi sembra di si>> cazzo Julieta, tira fuori gli attributi, sembri una deficiente!  <<che guaio, mi dispiace tanto vorrei poter rimediare>> disse lui guardando il mio prendisole <<ma no, non si preoccupi non fa niente; mi basterà andare a casa e metterlo subito in lavatrice e...>> mi zittì <<dammi pure del tu, mi chiamo Jeff>> mi disse tendendomi la mano; si come se non lo sapessi. Mi venne da ridere <<io sono Julieta, la receptionist>> gli diedi a mia volta la mano <<senti Julieta, andrei contro i miei principi morali di galantuomo se adesso ti lasciassi andare sporca, a piedi e con quella macchia di caffè. Lascia che ti accompagni e nel tragitto possiamo fermarci a comprare un'altra maglietta>> mi sorrise. Quanto era bello! <<ehm... si grazie in effetti fa un caldo tremendo e l'odore del caffè non mi piace molto. Accetto volentieri il passaggio, per il resto non preoccuparti>> risposi raccogliendo la spesa <<va bene, la macchina è qui vicino, andiamo>> mi aiutò con le buste della spesa e ci fermammo di fronte a un'Audi A3 nera. Non ci potevo ancora credere, in quel momento dovevo avere la faccia di Alice quando trova la tana del bianconiglio! Nel tragitto lo osservai: dalla giacca nera uscivano le maniche di una camicia bianca con dei gemelli neri, sicuramente tutto molto costoso, si intuiva dal tessuto; i pantaloni neri erano a sigaretta e le scarpe eleganti, lucide sicuramente di Prada o qualcosa del genere. Teneva gli occhi azzurri ben aperti e i riccioli sulla fronte incorniciavano l'insieme dei suoi lineamenti in modo molto sinuoso ed armonico <<c'è qualcosa che non va?>> mi chiese Jeff, giratosi a guardarmi <<no, no tutto bene stavo solo pensando>> risposi accennando un sorriso. <<dovrai pur dirmi l'indirizzo, no?>> mi ricordò lui <<oh, certo Chepstow Street>> gli dissi "destinazione Chepstow Street, tempo stimato 6 minuti"  rispose la voce robotica del navigatore che mi fece sobbalzare, lui lo notò e rise. Arrivammo sotto casa mia così iniziai a prendere le mie cose per scendere quando lui mi prese per un braccio <<guarda che non scherzavo prima, voglio davvero farmi perdonare, non sarebbe carino andarmene così senza nemmeno averti comprato niente... facciamo stasera per le nove? Ti passo a prendere io, ovviamente>> mi disse guardandomi negli occhi. Aveva degli occhi davvero bellissimi, di un azzurro penetrante, profondo. Il suo sguardo era deciso, quasi  prepotente; uno sguardo consapevole della sua bellezza e del suo potere, di quelli capaci di incantare.

Cogli l'attimo prima che fugga

Quanto aveva ragione quel dannato biscottino. <<va bene, ci vediamo stasera allora>> gli risposi con un nodo alla gola. Lui mi lasciò il braccio, mi fece l'occhiolino e se ne andò. Rimasi sul marciapiede, impietrita.


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